Si è dimesso l’assessore all’Agricoltura Nino Caleca

“Continuo a sognare una politica nuova, pulita e trasparente per la Sicilia. Non ci rinuncio. Avverto un totale senso di estraneità di fronte a incomprensibili ritorni al passato. Le mie dimissioni sono irrevocabili e con effetto immediato. Presidente ti voglio bene. Nino Caleca”. Con queste parole l’assessore regionale all’Agricoltura, Nino Caleca, si è dimesso dal suo incarico.

“Ringrazio l’assessore Caleca per la collaborazione di questi mesi e il gruppo di Sicilia democratica per il sostegno che ha assicurato al medesimo per la proposta della sua nomina, su iniziativa del beneamato Lino Leanza”, sono le parole del presidente della Regione, Rosario Crocetta, dopo le dimissioni dell’assessore regionale all’Agricoltura, Nino Caleca.

“Caleca, devo dire con estrema sincerità, – prosegue il governatore – ha colto in questi mesi la linea delle politiche di legalità che contraddistinguono e hanno contraddistinto il mio governo passato, presente e futuro e ha sempre accolto le niziative da me proposte in tal senso, come l’accoglimento all’interno delle politiche agricole, di un contrasto alla mafia dei pascoli, proposto da me, dal sindaco di Troina e dal presidente del parco dei Nebrodi Antoci. Caleca è stato pronto a recepire con entusiasmo alcune mie proposte e in particolare, come ha fatto nel corso dell’ultima giunta, due clausole rivolte, una a richiedere le informative antimafia preventive a tutti i partecipanti ai bandi proposti sulla banca della terra dall’assessorato, cosa mai successa prima all’assessorato Agricoltura; la seconda finalizzata ad escludere dalla concessione dei terreni coloro che, e si tratta spesso di soggetti mafiosi, illegittimamente, con usucapione hanno acquisito proprietà della Regione. C’è molto da fare nel campo agricolo, dove la malavita e la mafia sono forti e continuano a minacciare, vanificando quelle lotte per la riforma agraria che i contadini siciliani hanno pagato a caro prezzo, a partire dalla strage di Portella della Ginestra e dall’omicidio di Placido Rizzotto. Sono convinto che siamo solo all’inizio, che in agricoltura si riscontrano profondi ritardi, che quel sistema è stato solo scalfito. Il nuovo interlocutore cui verrà assegnata la guida dell’Assessorato, dovrà tenere alto l’impegno antimafia, in modo concreto, con la consapevolezza che io voglio fare molto sul serio. Indietro non si torna. Il mio governo ha avviato una lotta alla mafia senza precedenti e in uno stato di diritto le responsabilità degli uomini non si misurano in base alla loro appartenenza politica, ma sulle loro azioni concrete. In ogni caso gli assessori dell’attuale giunta, sono stati da me nominati sulla base delle indicazioni delle forze politiche che sostengono il governo, alcune delle quali sono espressione di un centro politico al quale appartengono, con tratti di storia comune e persino di militanza nello stesso partito, i parlamentari che hanno indicato e poi sostenuto fino all’ultimo momento l’assessore Caleca, con i quali quotidianamente si rapportava. Mi è dispiaciuto, dopo il miglior vertice politico di maggioranza degli ultimi due anni e mezzo, ricevere sul mio tavolo le dimissioni dell’assessore Caleca, avrei voluto sinceramente discuterle e condividerle con lui, rassicurandolo che la garanzia di legalità è rappresentata da un presidente che tale scelta l’ha fatta da sempre, quale ragione profonda di vita e non come un habitus momentaneo, da una squadra di governo e da una coalizione che condividono fortemente tale linea. Non c’è spazio per l’illegalità nel nostro governo, né tantomeno per facili valutazioni su altri componenti della giunta che hanno una storia politica condivisa da rappresentanti di Sicilia democratica, che lealmente sostengono l’impegno di cambiare la Sicilia”.