Sui Nebrodi si punta alla costituzione della filiera corilicola siciliana
Rivalutazione della coltura del Nocciolo: finalmente al via le procedure per la costituzione della Filiera corilicola siciliana. E’ questo, in sintesi, il contenuto più significativo emerso a conclusione del partecipato workshop “Una nuova stagione per la corilicoltura siciliana: strategie per la rivalorizzazione della coltura del Nocciolo in Sicilia”, tenutosi a San Piero Patti nel pomeriggio del 1.12.18. Gremitissima la sala convegni della locale Società di Mutuo Soccorso, dove i lavori sono stati aperti dal sindaco, il dott. Salvino Fiore e coordinati dal Presidente del Consiglio Comunale, il dott. Beppe Forzano.
Si attendeva un tale annuncio ormai dalla metà del 2015, da quando cioè l’Associazione Culturale Nebrodi, in rappresentanza di un significativo partenariato afferente a tutti i segmenti della filiera, ha formalizzato la relativa proposta presso gli uffici dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura.
L’Assessore Regionale on.le Edy Bandiera ha infatti avuto modo, tra l’altro, di manifestare, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni locali e di tanti produttori di nocciole, commercianti e trasformatori, apprezzamento per il concreto lavoro già svolto e tanta voglia di procedere con l’organizzazione di una filiera che salvaguardi i piccoli produttori.
L’iniziativa, nel corso della quale è stato presentato l’accordo di filiera del nocciolo, è stata sostenuta e partecipata anche dall’Assessore Regionale della Funzione Pubblica e del Personale on.le Bernardette Grasso, per la quale si tratta di un’opportunità importantissima, che intende accompagnare adeguatamente, a conferma del proprio impegno in favore del territorio siciliano ed, in particolare, dei Nebrodi, fortemente caratterizzati dalla presenza della coltura del Nocciolo.
L’incontro, ricco di interventi tecnici e scientifici di significativo valore, è stato anche l’occasione per affrontare le principali problematiche di interesse per la coltura del Nocciolo in Sicilia (previsioni programmatiche del PSR Sicilia 14/20 – dott. Salvatore Bottari -, stato attuale della coltura – dott. Sebastiano Galvagno -, sanità dei materiali vegetali di riproduzione – dott. Basilio Galati Sardo -, misure di intervento per contrastare la presenza abnorme di popolazioni di ghiro – prof. Maurizio Sarà -, alta incidenza di cimiciato – dott. Roberto Rizzo -, le filiere agrolalimentari in Sicilia – dott. Gaetano Aprile -, contenuti specifici dell’accordo quadro – dott. Salvatore Giarratana -). Altri contributi significativi sono venuti dal vivace dibattito che ne è scaturito.
Adesso, senza ulteriori remore – è stato lo sprone degli Assessori regionali presenti – sarà necessario dare seguito a tali conclusioni per pervenire alla formale sottoscrizione dell’accordo, con gli eventuali perfezionamenti che potranno ancora venire, nel più breve termine possibile e con la partecipazione della più vasta rappresentanza possibile degli attori dei vari segmenti della filiera. Sarà infatti opportuno ampliare quanto più possibile la base delle adesioni.
In maniera originalmente innovativa, l’accordo quadro di che trattasi potrà anche rappresentare quell’auspicato strumento di attuazione delle generali previsioni del “Piano regionale frutta secca della regione siciliana”, nonché di quelle specifiche del Piano regionale di settore per il “Nocciolo” di cui ha parlato l’Assessore Bandiera che, ancorchè approvati nel 2012, non hanno ancora trovato alcuna concretizzazione.
Tale strumento potrà consentire pure di sviluppare un opportuno “Progetto Nocciola Sicilia”, che collegando tutti gli operatori del comparto produttivo interessato – agricoltori produttori, commercianti, trasformatori, ed utilizzatori- ed attraverso le opportune strategie da definire, possa fare in modo che i nuovi investimenti che la multinazionale Ferrero Halzelnut Company intende stimolare su scala nazionale con il “Progetto Nocciola Italia”, non compromettano la corilicoltura regionale siciliana. Non si può, infatti, sottacere che tali politiche portate avanti dalla Ferrero Halzelnut Company, in altri contesti territoriali, per esempio quello del viterbese dove sono in corso trattative con il Governo Regionale del Lazio, stanno allarmando non poco i piccoli produttori che temono di risultare fortemente penalizzati dalle azioni di questi grandi investitori.
Comunque la circostanza legata all’interesse della Ferrero rappresenta, oltre che una importante occasione di riflessione, anche la evidente dimostrazione di una interessante e vivace ripresa del settore corilicolo che riattualizza l’importanza, non solo economica, di questa coltura nella realtà siciliana. La Sicilia, peraltro, rappresenta una delle 4 regioni corilicole italiane e una delle maggiori per estensione di superfici specificamente investite in cui si pratica una secolare e multifunzionale corilicoltura, localizzata in ambiti soprattutto collinari/montani dell’interno siciliano (massimamente territori delle province di Messina e Catania e, in misura minore, delle province di Palermo ed Enna) per una estensione complessiva di circa 12.000 Ha. Tale corilicoltura risulta, peraltro, caratterizzata da una grande ricchezza varietale locale e da produzioni di alto significato qualitativo e nutraceutico da mettere a valore che, ove non adeguatamente attenzionate, rischierebbero di scomparire. Insieme a queste scomparirebbe, ovviamente, anche l’intera economia che vi ruota attorno e che, in passato ha rappresentato una realtà economico-sociale oltre che ambientale e paesaggistico, di grande valore. Inoltre il settore, anche per effetto dei favorevoli risultati di recenti politiche di investimento operate su circa 5.000 Ha di noccioleti, utilizzando le risorse del passato periodo di programmazione dei Fondi Strutturali dell’UE (Misura 216.A del PSR Sicilia 2006/2013), mostra evidenti segni di ripresa e di miglioramento delle produzioni sia sotto il profilo qualitativo che, come dimostrano recenti studi risulta essere certamente più interessante delle altre produzioni extraregionali, sia sotto il profilo quantitativo. In proposito e da più parti, nel corso dell’incontro di San Piero Patti, è stata rappresentata all’Assessore Bandiera la necessità di avviare prima possibile l’azione 4.4.d del PSR Sicilia 14/20 le cui previsioni potrebbero consentire di dare prosecuzione alle azioni di recupero dei noccioleti siciliani.
Emerge, infine, come il valore di quanto si vuole realizzare con la sottoscrizione dell’accordo quadro risieda, soprattutto, nella possibilità di potere finalmente aggregare, organizzare e rappresentare gli “interessi” del settore corilicolo, con il coinvolgimento del maggior numero di attori interni al sistema, su scala territoriale regionale, in modo da potere sviluppare interlocuzioni efficaci con l’Amministrazione Regionale e pervenire alla elaborazione ed attuazione di “politiche” di intervento concertate e condivise. Nell’intento, anche, di restituire alla coltura del Nocciolo quell’importanza economica e sociale che ha avuto in un passato non troppo remoto.
Vale la pena, infatti, di ricordare che l’Italia, nel settore corilicolo, rappresenta il secondo player a livello mondiale, con una quota di mercato di circa il 12% della produzione globale di nocciola, alle spalle della Turchia che rappresenta il 70% del mercato complessivo. In Italia, in atto, vengono destinati alla coltura del nocciolo oltre 70.0000 ettari di terreno con una produzione media di nocciola in guscio di circa 110.000 tonnellate/anno e vi è ancora un importante potenziale di sviluppo grazie a un territorio vocato alla coltivazione di eccellenti varietà di nocciola non escluse, certamente, quelle che caratterizzano la nocciolicoltura siciliana.