Cia: “Procedure per la certificazione antimafia farraginose, snellirle”
A partire dallo scorso 20 novembre è scattato l’obbligo di presentazione della certificazione antimafia per tutti gli agricoltori beneficiari di fondi europei. La modifica introdotta con il maxiemendamento al decreto legge fiscale esenta le aziende che percepiscono fondi europei per un ammontare inferiore ai 5mila euro, ma restano soggette al provvedimento circa 300mila aziende agricole. La macchina burocratica è stata completamente bloccata dall’obbligo di produzione cartacea della certificazione antimafia e questo ha generato il blocco delle erogazioni da parte di AGEA.
Le aziende saranno così messe in difficoltà da questo ulteriore ammanco di liquidità che si aggiunge al già gravissimo e non più giustificabile ritardo delle erogazioni risalenti alle annualità 2015 e 2016. “Nessuno intende esimere la categoria dal controllo, ma vanno individuati metodi che non penalizzino gli agricoltori – dichiara Rosa Giovanna Castagna, coordinatrice regionale Agrinsieme – ed in ogni caso i criteri non possono essere attivati in fase di pagamento”.
In Commissione agricoltura è stato approvato l’emendamento che alza il tetto minimo di contribuzione a 25mila euro, ma questo non sarà sufficiente a snellire le procedure e velocizzare i pagamenti; inoltre il provvedimento è eticamente inaccettabile perché riferito alla sola categoria agricola.
“Chiediamo un incontro con il Governo regionale – conclude Castagna – affinché intervenga nelle opportune sedi istituzionali a difesa delle aziende agricole, già fortemente penalizzate dalla siccità della passata stagione estiva e dai ritardi relativi ai pagamenti degli anni passati e sui quali chiediamo senza più proroghe l’immediata erogazione”.