Manifesto per la costituzione della Consulta per la Gestione forestale responsabile in Sicilia

 

L’abbandono delle aree rurali e montane – di cui si registra un progressivo aumento negli ultimi 50 anni – costituisce un rischio ambientale, economico e sociale per l’intero Paese. È infatti ormai riconosciuto il ruolo essenziale svolto dalle foreste per la difesa dell’ ambiente, in termini di biodiversità, ciclo dell’acqua, assetto idrogeologico, fissazione dell’anidride carbonica e prevenzione dei fenomeni di riscaldamento globale.

Le foreste, inoltre, rivestono un ruolo chiave nell’economia di molte aree rurali e rappresentano la base per nuove iniziative, sia in chiave turistico- ricreativa e culturale, sia nella filiera produttiva ed energetica del legno.

Il potenziale economico dei boschi italiani risulta ancora oggi in parte inespresso, rispetto ad un mercato del legno caratterizzato da una eccessiva dipendenza dall’estero. L’offerta nazionale di legname, infatti, è insufficiente a soddisfare la domanda delle industrie di trasformazione. È quindi importante rilanciare la gestione attiva e sostenibile dei boschi che, oltre alle valenze territoriali, sociali e paesaggistiche, potrebbe contribuire a fornire biomassa prodotta con metodi sostenibili.

La valorizzazione delle funzioni ambientali, produttive, sociali, culturali e ricreative dei boschi italiani non può prescindere, quindi, da scelte gestionali, che devono contemporaneamente garantire la conservazione degli ecosistemi, il loro stato di salute l’approvvigionamento di materie prime e prodotti forestali per le filiere industriali, lo sviluppo socio-economico delle popolazioni locali, e la fruibilità turistica delle aree boscate.

Per le ragioni sopra espresse il Governo italiano ha approvato un testo unico in materia forestale che ha come obiettivo principale la valorizzazione economica dei servizi ecosistemici erogati dalle foreste nell’ambito di una gestione responsabile.

La Gestione Forestale Sostenibile (GFS) come processo di tutela della risorsa naturale, rappresenta ancora oggi lo strumento principale per la conservazione della biodiversità e del paesaggio, per la mitigazione degli effetti del dissesto idrogeologico, il contrasto agli incendi e al cambiamento climatico, nonché una fonte occupazionale ed economica.

Lo strumento principale della GFS è la pianificazione, oggi ancora poco diffusa; infatti solo il 15% circa dei boschi italiani è sottoposto ad una pianificazione di dettaglio (piani di gestione/assestamento forestale), strumento fondamentale per garantire l’offerta di tutti servizi ecosistemici in equilibrio, compresi i prodotti legnosi e non legnosi.

La Sicilia è l’isola più estesa del Mediterraneo ed è la più grande regione italiana. L’Isola è caratterizzata da una elevata variabilità in termini geo-litologici, pedo-climatici ed è espressione della sua storia millenaria e della secolare azione di popoli e culture diverse che ne hanno modellato il paesaggio e contribuito all’affermazione di uno straordinaria livello di biodiversità.

Il paesaggio tradizionale siciliano è caratterizzato principalmente dai sistemi agricoli (colture estensive, ex coltivi), da pascoli, praterie e arbusteti, mentre le superfici occupate dalle formazioni forestali sono più ridotte e legati prevalentemente ai rilievi montuosi dell’Isola.

Secondo i dati dell’Inventario Forestale della Regione Siciliana del 2010, la Sicilia con i suoi 274.454 ettari di boschi (boschi alti sensu definizione FAO) è una delle regioni italiane con il coefficiente di boscosità più basso, circa il 10.67%. Il 36% (93.646 ha) della superficie di tali boschi è costituita da rimboschimenti di conifere (51%) e latifoglie (35%). La superficie forestale regionale, se si considerano anche le altre terre boscate (macchie e arbusteti, boschi bassi, boschi radi) è pari a 512.121 ha, quasi il 20% della superficie complessiva dell’Isola. Le Macchie e gli arbusteti da soli rappresentano il 20% (101.161 ha) della superficie forestale regionale, una quota significativa trae origine da processi di ricolonizzazione di coltivi abbandonati.

La gestione forestale in Sicilia, condotta in assenza di piani di gestione e quindi di obiettivi, è stata e continua ad essere episodica e non tiene conto delle effettive esigenze colturali dei boschi, nonostante l’esistenza, da almeno 60 anni, di una notevole disponibilità di manodopera. In tale contesto non è stato possibile gestire in modo sostenibile i boschi esistenti, aumentare ulteriormente la superficie forestale e tanto meno di valorizzare economicamente i prodotti legnosi e non legnosi, di contrastare più efficacemente i rischi ambientali (dissesto idrogeologico, desertificazione, incendi) e di aumentare la loro resilienza ai cambiamenti climatici.

 

Obiettivi e promotori della consulta

La Consulta è costituita da Istituzioni/Organizzazioni/Associazioni che a vario titolo sono coinvolti direttamente o indirettamente in attività di formazione, ricerca, volontariato, rappresentanza sindacale, inerenti la pianificazione, gestione e tutela delle risorse forestali in Sicilia.

La Consulta si propone quale interlocutore delle Istituzioni regionali competenti per promuovere in Sicilia una politica forestale volta alla gestione sostenibile e responsabile delle risorse forestali. Inoltre, la Consulta promuoverà iniziative culturali per aumentare la consapevolezza dei cittadini sul ruolo fondamentale che le risorse forestali svolgono per la salute del Pianeta Terra.

Di seguito sono indicati in sintesi le proposte tecnico-operative per una nuova politica forestale regionale ed i potenziali benefici ambientali, economici e sociali che ne potrebbero derivare dalla loro realizzazione.

 

Proposte per una nuova politica forestale regionale

Pianificazione, Inventario e carta forestale

Il Piano Forestale Regionale della Sicilia (PFRS) è scaduto nel 2013. Il suo aggiornamento è urgente poiché rappresenta lo strumento di programmazione di riferimento del Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 e della pianificazione forestale di livello territoriale e aziendale.

La gestione dei boschi esistenti non può prescindere dalla redazione per tutti i Demani della Sicilia di piani di gestione forestale (PGF) secondo le linee guida emanate dall’Assessorato Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea con il Decreto n. 85/2016. Analogamente  va posta con priorità la pianificazione dei sistemi boscati privati a partire da quelli di maggiore estensione e interesse ambientale.

Gli incendi disastrosi degli ultimi anni confermano la necessità di procedere all’aggiornamento del Piano Regionale di difesa della vegetazione dagli incendi. L’aggiornamento deve tenere conto del fatto che gli eventi partono sempre più da aree di interfaccia urbano-foresta prive di norme di pianificazione e di misure di prevenzione.

L’Inventario Forestale (IFRS) e la Carta Forestale della Regione Siciliana (CFRS) sono stati realizzati nel 2009; anch’essi, poiché rappresentano gli strumenti di base del PFR, necessitano di essere aggiornati.

 

Gestione attiva delle risorse forestali

I PGF sono necessari per definire gli interventi selvicolturali da realizzare per la conservazione e la valorizzazione economica delle risorse forestali attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi:

– aumento della superficie forestale regionale;

– rinaturalizzazione dei rimboschimenti di conifere e latifoglie realizzati nel secolo scorso;

– conversione a fustaia dei cedui oltre turno specialmente quelli ricadenti in zona A di Parco o Riserva o nei siti della Rete Natura 2000;

– recupero dei boschi degradati dagli incendi, dal pascolo eccessivo, da tagli irrazionali o da agenti patogeni;

– ripristino colturale dei castagneti e delle sugherete in abbandono colturale;

– mantenimento e tutela degli habitat naturali e delle formazioni vegetali naturali che caratterizzano la fisionomia del paesaggio forestale e che possiedono peculiare interesse naturalistico.

La realizzazione di nuovi rimboschimenti è subordinata al rilancio dell’attività vivaistica forestale regionale.

 

Protezione dell’ambiente, Aree protette, Rete Natura 2000

Una moderna politica nel settore forestale passa attraverso una nuova e più ampia visione finalizzata alla conservazione e diffusione della biodiversità vegetale, degli habitat naturali e delle formazioni vegetali (non solo arboree) che caratterizzano il paesaggio vegetale della Sicilia e possiedono un peculiare interesse naturalistico.

In questa prospettiva diventano prioritarie  le aree naturali protette (parchi e riserve) che insieme ai Siti Natura 2000 costituiscono la Rete Ecologica Siciliana, grande e importante strumento per la conservazione del patrimonio naturale, per garantire un corretto assetto del territorio, promuovere attività economiche sostenibili, contrastare i processi di dissesto idrogeologico e di desertificazione.

L’efficacia e l’utilità ambientale e sociale di tale politica presuppongono però una effettiva attuazione delle norme  di tutela ambientale (esistenti e spesso inapplicate) e il potenziamento delle strutture di prevenzione e contrasto a fenomeni come gli incendi (che interessano sempre di più aree non boscate e spazi rurali in abbandono), il consumo di suolo, la gestione non corretta del patrimonio naturalistico e boschivo, pubblico e privato, da considerati a tutti gli effetti beni comuni da gestire in modo responsabile nell’interesse collettivo e delle future generazioni.

 

Risorse umane

Il miglioramento delle politiche in ambito forestale non può prescindere dal riconoscimento da parte delle Istituzioni nazionali e regionali, preposte alla pianificazione, gestione e tutela delle risorse forestali, delle competenze tecniche specifiche che in particolare i dottori in Scienze Forestali ed Ambientali hanno in tali settori. Una visione strategica e pianificata degli interventi nei boschi siciliani, renderebbe il lavoro in bosco più produttivo, dignitoso e razionale al raggiungimento degli obiettivi sopra elencati. Diventa determinante, quindi, riorganizzare e razionalizzare tutto l’insieme di norme e regolamenti prodotti negli anni che regolano l’attività della manodopera forestale, spesso slegate o perfino in contraddizione tra di loro, nonché impostare una seria campagna di formazione professionale degli addetti. A tal fine si auspica la formulazione di un testo unico organico, che serva a dare certezze alle regole e che risulti di semplice applicazione.

Una visione lungimirante e pianificata nel tempo, potrebbe sicuramente consentire una progressiva stabilità occupazionale, che tenga conto delle esigenze ecofisiologiche stagionali dei boschi e non dai discontinui ed irrazionali meccanismi di finanziamento della regione.

 

Benefici ambientali ed economici attesi

La gestione forestale condotta secondo la redazioni di PGF permetterebbe la razionalizzazione e riorganizzazione del settore forestale in Sicilia e di raggiungere i seguenti risultati:

– riorganizzazione sul territorio e impiego efficiente della manodopera forestale disponibile in funzione delle effettive esigenze di gestione delle risorse forestali superando l’attuale inadeguata e dispendiosa gestione degli operai forestali;

– individuazione e valorizzazione delle filiere dei prodotti legnosi e non legnosi e dei servizi ecosistemici ottenibili dalla gestione delle risorse forestali per rivitalizzare l’economia della aree rurali e contribuire a contrastare/arrestare il loro spopolamento soprattutto da parte dei giovani;

– promozione della certificazione dei prodotti e dei servizi ecosistemici ottenibili dalla gestione dei boschi;

– riduzione dei rischi ambientali legati agli incendi e al dissesto idrogeologico per le ricadute positiva della gestione forestale sulla prevenzione di tali rischi;

– maggiore stabilità occupazionale.

 

Istituzioni/organizzazioni/Associazioni promotori della Consulta e referenti:

Giorgio Clesceri, AUSF Palermo

Donato S. La Mela Veca, Dipartimento SAAF, Università di Palermo

Dario Fazzese, FLAI-CGIL Palermo

Angelo Dimarca, Legambiente Sicilia

Giovanni Giardina, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Palermo