Asino siciliano, Pantesco e Ragusano: disegno di legge all’Ars per la tutela
“In antitesi ai luoghi comuni, sono animali intelligenti, falsamente indolenti o svogliati, di spirito libero ma mansueti, utili poiché resistenti alle fatiche pur in condizioni estreme e di compagnia fino al punto da esser riconosciuti dalla Medicina quali soggetti ottimi per la pet terapia: questa l’indole degli asini. Ma le nostre tre razze isolane autoctone sono a rischio” così Giorgio Assenza, presentando in Ars un composito disegno di legge finalizzato alla tutela dell’Asino grigio siciliano, di quello Ragusano e del Pantesco, per la valorizzazione della specie e per incentivare l’utilizzo del ricco latte che, per le sue proprietà organolettiche, anallergiche e sostanziali, è il più vicino a quello umano e, per ciò, viene già utilizzato a scopi terapeutici oltre che prettamente alimentari.
“Questa proposta (scritta a più mani e, per questo, voglio ringraziare i professori Biagina Chiofalo e Luigi Liotta dell’Università di Messina) – spiega meglio il presidente del Collegio dei Questori in Assemblea regionale – dispone l’avvio della protezione delle tre razze indigene le quali, a causa della sempre crescente meccanizzazione delle attività di campagna, potrebbero essere a rischio estinzione se non si avviino le misure necessarie, stabilendo innanzitutto i valori medi dei parametri morfologici a cominciare dall’Asino grigio siciliano (comunemente conosciuto come Ferrante) le cui origini sono molto antiche, passando per l’autoctono di Pantelleria fino alla razza Ragusana, di più recente costituzione, riconosciuta nel 1953 dall’Istituto per l’incremento ippico che tiene il registro anagrafico e diffusa in gran parte della provincia, da Santa Croce Camerina a Comiso a Scicli e Modica”.
“Il rilancio in tutti i sensi della figura dell’asinello, dell’incremento sostenibile della produzione e della commercializzazione del suo latte – conclude Assenza – sarà quindi anche foriero di sviluppo economico pure al di là degli impieghi in campo medico con l’auspicabile incremento ulteriore della onoterapia, rivolta sia agli adulti come, principalmente, ai bambini problematici per aiutarli nell’età della crescita”.