Caldo africano, siccità, incendi: interventi dello Stato e della Regione

Il mese di luglio 2017 sarà ricordato, oltre per il caldo africano, con punte che in alcuni casi hanno sfiorato i 40 gradi e che sta mettendo in ginocchio tutti i comparti dell’agricoltura, anche per gli incendi senza tregua.

Territori di infinita bellezza, ricchi di biodiversità a volte unici vengono con una regolarità quotidiana inceneriti. Incendi che non danno pace. Sembra che ci sia dietro una regia occulta, con una strutturazione ben organizzata, non si spiegherebbero altrimenti la scientificità di questi roghi che a detta delle autorità competenti sono cadenzati e dolosi.

Non si tratta del solito occasionale piromane, questi fuochi hanno una regia e una tempistica: condizioni meteo favorevoli, territori ad alta sensibilità ambientale, orari, ecc., tutti elementi che fanno pensare a qualcosa di strategicamente complottistica.

Sono anche allarmanti i dati sulle risorse idriche degli invasi siciliani, registrati a luglio dall’Osservatorio regionale delle Acque: nelle 23 dighe della Sicilia la disponibilità idrica ammonta a 383 milioni di metri cubi, era di 436 milioni il mese precedente e 479 nel luglio del 2016. 

Subiamo inoltre una grave siccità, nelle campagne si contano danni per centinaia milioni di euro. A farne le spese principalmente gli allevatori con le loro mandrie, ma non ridono anche gli altri imprenditori degli altri comparti agricoli.

Il Ministero per venire incontro agli imprenditori ha attivato un Fondo Solidarietà Nazionale, previsto da un emendamento al DL mezzogiorno, approvato in commissione bilancio al Senato; spiega il ministero, che le aziende colpite dalla prolungata siccità e che non abbiano sottoscritto polizze assicurative potranno accedere ai benefici per favorire la ripresa dell’attività produttiva previsti dalla legge 102/2004. Le Regioni interessate possono deliberare la proposta di declaratoria di eccezionalità degli eventi atmosferici entro il 30 dicembre 2017.

Il Mipaaf, per garantire maggiora liquidità alle imprese agricole, ha anche chiesto alla Commissione europea di: autorizzare l’erogazione di anticipi almeno fino al 70% per i pagamenti diretti e almeno fino all’85% per il sostegno concesso nell’ambito delle misure a superficie dello sviluppo rurale; applicare una deroga sul greening che consenta agli agricoltori di utilizzare i terreni lasciati a riposo per il pascolo/sfalcio anche nei periodi in cui tale pratica è vietata.

Inoltre, come investimento strategico sul medio periodo il Mipaaf ha attivato un bando per migliorare le infrastrutture irrigue con una dotazione finanziaria di circa 600 milioni di euro e che verrà chiuso entro il 31 agosto. A questo si aggiunge un investimento di 107 milioni di euro su 6 opere irrigue già cantierabili e i cui lavori partiranno nei primi mesi del 2018.

La Regione Sicilia, lo ha annuncia l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, ha: “Approvata in giunta regionale la dichiarazione di stato di calamità per gli incendi che hanno colpito la Sicilia nei giorni scorsi”. “E’ stato dato mandato alla protezione civile di predisporre la classificazione dei danni. Il primo passo da attuare sarà quello di acquisire tutti gli elementi necessari per quantificare l’entità economica dei danni, successivamente verranno avviati tutti gli adempimenti utili ad individuare gli strumenti da mettere in campo per sostenere le aziende danneggiate dagli incendi”.

“L’Italia ha bisogno di invasi per conservare l’acqua che la natura dona con generosità. Siamo un Paese tra i più piovosi d’Europa e tra i più ricchi d’acqua del mondo ma povero di infrastrutture, dove ogni cittadino ha a disposizione ben 2.800 metri cubi d’acqua”, ha fatto notare Erasmo D’Angelis, coordinatore dell’Unità di Missione #ltalia sicura, nei primi del mese di luglio, annunciando un Piano nazionale degli invasi – 2.000 tra medi e piccoli – per il quale si prevede una spesa di 20 miliardi di euro in 20 anni.

La gestione del Piano sarà affidata al Ministero delle politiche agricole e i fondi proverranno da un prestito della Banca europea degli investimenti (Bei), i cui funzionari seguiranno da vicino i progetti. Il prestito sarà restituito grazie al Fondo per gli investimenti previsto dal comma 140 della legge di bilancio 2017.

Nel corso dell’incontro è emerso che le spese da sostenere per la siccità sono molto superiore rispetto ai150 milioni all’anno da spendere per infrastrutture da parte dello Stato italiano. Insomma, la reperibilità e salvaguardia d’acqua è il nuovo e vecchio dramma della Sicilia, ma anche dell’Italia. Occorre fare qualcosa subito. Occorre divulgare una nuova educazione che miri al risparmio dell’acqua e al suo utilizzo ponderato, che inizi dagli alunni delle scuole primarie.

Provvedere alla manutenzione della rete idrica esistente le cui perdite d’acqua sono incalcolabili.
In particolare i laghi siciliani, in funzione da anni, grazie all’accumulo di materiale fangoso hanno perso la loro capacità idrica originaria, con la conseguenza che durante il periodo delle piogge le paratie delle dighe vengono aperte per consentire il deflusso a mare delle acque, pertanto, occorrerebbero delle operazioni di dragaggio dei fondali, per riportare la capacità idrica allo stato originale.

Nel frattempo non ci resta sperare che piromani, alte temperature e siccità ci consentano di poter trascorrere questo scorcio d’estate in santa pace.

“La Cia Sicilia chiede con estrema urgenza la dichiarazione di stato di calamità a causa della forte siccità e della gravissima crisi idrica che sta costringendo le aziende, in tutto il territorio regionale, a constatare ingenti danni in ogni comparto.  Situazioni straordinarie richiedono attenzioni straordinarie, confido quindi in una puntuale risposta da parte del governo regionale nell’interesse dell’economia agricola del territorio siciliano”. Lo ha scritto Rosa Giovanna Castagna presidente regionale della Cia Sicilia, in una lettera inviata all’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici.