Limoni, mercato incomprensibile

Chiunque si accosta ad una bancarella di un fruttivendolo o al banco della frutta dei supermercati non può fare a meno di accorgersi del costo esorbitante dei limoni. Quelli argentini spuntano prezzi mediamente di €. 2.50/Kg, mentre quelli nostrani, classificabili come limiuna di ‘nterra raggiungono prezzi di 1 € al Kg.; gli agricoltori viceversa lamentano che i commercianti sono disponibili ad acquistarli a 10 centesimi al chilo.

Cosa sta succedendo? Un andamento di mercato, che qualcuno l’anno scorso definì eccezionale e che invece si sta riproponendo anche quest’anno.

Per Fernando Vinaccia, patron de La Costiera azienda leader nella produzione e commercializzazione dei limoni: “Questi prezzi sono determinati da una sostanziale carenza di prodotto. I quantitativi sono pochi per tutti, manca il prodotto spagnolo, di italiano ce n’è poco e quindi per la legge del mercato i prezzi sono in salita. Ma avevamo previsto questa situazione già dallo scorso anno, sarà un’estate tribolata”, osserva l’imprenditore che, come tanti altri operatori, è in attesa di capire che influenza avrà il prodotto in arrivo dall’Argentina. “Attualmente i limoni sudamericani non sono molti, ma da quel che ho capito nei prossimi venti giorni ci dovrebbe essere più disponibilità e anche i prezzi potrebbero stabilizzarsi. Ma se devo fare una previsione – prosegue Vinaccia – le quotazioni saliranno ancora, potranno arrivare sino a 3 euro il chilo. Ci sarà da soffrire fino a settembre-ottobre, quando avremo la nuova produzione e, con le nuove quantità, i prezzi si calmiereranno. Le vendite? Scorrevoli, anche se i prezzi alti non aiutano i consumi”.

Difficile comprendere cosa sia successo negli ultimi anni. Il limone, soprattutto d’estate, diventa indispensabile sia come dissetante sotto forma di granita, granulosa, o gelato al limon come canta Paolo Conte, a parte il fatto che molti estimatori lo utilizzano spremuto in acqua fredda come tonificante e idratante.

Inoltre, centinaia di piatti a base di pesce e di carne della cucina siciliana sono accompagnati da pezzetti di limoni, la presenza del limone sotto forma di scorzette guarniscono e insaporano i coloriti aperitivi, insomma centinaia di modi di consumo nel sicilianissimo food in cui il limone non manca mai.

Per soddisfare la domanda dei consumatori ed estimatori di prodotti a base di limone, venuta meno la base produttiva isolana, ogni anno siamo costretti ad importare limoni, sia dalla Spagna, e da qualche anno dall’Argentina, mentre i nostri limoni non vengono più raccolti. È una vera follia!

Bisogna far presto con una campagna di informazione e di valorizzazione e recupero del limone siciliano, prima che le tecniche di coltivazione vadano perse; creare accordi di filiere, con i trasformatori, i ristoratori, pasticcerie e gelaterie, valorizzare attraverso sagre i prodotti trasformati, granita prima di tutto, insomma fare qualcosa per salvare questo patrimonio produttivo che per qualità non teme rivali in tutto il mondo.

E al limone dal 5 al 7 agosto Bagheria dedica la manifestazione “Verdello Fest” una vetrina, che il giornale “voce di Bagheria” pubblicizza: “A volte gli eroi ritornano e stavolta a riprendersi la scena prepotentemente sarà il limone verdello; simbolo del benessere e della prosperità della Bagheria dei tempi d’oro, quando per un trentennio, dal dopoguerra sino agli inizi degli anni settanta, la coltivazione del limone, tra tutte le colture dell’Italia meridionale era quella che assicurava il più elevato valore aggiunto in termine di utile. Il limone, in quegli anni, garantì alla nostra comunità prosperità e benessere diffuso, contribuendo a costruire l’immagine di una comunità laboriosa, attiva e dall’indole commerciale e mercantilistica”.

E annuncia inoltre: “Buon cibo, gastronomia di eccellenza, degustazione di vini, intrattenimento, cultura, valorizzazione di prodotti tipici; saranno i protagonisti della serata conviviale nella quale i soggetti organizzatori: l’Associazione “La Piana d’Oro, la Confraternita del Patriarca San Giuseppe e la Pro Loco “Città delle Ville” di Bagheria, con il patrocinio del Comune di Bagheria. La manifestazione vedrà il coinvolgimento degli operatori commerciali direttamente impegnati nella micro-filera produttiva legata al limone (produttori di limoni, gelaterie, ristoranti, panifici, pasticcerie, wine bar, industrie di produzione di essenze, etc.) e dell’artigianato artistico”.
Speriamo che possa essere l’inizio di una nuova consapevolezza del recupero di questo meraviglioso agrume a forte caratterizzazione siciliana ritenuto un frutto dal sapore aspro intenso, ma ricco di virtù salutistiche. Lo sanno le signore siciliane che insieme all’alloro, dopo una lunga bollitura, lo servono come digestivo. Fino a qualche decennio addietro la Sicilia era la più grande produttrice di limoni del mondo. I nomi delle cultivar e dei cloni sono ricorrenti: il “Femminello”, prodotto nel siracusano, il “Monachello” diffuso in tutta la Sicilia, l’“Interdonato” nella costa Ionica tra Messina e Taormina. Il “Lunario”, capace di fiorire ad ogni compimento della luna, ecc. La Conca d’Oro, giardino di un tempo di Palermo, si producevano limoni verdelli, ottenuti mediante la pratica della forzatura. Il medico inglese James Lindt a bordo di una nave scoprì, altresì, che la somministrazione quotidiana all’equipaggio di due arance e un limone faceva regredire rapidamente lo scorbuto, una pericolosa malattia dovuta alla carenza di vitamina “C” che mieteva più vittime di una battaglia navale. Non a caso la medicina moderna consiglia di consumare quotidianamente gli agrumi. Quindi vitamina “C”, ma anche vitamine B1 e B2, capaci di migliorare il sistema respiratorio e digestivo e stimolare l’appetito e l’accrescimento. Non manca la vitamina PP che notoriamente combatte la pellagra. Ed ancora i caroteni, precursori della vitamina A che combattono le infezioni e migliorano il sistema visivo, ed infine, la fibra in essi contenuta è stata messa in relazione con una minore incidenza delle malattie tumorali. A ben ragione si può quindi sostenere che il consumo di agrumi se da un lato nutre il corpo, dall’altro ne preserva la salute.