Bando per il biologico, un pasticcio da 180 milioni di euro

Un pasticcio da 180 milioni. Lo chiama così l’azzeramento del bando per il biologico l’edizione di Repubblica Palermo in edicola. Si tratta del bando per i fondi per incentivare le coltivazioni biologiche del 2012, in graduatoria nel 2013, che è stato bocciato da Tar (in aprile scorso) a causa di criteri poco chiari nella redazione e che secondo il Tribunale amministrativo prevedeva finanziamenti a pioggia senza alcun tipo di differenziazione della coltura biologica. Una sentenza contro la quale nessuno si è appellato e che adesso rischia di creare un nuovo buco nel bilancio regionale. A ottenere i fondi sono state circa ottomila imprese, un migliaio le escluse che ha presentato il ricorso chiedendo di potere ricevere le somme residue con lo scorrimento dalla graduatoria. A fine anno, infine, è arrivata una diffida da parte delle ricorrenti che chiede alla Regione di “recuperare tutte le somme illegittimamente erogate”. Ovvero di chiedere alle ottomila imprese di restituire i fondi ricevuti. Una grana che metterebbe in crisi anche la chiusura della programmazione e le premialità previste, secondo l’edizione di Palermo di Repubblica in edicola.

Parla di “scenari pericolosi” che rischierebbero “di azzerare quanto di buono gli imprenditori agricoli stanno facendo per l’affermazione del biologico nella nostra regione”, la Confagricoltura Siciliana.  “Una storia che ha dell’incredibile”, commenta con amarezza il presidente della Confagricoltura siciliana, Ettore Pottino, “e che mal si coniuga con la necessità, da parte della classe imprenditoriale, di poter contare su contesti certi, e non fluttuanti, necessari per poter programmare ogni forma di investimento. Del problema e di come si intende risolvere riteniamo che le organizzazioni agricole debbano essere prontamente informate e coinvolte”. “Per quanto riguarda la Confagricoltura regionale”,  conclude Pottino, “stiamo già valutando tutte le ipotesi per la tutela dei nostri associati, ritenendo come atto prioritario il coinvolgimento del Parlamento regionale prima della definizione della nuova manovra finanziaria”.  

“Pronto a chiedere i danni ai burocrati che hanno creato questo pasticcio”, dice invece Alessandro Chiarelli, alla guida della Coldiretti siciliana.

Al momento i pagamenti risultano bloccati.

Il caso diventa anche politico.  “L’ennesima drammatica prova, se ancora fosse necessario acquisirne, dell’incapacità del governo regionale di gestire la cosa comune”. “Una vera e propria farsa, che vede quale principale responsabile l’esecutivo, che avrebbe dovuto appellarsi con tempestività alla decisione del Tar. Il presidente della Regione ci dica ora chi pagherà un danno di tali proporzioni”,  dice Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars.