“In Italia smantellata la rete di monitoraggio della qualità del grano”, l’allarme di Giuseppe Russo

“Da oggi in Italia è ufficialmente smantellata la rete nazionale di monitoraggio della qualità del grano, coordinata a livello nazionale dal Crea di Roma e gestita in Sicilia dal Consorzio di Ricerca Ballatore e dell’Assessorato regionale all’Agricoltura”. L’annuncio arriva da Giuseppe Russo del Consorzio di Ricerca Ballatore, stimato studioso del comparto.

Giuseppe Russo evidenzia inoltre che: “Questa “best practice” introdotta circa 20 anni fa in Italia, ha permesso fino al raccolto 2017 di disporre di un sistema condiviso (con carattere di terizietà) per conoscere la qualità del grano coltivato dall’agricoltore, ha dato a quest’ultimo elementi utili per gestire la contrattazione commerciale, ha consentito di realizzare lo stoccaggio differenziato per categoria merceologica e rispondere così alle esigenze espresse dal trasformatore in termini di profilo qualitativo specifico richiesto. In Sicilia la rete consente di effettuare mediamente circa 10.000 analisi durante il raccolto (con una flessione però negli ultimi anni a causa della obsolescenza degli strumenti che si guastano frequentemente) ed attuare lo stoccaggio differenziato, individuando così le partite migliori da destinare per esempio alla produzione di pasta di qualità. E’ una brutta notizia che sminuisce il risultato di aver reso obbligatorio in etichetta della pasta l’origine del grano. Che senso avrebbe conoscere che nella pasta c’è grano italiano se poi non siamo sicuri sulla sua qualità?”.

Considerata la gravità della problematica sarebbe opportuno, sollecitare il ripristino di questo strumento così prezioso e interessante per tutti i produttori italiani e in particolare siciliani. Tra l’altro, in questi vent’anni il Consorzio Ballatore ha incamerato una quantità di dati sulle varietà più idonee sotto l’aspetto qualitativo e produttivo, informazioni utili ai nostri produttori.

Invitiamo l’Assessore Bandiera e tutte le forze politiche ad intervenire presso il Ministero delle Politiche Agricole e i vertici del CREA per ripristinare lo smantellamento di questa rete di monitoraggio, il cui costo, tra l’altro è ridotto a poche migliaia di Euro; Uno strumento utilissimo per tutti i produttori di grano italiani e in  particolare quelli siciliani, “in modo da non mandare all’aria venti anni di dati e di informazioni, che hanno permesso peraltro di costruire conoscenza e valore, come la certificazione della bassa umidità del grano siciliano e il suo basso rischio di contaminazione da micotossine”.