Albergo diffuso e ruralità: se ne parla ad Aragona
Il comune di Aragona venerdì 13 aprile alle ore 18,00 presso la Biblioteca comunale organizza un convegno sull’albergo diffuso.
Il turismo si caratterizza per una crescente diversificazione dell’offerta, non solo mare, arte, natura, ma anche visite nei paesi, valorizzazione del patrimonio rurale, eventi enogastronomici, turismo del benessere, promozione eco-sostenibile del territorio, elementi che fanno parte del turismo rurale, che offre, nella prospettiva del turismo diffuso mille nuove prospettive.
In Italia, questo nuovo modo di fare vacanza è presente da qualche decennio ed è normato solo in alcune regioni. È una formula turistica che prevede di vivere il tempo del soggiorno in centri lontani dal turismo di massa, assieme alla popolazione di piccole comunità.
Aree rurali sconosciute ai circuiti tradizionali, rimaste al margine della crescita economica, attraverso il turismo mirano sia a una ripresa economica, sia alla salvaguardia dei luoghi, delle tradizioni, dei mestieri e dei sapori accumulati nei secoli. Luoghi, comunità e paesi dove il tempo pare essersi fermato, e dove storie, leggende e miti fanno parte dell’identità delle comunità che in essi vivono e che sono disposte a condividere con chi desidera avere un rapporto ancor più stretto con i luoghi scelti come mete dei loro viaggi per coglierne l’anima più vera e genuina. Un migliaio di paesi italiani da qualche tempo ha intrapreso questo nuovo modo di fare turismo, a costo sostenibile e di sicuro effetto.
È uno dei piaceri più intensi trascorrere una vacanza in un piccolo centro, contribuendo anche al suo recupero, abitando le antiche case, riscoprendo profumi e odori oramai dimenticati attraverso il fascino della fiamma di un caminetto dove brucia la legna, invogliando alla cottura alla brace. Questi paesi hanno la loro piccola o grande storia, con i suoi personaggi, con pochi o molti avveni- menti, con l’unica chiesa corredata da un semplice campanile, comunicatore di momenti drammatici e felici. Storie documentate da un piccolo museo etnoantropologico municipale, o da qualche opera artistica, elementi che, singolarmente o in comune, riescono a stabilire un forte legame affettivo fra abitanti e visitatori.
L’ecomuseo
L’ecomuseo è “un’istituzione culturale che assicura in forma permanente, su un determinato territorio e con la partecipazione della popolazione, le funzioni di ricerca, conservazione e valorizzazione di un insieme di beni naturali e culturali, rappresentativi di un ambiente e dei modi di vita che lì si sono succeduti”. La definizione e il ruolo sono sanciti dalla “Carta degli Ecomusei”.
Un ecomuseo è un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali, patrimoni naturalistici e storico-artistici particolarmente rilevanti e degni di tutela, restauro e valorizzazione.
Le opere dell’ecomuseo sono costituite non solo dagli oggetti della vita quotidiana, ma anche dai paesaggi, dall’architettura, dal saper fare, dalle testimonianze orali, dalla gastronomia, dalle tradizioni, è un modo per riappropriarsi del proprio patrimonio culturale da parte della collettività. Sono anche insite nell’attività di valorizzazione e promozione le iniziative didattiche e di ricerca, grazie al coinvolgimento diretto della popolazione e delle istituzioni locali. Possono chiedere l’assistenza ad avviare progetti ecomuseali enti pubblici quali: province, comunità montane, unioni di comuni, comuni, enti parco, ecc. Hugues de Varine, protagonista della museologia del dopoguerra, che ha diretto l’ICOM dal 1965 al 1974, ed è stato assieme a Georges-Henri Rivière, consu- lente del primo esperimento realizzato in Francia nella comunità industriale di Le Creusot-Montceau-les-Mines e in molti altri posti nel mondo ha dichiarato: “L’Ecomuseo è un territorio, una popolazione, un patrimonio”.
L’Italia vista dalla mongolfiera
Vedere l’Italia da una mongolfiera è uno spettacolo mozzafiato, che lascia un ricordo indimenticabile nella mente di chi decide di vivere questa emozionante esperienza.
L’Italia è ricca di paesini medievali, spesso arroccati su colline verdeggianti, di laghi, riserve, aree archeologiche, coltivazioni, boschi, ecc. Queste sono meraviglie di cui godere dalla prospettiva privilegiata della mongolfiera, in completa leggerezza e armonia.
Mongolfiere pilotate da esperti piloti e autorizzati dall’ENAC (Ente nazionale per l’aviazione civile) fanno vivere dei viaggi magici, trasportati dal vento e ondulati dalle brezze delicate, spinti da un enorme cuscino gigante di aria in una pertica di vimini, per immergersi in un’avventura indimenticabile.
Il turismo rurale del relax
Così come c’è a chi piace fare una vacanza del movimento, della curiosità, della scoperta, ci sono altri che preferiscono il dolce far niente.
Lo chiamano il “turismo del riposo” e si caratterizza per un soggiorno in strutture interne ed esterne confortevoli, tranquille, rilassanti, ritmi lenti della giornata, atmosfera semplice e cordiale, buona tavola, ospiti con uguale sensibilità.
I paesi italiani sono in grado di offrire, oltre a questo, anche qualcosa in più, come la giocata a carte davanti ad un bar sorseggiando buon vino accompagnato da qualche assaggio di pecorino stagionato, o il piacere di leggere un giornale o un libro su una panchina, all’ombra di alberi secolari che hanno il solo compito di rallegrare il paesaggio e offrire la frescura necessaria per ammorbidire la calura estiva.
C’è la possibilità di fare lunghe o brevi passeggiate, ma anche quella di potere scambiare quattro chiacchiere con gente del luogo disposta a dare la propria cordialità e simpatia.
Ci sono piccoli paesi con un centro storico curato, accogliente, la chiesa, la biblioteca, il castello, le opere artistiche, luoghi dove l’ospite può, senza alcuno stress, sentirsi in un angolo di paradiso.