Arriva l’olio tunisino, per l’extravergine siciliano oltre al danno la beffa

Oramai è quasi fatta. Pare che l’UE, come misura temporanea per aiutare l’economia di Tunisi a riprendersi dai colpi inferti dal terrorismo al settore turistico, abbia intenzione d’autorizzare l’incremento fino alla fine del 2017, di ulteriori 35.000 tonnellate di olio d’oliva: l’accordo prevedeva l’importazione di 56.700 tonnellate, pertanto le due quote toccherebbe i 91.700 tonnellate.
La Commissione ha intenzione di aprire la quota supplementare, che si attiverà solo una volta esaurito il contingente già accordato, dall’1 gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2017. Ha quindi bisogno di un via libera piuttosto celere da Consiglio e Parlamento, che dovranno esaminare la proposta nelle prossime settimane.
Per il produttore Francesco Bruscato: “L’introduzione di questa ulteriore quota porterà il prezzo dei nostro olio extravergine di oliva al collasso. Ma oltre al danno ci sarà la beffa, poiché l’olio di qualità resterà invenduto, mentre gli oli tunisini, utilizzati dalle grosse industrie finiranno negli scaffali dei supermercati con un prezzo di comodity”.
Per l’eurodeputato Giovanni La Via: «La proposta della Commissione europea, seppur lodevole nell’intento di solidarietà, così come presentata potrebbe rappresentare un grave danno per l’olivicoltura italiana e del sud Europa». «Aspettiamo la proposta in Parlamento – ha proseguito La Via – e posso sin da ora confermare che ci batteremo per la sua modifica, cercando la maggioranza parlamentare necessaria per tutelare i nostri imprenditori e i nostri consumatori. Chiederemo la riduzione della quota e, inoltre, l’inserimento di clausole di reciprocità, per far si, quanto meno, che i produttori tunisini rispettino le nostre regole tese ad assicurare gli standard di qualità e di produzione europei».