Biodiversità, unicità e identità: ecco cos’è la Pesca di Leonforte Igp
Una tecnica di coltivazione unica e totalmente sostenibile, una produzione media annua di circa 800 tonnellate, e di queste solo poco più della metà destinata a diventare IGP. E’ stato partendo da queste premesse, che la Pesca di Leonforte IGP, una delle eccellenze dell’agroalimentare made in Sicilia si è resa protagonista nei giorni scorsi a Roma presso la sede di AICIG, Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, di una conferenza stampa dedicata proprio alle peculiarità che la rendono una coltura unica nel suo genere. In particolare, a parlarne, sottolineando altresì l’importanza di tutelare la biodiversità e difendere l’identità territoriale di questo frutto definito tardivo, raccolto da settembre a novembre, sono stati il Presidente del Consorzio Pesca di Leonforte IGP Carmelo Salamone, il responsabile del Consorzio Domenico Di Stefano e l’agronomo Ludovico Salamone.
Un’eccellenza nella tutela della biodiversità e dell’identità territoriale, ma anche della sostenibilità ambientale: tre elementi che rendono la Pesca di Leonforte IGP un prodotto unico. Anche perché, la scelta di coltivare questo frutto avvolgendolo in un sacchetto di carta pergamena, è il risultato di una sperimentazione che dall’iniziale intento di proteggerlo dagli insetti in breve tempo si è trasformata in una soluzione ottimale e soprattutto sostenibile. Sia per l’ambiente, perché si elimina alla base l’utilizzo di pesticidi, sia a livello economico perché – proteggendo il frutto dagli agenti atmosferici – permette di salvaguardare il raccolto dalle intemperie del tempo e avere quindi minori perdite “sul campo”.
“Il sacchetto rappresenta per la Pesca di Leonforte IGP un tratto distintivo di qualità, bontà, genuinità e dolcezza – ha sottolineato il Presidente del Consorzio Carmelo Salamone – il fatto che sia una pratica particolarmente onerosa non rappresenta un deterrente: essa conferisce al frutto un sapore ed un profumo difficilmente riscontrabili in altri prodotti. Tale tecnica infatti, consente la raccolta in prossimità della maturazione ovvero quando i frutti hanno raggiunto un grado di dolcezza elevato e il residuo è praticamente pari a zero. La Pesca di Leonforte IGP comunque non è una sola – ha specificato il Presidente – ma sono tante antiche varietà locali che maturano da settembre fino a metà novembre. I frutti maturando tardi e nel sacchetto, assumono un colore giallo intenso con leggere striature rosse, profumatissime, con la polpa soda e dolce. La buccia cambia leggermente colore a seconda della varietà e dell’epoca di raccolta”.
“La Pesca di Leonforte IGP – ha aggiunto l’agronomo Ludovico Salamone – rappresenta il perfetto binomio tra genotipo ed ambiente e consente oggi di praticare un’agricoltura sana. Dove al primo posto vengono messi l’ambiente e il consumatore”.
La coltivazione di questo frutto avviene su aree pianeggianti e colline della Sicilia Centrale tra i 200 e i 1000 metri slm e che comprende Leonforte ma anche Assoro, Agira, Enna, Calascibetta. L’estensione della superficie su cui si oggi si coltiva la Pesca di Leonforte IGP è cresciuta, soprattutto dagli anni Settanta. Da quando, sulla scia della geniale intuizione di un imprenditore agricolo, si è iniziato a praticare questo lavoro certosino. I frutti ancora piccoli e verdi vengono infatti insacchettati a mano uno ad uno e chiusi con un sottilissimo fil di ferro; agli inizi di settembre i sacchetti vengono staccati dall’albero, si estraggono le pesche e si selezionano, ancora una volta a mano e ancora una volta una per una: si eliminano quelle con qualche difetto e quelle buone – selezionate in base al calibro – vengono destinate alla commercializzazione.
“A coltivarla – ha spiegato il responsabile del Consorzio Domenico Di Stefano – sono circa 20 produttori aderenti al Consorzio di Tutela, mentre la distribuzione avviene per il 90% in Italia soprattutto grazie a grandi catene della GDO, ed il restante 10% viene esportato soprattutto in Germania e a Dubai”.
IL CONTESTO IG – Questo frutto, definito tardivo in quanto raccolto da settembre a novembre, si presenta come una delle espressioni di eccellenza di un sistema delle DOP e IGP che a livello europeo conta ben 1407 IG food, di cui 296 soltanto in Italia tra DOP, IGP e STG, alle quali si aggiungono 526 denominazioni DOCG, DOC e IGT relative ai vini e 38 IG spirits. Numeri che attribuiscono al Belpaese il primato in termini assoluti di prodotti agroalimentari a indicazione geografica riconosciuti dall’UE, testimonianza diretta del forte legame che essi conservano con il territorio di origine ma anche di come in realtà tutelando detta produzione si miri a tutelare l’economia di un preciso territorio e dare al contempo una garanzia di tracciabilità e sicurezza alimentare ai consumatori, oltre a tutelare l’ambiente, gli ecosistemi e le biodiversità.
IL CONTESTO GEOGRAFICO – La Pesca di Leonforte IGP è un prodotto ortofrutticolo che proviene dalla Sicilia, ovvero una delle cinque regioni più importanti d’Italia per i prodotti certificati a Denominazione di origine protetta e Indicazione geografica protetta. Sono infatti 32 le denominazioni, 17 DOP e 13 IGP e 2 STG che garantiscono a questa regione un primato nazionale, soprattutto tra i prodotti ortofrutticoli, per numero di oli d’oliva registrati dalla Comunità Europea e formaggi. Gli ettari di superficie regionale destinati alle produzioni IG food sono circa 18.000 ma la Pesca di Leonforte gioca il suo primato non sulla quantità, bensì sulla particolarità della sua coltivazione, espressione più autentica di una tutela della biodiversità e di una identità territoriale ben definita.