Entro giugno la festa dell’Olio Igp Sicilia

“Entro la fine di giugno promuoveremo in Sicilia la festa dell’ Olio IGP. L’olio  siciliano diventerà l’ambasciatore di un  ambizioso progetto di riorganizzazione del sistema agroalimentare dell’Isola, nella produzione e nella commercializzazione.”  Lo  ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Antonello Cracolici, di ritorno da Bruxelles,  dove è stata festeggiata la pubblicazione in gazzetta europea dell’IGP Olio Sicilia.

“Sono stato a Bruxelles per festeggiare  il riconoscimento dell’IGP Olio Sicilia assieme ai produttori siciliani,  ai buyers internazionali ed ai parlamentari europei provenienti da tutti i paesi UE. Ringrazio il Mipaaf per il sostegno fondamentale e i funzionari dell’assessorato per il lavoro di supporto. C’è grande attesa  anche  in vista della prossima campagna olearia.  Abbiamo già pubblicato il primo bando del PSR sulla certificazione che consentirà ai produttori di avere  tutti gli strumenti necessari e ad avviare le pratiche per utilizzare il marchio Olio IGP Sicilia  – continua Cracolici.

Un solo marchio, indice di qualità ed autenticità del prodotto di punta della nostra agricoltura che dovrà trascinare il ‘brand Sicilia’ verso nuovi mercati in tutto il mondo. Il nuovo PSR favorirà la concentrazione dell’offerta, la tracciabilità e l’innovazione e soprattutto la qualità – conclude. Dall’olio può partire il racconto nuovo di una Sicilia che non si piange più addosso ma che accetta la sfida della competizione internazionale, puntando su ciò che sa fare meglio.”

Un pensiero su “Entro giugno la festa dell’Olio Igp Sicilia

  • 1 Giugno 2016 in 9:05
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    Spero che sia la volta buona che si possa rivalutare un prodotto “dimenticato” dei nostri territori!
    Il mio riferimento è all’olio di “olivo minuta” che nella zona dei Nebrodi al di là della produzione per consumo familiare è stata completamente abbandonata lasciando i territori a rovi ed incendi.
    Trattandosi, in massima parte, di piccoli appezzamenti servirebbe un coordinamento provinciale cui i singoli possano conferire, a quotazioni remunerative, il loro surplus di produzione che potrebbe essere commercializzato sulla spinta della classificazione quale “presidio slow food” con un ritorno economico che condurrebbe ad un recupero economico dei terreni abbandonati.
    Io ho provato a sollecitare la costituzione di una cooperativa, ma vista la diffidenza, ci ho rinunciato!

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