“Vini italiani fuori mercato”, Corrao (M5S) chiama a raccolta gli eurodeputati per la tutela dei viticoltori italiani

“Un fronte comune di tutti gli europarlamentari italiani per indirizzare l’Unione Europea a cambiare i regolamenti che di fatto pongono fuori mercato i prodotti vinicoli provenienti dal bel paese”. Dopo le due interrogazioni alle quali l’Europa aveva risposto picche, l’europarlamentare M5S Ignazio Corrao, prende carta e penna e scrive a tutti i membri della delegazione italiana a Bruxelles, per avviare una sorta di class action che faccia pressione sull’esecutivo europeo per modificare i regolamenti sullo zuccheraggio del vino, pratica consentita in paesi europei, quali il Belgio, la Francia e la Germania che correggono il tasso alcolico dei vini con semplice zucchero, mentre all’Italia viene imposto di usare mosto concentrato, il tutto senza alcuna distinzione in etichetta.

“Gentile On.le Collega – scrive l’eurodeputato alcamese nella missiva – ti scrivo per porre alla tua attenzione la delicata questione del procedimento di zuccheraggio e della relativa lacuna normativa in merito all’etichettatura dei prodotti vinicoli, fenomeni che danneggiano seriamente il comparto agricolo italiano, specialmente quello del sud Italia. Da tempo nella produzione vinicola europea vige una situazione di concorrenza sleale causata dal fenomeno dello zuccheraggio, cioè il procedimento enologico attraverso il quale si aggiunge zucchero o altri saccarosi al mosto per farne aumentare il grado alcolico. Infatti, senza tale aggiunta molti vini stranieri, che non arrivano a 7/8 gradi, non potrebbero entrare nei mercati poiché, come è noto, la gradazione minima per ottenere un vino è di almeno 7 gradi. La suddetta pratica è vietata in Italia, poiché considerata sofisticazione, mentre è lecita in molti paesi Europei tra cui la Germania, alcuni territori della Francia, il Belgio, Olanda e altri ancora. Ai viticoltori italiani, invece, si permette di utilizzare MCR (mosto concentrato rettificato) che è derivato direttamente dell’uva e non da altre colture e che quindi non costituisce sofisticazione. Lo zucchero, però, ha un prezzo di gran lunga inferiore del mosto concentrato, con conseguenti maggiori costi a carico degli agricoltori italiani, costo che incide anche sul prodotto finale e sul consumatore.[…] Per tali ragioni – conclude Corrao – vi invito a sostenere l’emendamento presentato dal collega Pedicini, al testo dell’Oral Question relativo alla “Strategia in materia di alcool”, attraverso il quale si richiede l’obbligatorietà dell’indicazione sull’etichetta in caso di utilizzo di saccarosio per la produzione di vino”.