Clementine, troppo prodotto ed è crisi in tutto il meridione

La stagione produttiva delle clementine italiane si avvia alla conclusione in maniera negativa.

Alleanza Cooperative Agroalimentari imputa la difficoltà “All’abbondante offerta di prodotto, specie quello di calibro medio-piccolo, che si è registrata in tutto il bacino del Mediterraneo, a cui si è aggiunto il leggero ritardo di maturazione in Italia di alcune varietà normalmente più precoci”.

Tutto ciò, ha provocato l’immissione di prodotto proveniente dalla Spagna e dal Marocco, che ha rallentato la raccolta del prodotto italiano, con il risultato che ha determinato un prezzo non abbastanza remunerativo. Nonostante la pezzatura non è stata eccellente, dal punto di vista organolettico, è stato buono, infatti, il grado brix è risultato di due punti in più 13-14, rispetto agli 11 dello scorso anno.

La creazione del clementino (Citrus × clementina) sa di mistico, infatti, il pregiatissimo frutto, privo di semi, è contesa da due religiosi francesi: Clément Rodier e Pierre Clément (1902); tra l’altro il nome deriva da Clément, nome e cognome dei due contendenti.

Alcuni studiosi attribuiscono la scoperta a Fra Clément Rodier nel giardino del suo orfanotrofio a Misserghin, Algeria, altri sostengono che l’ibrido sia molto più antico e provenga dalla Cina o dal Giappone, il religioso algerino l’avrebbe solo introdotto nel Mediterraneo.

Ci si accorse subito che si trattava di una nuova specie di Citrus (Citrus reticulata Blanco), poiché le caratteristiche rimanevano inalterate nel tempo e la riproduzione sistematica dell’agrume non dava alcun problema.

Dal 1940 la clementina è uno degli agrumi stabilmente presenti sul mercato italiano e, negli ultimi decenni, il frutto più venduto dopo le arance.

A parte la diatriba, per il fatto di non avere semi, elemento di grande pregio, la clementina ha soppiantato il vecchio mandarino, ritenuta, per la loro maggiore praticità nel consumarla, senza dover sputare i semini; pertanto, viene indicato come un frutto amico dei bambini che chiedono «mandarini senza semi».

La clementina (Citrus × clementina) è un agrume ibrido appartenente al gruppo dei mandarini e arance dolci. Per questo motivo è anche comunemente conosciuta col nome di mandarancio.

La raccolta è tra novembre e gennaio. Si differenzia dal comune mandarino per il colore della polpa, decisamente più aranciato, non è appiattito come i mandarini, ma sempre ben rotondo, si sbuccia facilmente e si divide in spicchi con facilità. Il gusto invece è più simile all’arancia, con un perfetto equilibrio tra l’agro e il dolce. Inoltre, a differenza del mandarino, gli spicchi della clementina sono quasi completamente privi di semi.

Le piantagioni più estese si trovano in Tunisia, Algeria, Marocco, Spagna, Italia (in Calabria, Puglia e Sicilia). Negli USA le clementine sono state coltivate fin dalla loro apparizione sul mercato, ma si sono veramente affermate solo dopo il 1977, anno in cui molti aranceti della Florida vennero distrutti da un inverno eccezionalmente rigido.

La clementina viene consumata prevalentemente come frutto fresco perché ha tutte le proprietà tipiche degli agrumi, incluso un elevato contenuto di vitamina C, di flavoni e caroteni, sostanze che favoriscono la protezione della parete vascolare. Inoltre è spesso preferita all’arancia in quanto non eccede mai in acidità e si sbuccia più facilmente. In cucina, viene normalmente impiegata al naturale ma può essere utilizzata per succhi, marmellate, sorbetti o sciroppi. Dalla buccia, di colore arancio, si può ottenere un’ infuso avente forti proprietà digestive, mentre la polpa è dolce e profumata. Trovano largo impiego anche nella preparazione di sorbetti, succhi, sciroppi, gelatine e marmellate. Anche la buccia viene utilizzata per aromatizzare le pietanze.

Nella produzione di cosmetici la clementina trova applicazione nella preparazione di lozioni tonificanti e maschere per la pelle.

In Italia sono particolarmente apprezzate: la Clementina di Calabria, prodotto con Indicazione geografica protetta calabrese e la Clementina del Golfo di Taranto, prodotto con Indicazione geografica protetta pugliese.

Originariamente sarebbe un frutto senza semi, ma se l’impianto è circondato, come spesso avviene, da agrumeti con varietà di frutti con i semi, a causa dell’impollinazione effettuata dalle api, i semi si possono essere presenti.