Calendario venatorio, il Tar respinge la sospensiva

Respinta dal Tar la richiesta di sospensiva del calendario venatorio in Sicilia, la decisione finale nel merito del ricorso sarà discussa il 15 settembre. Il Tar di Palermo, infatti, respinto l’istanza di sospensione cautelare del calendario venatorio che era stata presentata dalle associazioni ambientaliste. A presentare il controricorso sono state le associazioni venatorie Sindacato Nazionale Cacciatori, Liberi Cacciatori Siciliani, Federazione Siciliana Caccia, Caccia Pesca e Ambiente, Artemide, Caccia Regno delle Due Sicilie e Federazione caccia per le regioni d’Europa, rappresentate dallo studio legale Di Giunta. L’udienza in camera di consiglio sul ricorso è stata fissata per il 15 settembre. Quindi per il momento il calendario venatorio rimane valido. “Non posso che essere soddisfatto del lavoro equilibrato fatto dal mio assessorato che è stato riconosciuto da un giudice terzo”, afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici.

Sul tema è intervenuto anche Vito Sinatra, capo della segreteria tecnica dell’Ufficio di gabinetto dell’Assessorato Agricoltura che sul suo profilo Facebook ha scritto: “La decisione del giudice monocratico del Tar di palermo, assunta in data odierna, non deve essere letta, in via prevalente, come la vittoria dei portatori d’interesse del mondo venatorio, sarebbe troppo riduttivo e di parte. Essa è infatti, soprattutto, l’affermazione del principio che un diritto normato da legge, non può diventare oggetto di tifoserie tra parti opposte. Ciascuno potrà legittimamente avere opinioni diverse e contrapposte sulla pratica venatoria, ma ciò non può consentire a chicchesia di utilizzare comportamenti ed azioni strumentali, a volte condotte con false argomentazioni, per delegittimare atti amministrativi che discendono, non già da partigianerie, ma da compiti istituzionali regolamentati da legge e adottati nel rispetto di procedure tecnico/amministrative precise! Il giudice, nella sua autorevole terzietà, ha riconosciuto la infondatezza della richiesta dei ricorrenti, anche attraverso la lettura delle motivazioni contenute nel controricorso avanzato “ad opponendum” dalle associazioni venatorie , il cui prezioso contributo è innegabile, ed ha assunto, conseguentemente, la propria decisione (decreto cautelare n.1069/2017). Tale decisione rappresenta il riconoscimento di un lavoro svolto correttamente, nel rispetto delle norme e delle procedure! Le opinioni sono altra cosa e le rimandiamo ai salotti buoni! Leggo adesso le motivazione della decisione del Giudice (decreto presidenziale n. 01976/2017) e sono pienamente soddisfatto per il riconoscimento puntuale della infondatezza di tutti i punti riportati dai ricorrenti in materia di sospensiva del C.V”.

Legambiente Sicilia, WWF e LIPU hanno presentato al Tar la richiesta di revoca e di sospensiva del calendario venatorio 2017/2018 emanato nei giorni scorsi dall’Assessore regionale all’Agricoltura, perché, hanno scritto in un comunicato, «non vengono rispettate diverse norme nazionali e i pareri espressi dall’ISPRA. Nei giorni scorsi, inoltre, WWF, LEGAMBIENTE, ITALIA NOSTRA, LIPU e MAN avevano inviato una diffida per chiedere che, quantomeno, il Calendario si uniformasse al parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), autorevole organo scientifico cui è attribuita la valutazione tecnica della sostenibilità delle modalità e dei tempi del prelievo venatorio su tutto il territorio nazionale. Ed invece le scelte della Regione vanno nella direzione opposta: il parere ISPRA è stato largamente e gravemente disatteso proprio in materia di specie e periodi. Ad esempio, ISPRA aveva chiesto di diminuire l’elenco delle specie cacciabili e di aprire la caccia solo a ottobre. Invece sono state inserite ben 13 specie di uccelli che censimenti e studi scientifici internazionali indicano come minacciate, rare o in declino preoccupante e dunque necessitanti di tutela anziché di caccia smodata. Inoltre, nel ricorso si sottolinea la grave situazione che persiste nella nostra regione a causa degli incendi, che hanno devastato oltre 20mila ettari (la Sicilia ha il triste primato di essere la regione più colpita), e dalla lunga siccità. Ancora una volta la Regione Siciliana è in prima linea nello scrivere una brutta pagina di convivenza civile e di civiltà, non avendo rispetto non solo delle leggi ma neppure del buon senso».

«Malgrado la nostra diffida – ha detto Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – e l’invito che abbiamo rivolto al Governo nazionale e a quasi tutti i presidenti di quelle regioni colpite, come non mai, da incendi e siccità di posticipate l’apertura della caccia all’1 ottobre, l’assessore Cracolici, piegandosi ancora una volta alla lobby dei cacciatori, ha emanato un calendario venatorio che anticipa vergognosamente l’avvio della caccia in Sicilia, non rispettando neppure le precise indicazioni dell’Ispra. D’altronde, lo sappiamo, i conigli e le tortore non votano, i cacciatori, se pur sempre meno numerosi, sì! E chi se ne importa se abbiamo nel contempo chiesto lo stato di calamità per l’agricoltura assettata e i boschi incendiati e facciamo pure finta di emozionarci davanti alla riserva dello Zingaro incenerita… tanto i cittadini elettori hanno la memoria corta e non se ne accorgeranno. Forse!».