L’intrigante storia del “Pesto alla Trapanese”

Sembra quasi impossibile pensare che la ricetta di uno dei piatti tipici dell’enogastronomia siciliana, il popolarissimo “Pesto alla Trapanese”, possa avere ispirato due vecchi amici a scrivere un libro di circa 100 pagine.
Mario Liberto, insieme al suo amico Wolly Cammareri, entrambi giornalisti, hanno provato in maniera divertente e intrigante a ricostruire la storia di un piatto, emblema alimentare di uno dei territori più vocati d’Europa.
Vino, olio, ortaggi, frutta secca, cereali, ecc. prodotti che sembrano tutti fuoriusciti da un’enorme cornucopia che si rispecchiano nella confluenza del mar Mediterraneo e del Tirreno, all’ombra di monte S. Giuliano che sovrasta e protegge l’estrema propaggine dell’”Isola del sole”.

Un territorio dentro ad un piatto. Questo è il titolo del primo capitolo, che motiva la realizzazione del libro “Pesto alla trapanese”, personificazione della gastronomia elima, assonanza alimentare che meglio identifica e caratterizza il territorio trapanese. Piatto fortemente legato al territorio e alla sua popolazione, entrambi, artefici e comprimari di questa salsa che costituisce un’alchimia tra condimento e rimedio naturale, rappresentante di una identità che come un vessillo sventola sulla storia di questo antico e glorioso territorio, ritenuto uno dei più belli al mondo.
Terra di mulini, di saline, di bagli, di torri, di porti, groviglio di culture, religioni, saperi e sapori, che da sempre convivono e continuano a prosperare in un equilibrio sociale ed economico davvero singolare. Un piatto che è un po’ di tutto: territorio, alimenti, sapere dei luoghi, mare, sale, identità culturale, e anche per questo, va amato, rispettato, fatto conoscere e lasciato in eredità alla nostra progenie. Sapori e profumi assimilati da quei geni di cui parla Claude Lévi-Strauss, quando asserisce che è più facile perdere “i codici linguistici che quelli alimentari”.

Piatto di terra e di mare. Piatto storico, buono per contadini e marinai; piatto che ha parenti sparsi in tutto il mondo: si pensi all’agliata, quella salsa medievale, che attraverso la cultura e le virtù dell’aglio, alimento ambivalente, un po’ condimento e un po’ medicamento, ha diffuso la prelibatezza del pesto. Un piatto che esprime il sapere e l’evoluzione degli uomini che l’hanno concepito, legato al tessuto economico, sociale ed etico del territorio, pieno di storie che coinvolgono intere famiglie e generazioni, salsa utile per riappropriarsi di una memoria alimentare che rischia di scomparire.

Il “Pesto alla trapanese” ha avuto ed ha una posizione di centralità gastronomica ed economica essenziale. I suoi componenti sono: aglio di Nubia (Paceco), pomodoro pizzutello di Paceco, olio dop delle Valli Trapanesi, sale Igp di Trapani e Paceco, mandorle ericine, basilico e pecorino dop, pasta di grano duro (busiate o iolanda) che insieme al melone e al vino, alimentano il sistema produttivo del territorio rurale elimo.

Tra le principali motivazioni che spingono i turisti a visitare la provincia trapanese, oltre all’immenso patrimonio ambientale, artistico e culturale, c’è l’enogastronomia. Il cibo è diventato un importante valore aggiunto per il rilancio economico di un territorio, anche sotto l’aspetto turistico che si contraddistingue per la riscopre dell’identità e la singolarità dei luoghi.

Il pesto alla trapanese, così come il Cuscus, sono piccoli scrigni dove si mescolano tradizione, storia personale e sapienza “materiale” e che spesso è il risultato di un’evoluzione secolare che racchiude cultura, economia, arte e paesaggio che insieme determinano l’identità del territorio trapanese.

Il cibo, allora, diventa il punto di partenza per raccontare e vivere le storie di questo territorio. L’obiettivo di questo libro non è solo quello di ragionare attorno ad una ricetta, ma vuole essere uno stimolo per attirare nuovi visitatori solleticando la curiosità di scoprire di persona la provincia elima attraverso i suoi tesori, a partire (quindi) dai piaceri della tavola.

Il costo è di 12 €. Compreso l’invio. Il libro è edito dal giornale “Sicilia Agricoltura” e si trova nelle migliore librerie trapanesi, oppure si può richiedere a segreteria@siciliaagricoltura.it.