Pescabivona, la regina del Magazolo

“Fiori rosa, fiori di pesco, c’eri tu”, cantava qualche decennio addietro  il mitico Lucio Battisti. L’accostamento della pesca alla donna amata non è solo del cantautore di Poggio Bustone, ma è ricorrente in diverse parti del mondo, per tutti basta citare Jiang Dawei, famoso cantante cinese, che nel corso degli anni ha interpretato più di mille canzoni e di motivi conduttori di più di cento film e telefilm, ma è ricordato per  il brano “Là dove sbocciano i fiori di pesco”.

Dunque un frutto che porta bene e soprattutto è piacevole mangiarlo. Bivona, città agrigentina, patria della pesca della Sicilia occidentale, la sagra del  prunus persica è arrivata alla XXXIII edizione, un appuntamento a cui gran parte degli estimatori di questo meraviglioso frutto non intendono mancare.

 

La storia

E’ risaputo che le fiumare siciliane si caratterizzano per un microcli­ma singolare che consente di ottenere produzioni agricole di pregio. Tra queste, il fiume Magazzolo, a volte chiamato anche Isburno, ricor­dato nella storia siciliana delle “Guerre Servili”, è una delle più singolari. Il corso d’acqua, sfocia nel mar Mediterraneo presso la località balneare detta Seccagrande del comune di Ribera, dopo un percorso di circa 35 km, dopo avere attraverso il territorio di Bivona, Alessandria della Rocca, Calamonaci e Ribera e dato vita all’invaso artifi­ciale Castello.

In questo lembo di territorio vegeta in maniera eccellente il pesco, il cui frutto caratterizza l’intera stagione estiva. Bivona, per questa peculiarità è stata soprannominata la “capitale” della pesca siciliana. Da questo singolare connubio è nata una “coppia di fatto” la Pescabivona, conosciuta oramai in tutti merca­ti nazionali ed europei.

I primi pescheti si svilupparo­no negli anni cinquan­ta  nella  zona  “San Matteo”. La pianta veniva    coltivata consociata al pero e/o al melo, la produzione era limitata all’autoconsumo, mentre, la parte eccedente veni­va commercializzata al dettaglio nei comuni limitrofi. In breve tempo, la gradevolezza del frut­to ingigantì la sua fama, al punto che la superficie investita a pesco passò da pochi ettari agli oltre 1.100 di oggi.

La riforma agraria regionale die­de un impulso alla coltivazione poiché i vari assegnatari, desti­narono la superficie ottenuta alla coltura del pesco. Nasceva così la “PescaBivona”, conosciuta anche come “Montagnola” o “Agostina” poiché l’epoca di maturazione ri­cadeva nel mese di agosto. L’ecotipo “Montagnola” si ca­ratterizza per la forma tendenzialmente rotondeggiante, per la sutura delle valve superficiali e la cavità peduncolare profonda. La buccia è estesamente marezzata di rosso e aderente alla polpa e leggermente tormentosa (cioè ricoperta di una leggera peluria). La coltivazione è cresciuta negli anni insieme con le conoscenze tecniche dei produttori che nel tempo hanno appreso le compe­tenze dei trattamenti fitosanitari, di potatura e della coltivazione che nel tempo sono state trasferiti in altri ambiti territoriali.

 

La “Pescabivona” asse portan­te dell’economia del comprenso­rio

La denominazione individua un insieme di ecotipi di pesche dal frutto gradevolmente aroma­tico, a polpa soda di colore bian­co con leggera screziatura rossa­stra soprattutto in prossimità del nocciolo. Tali ecotipi producono frutti con caratteristiche fondamentalmente simili e riescono a fornire, grazie alla loro scalarità di maturazione, produzioni in un arco di tempo compreso tra i pri­mi di luglio e fine settembre. Gli ecotipi attualmente coltivati sono quattro e sono denominati: Murtiddara (Primizia bianca), Bianca, Agostina e Settembrina. Prendono tutti origine da muta­zioni originatesi spontaneamente in piante di popolazioni locali di antica coltivazione o da semen­zali di origine sconosciuta che, comunque, hanno sempre avuto origine e sì sono diffuse nel ter­ritorio comunale dì Bivona e in alcune aree limitrofe. Nonostante la bontà e la nomea, la “pescabivona” trova difficoltà di commercializzazione per la pressante concorrenza di altre aree produttive siciliane che furbescamente vendono il pro­dotto camuffandolo come il gioiello bivonese.

 

IGP PescaBivona il marchio europeo

Da qualche anno l’amministrazio­ne comunale insieme ai produttori, per salvaguardare la “Pescabivo­na”, hanno ottenuto l’istituzione di un marchio europeo dì riconosci­mento (Indicazione geografica protetta) con l’obiettivo di tutelare il prodotto ed i consumatori. La pescabivona, è la 264 igp italiana annotata
nel registro europeo delle indicazioni geografiche protette. Questa tutela ha consentito la salvaguardia e il riconoscimento della produzione bivonese e il riconoscimento del suo prezzo. La denominazione “PescaBivona” indica i frutti dei quattro ecotipi di pesco (Murtiddara o Primizia Bianca, Bianca, Agostina, Settembrina) originati ed evoluti nella zona di produzione che comprende porzioni del comune di Bivona (AG) e di altri limitrofi comuni quali Alessandria della Rocca (AG), S. Stefano Quisquina (AG), S. Biagio Platani (AG) e Palazzo Adriano (PA).

Caratteristiche peculiari della “Pescabivona” sono la limitata estensione del sovracolore rosso dell’epidermide che deve essere inferiore al 50% e l’elevata dolcezza della polpa che si accompagna a una notevole consistenza e a livelli alti di rapporto zuccheri/acidi. L’epoca di maturazione in funzione dei quattro ecotipi, parte dalla prima metà di giugno spingendosi fino alla fine di ottobre.

 

Aspetti nutrizionali

La pesca è uno dei frutti per eccellenza dell’estate, proprio per il gusto, la succosità, e soprattutto la capacità dissetante legata alla grande percentuale di acqua in essa contenuta (85%), di zuccheri (tra i quali soprattutto il fruttosio), sali minerali,  vitamine (in particolare A, B1, B2, PP, e C, quest’ultima localizzata vicino alla buccia) e alla presenza di acido citrico. La pesca con la polpa gialla è più ricca di vitamina A (beta carotene). Ai fini dietetici da non sottovalutare il basso valore energetico, solo 28 calorie per ogni etto, che le permette di essere inserita in qualunque regime nutrizionale.  Inoltre va ricordato che una sola pesca contiene il 10% di vitamina C rispetto al fabbisogno giornaliero del nostro organismo.  La polpa della pesca è dolce, succosa, profumata, ha proprietà dissetanti, diuretiche e blandamente lassative. Ben matura favorisce la digestione e stimola l’appetito. La pesca svolge un’azione depurativa che si manifesta con l’incremento della funzionalità dei reni e dell’intestino. Svolge poi un’importante azione diuretica, e contribuisce a regolare le funzioni intestinali stimolando la secrezione dei succhi gastrici mentre è particolarmente indicata per chi soffre di disturbi artritici e gottosi.

E’ anche vermifuga, per la presenza dell’acino cianidrico. Questo frutto, consumato da solo, condito con succo di limone e zucchero, o aggiunto al tè, è un ottimo dissetante.

 

La cosmesi

Nella cosmesi, si utilizzano la polpa per la preparazione di creme, maschere rinfrescanti per il viso, oli da bagno e saponi. La polpa di una pesca matura, schiacciata e applicata sul viso, è una vera maschera di bellezza, estremamente benefica per pelli secche, delicate e sensibili. Il succo per lozioni che attenuano le macchie cutanee. In generale la pesca ha sulla pelle un’azione idratante e addolcente, con un leggero effetto esfoliante.

 

I poli siciliani dell’eccellenza produttiva della pesca

La sagra della “Pescabivona” IGP istitu­ita nel 1984 e che ogni anno si ripropone è anche un momento per dare lustro a un territorio che sotto l’aspetto produttivo, ambientale e storico trova pochi eguali in tutto il territorio sici­liano. Gli altri poli d’eccellenza della pesca siciliana sono Pesca dei Monti Sicani (Burgio, Castronovo di Sicilia, Palazzo Adriano, S. Carlo – Chiusa Sclafani), Pesca tardiva di Delia, Pesca tardiva di Riesi, Pesca tardiva di Leonforte, Pesca di Caltagirone, Pesca di Mojo Alcantara, Nettarine dei Nebrodi.

 

Granita alla Pesca

Ingredienti:

  • 150 gr. di zucchero
  • I bicchiere di acqua
  • 400 g. di pesche
  • I limone (succo)
  • Vanillina

 

Preparazione:

Mettete lo zucchero in una casseruola con l’acqua e portate a ebollizione. Lavate le pesche senza sbucciarle, privatele del nocciolo e tagliatele a pezzetti. Mettete i pezzetti nella casseruola, rimestateli nello sciroppo e lasciate cuocere per ca. 30 minuti. Togliete il composto dal fuoco e lasciatelo raffreddare completamente; quindi passatelo al setaccio di crine e raccogliete il purè in una terrina. Unitevi il succo del limone ed un pizzico di vanillina e amalgamate bene; poi travasatelo nelle vaschette del ghiaccio e mettetelo in freezer per circa “i ore, rimestando ogni 30 minuti.Trascorso il tempo, distribuite la granita e servite.

 

Crostata di marmellata di pesche

Ingredienti:

  • 600 gr. di farina
  • 200 gr. di zucchero „
  • 150 gr. di burro (Si può utilizzare olio extravergine di oliva)
  • 4 uovo
  • 2 bustine di lievito, polvere di cannella o “saporita”
  • 300 gr. di marmellata di pesca
  • sale quanto basta

 

Preparazione:

Setacciare la farina, porre al centro la cannella, il sale, lo zucchero, il burro a pezzetti,le uovo ed impastare lavorando il meno possibile. Lasciare riposare la pasta per pochi minuti, imburrare una tortiera di 45 cm. di diametro, stendere la pasta allo spessore di 1,5 cm. e rivestire il fondo ed i bordi della tortiera; mettere sulla pasta la marmellata. Con il resto della pasta frolla fare striscioline e incrociarle a griglia. Ripiegare la pasta del bordo verso l’interno e con una forchetta creare sulla pasta motivi decorativi. Mettere al forno a calore medio (200°) e cuocere per 35 minuti circa.