Norme

Sugar e plastic tax, protestano gli imprenditori in Sicilia

Anziché tassare le bevande bisogna aumentare il contenuto di frutta. E’ il commento di Coldiretti Sicilia all’annunciata delocalizzazione a causa della “sugar tax”, della Sibeg, l’azienda etnea imbottigliatrice delle bibite anche a base di arance, che penalizzerebbe il comparto agrumicolo dell’Isola.

Per Coldiretti Sicilia la sugar tax rischia di penalizzare l’intera filiera agroalimentare. Gli investimenti degli agrumicoltori negli ultimi anni – commenta Francesco Ferreri, presidente regionale Coldiretti- sono stati notevoli e tutti indirizzati alla qualità e alla identificazione del prodotto. Il risparmio idrico, la tutela e la cura dell’ambiente sono gli altri punti distintivi degli investimenti siciliani che rischiano di essere vanificati se non si valorizza e incentiva il comparto.

Non possiamo accettare questa situazione che impoverisce l’economia etnea – aggiunge Andrea Passanisi, presidente Coldiretti Catania – . Occorre avviare tutte le azioni perché questo non avvenga.

Luca Busi, amministratore delegato di Sibeg nei giorni scorsi ha chiuso la battaglia affrontata in questi mesi per avviare un dialogo su “Sugar” e “Plastictax, tributi che influiranno negativamente sul futuro dell’azienda siciliana che imbottiglia bevande a marchio Coca-Cola. Ecco quanto dichiarato in un comunicato stampa:

«Un Governo che non ascolta le ragioni del tessuto imprenditoriale e produttivo, con strategie politiche distanti – addirittura contrarie – all’obiettivo di crescita occupazionale e di sviluppo industriale, non fa altro che causare incertezza nel Paese, destabilizzando un sistema che già a fatica si regge in piedi. Siamo davvero scoraggiati, ma soprattutto delusi per le rassicurazioni disattese che ci costringeranno a fare scelte drastiche che ricadranno sulla stabilità professionale di 151 lavoratori e su tutto il territorio siciliano». 

«Abbiamo messo sul piatto tutte le valide motivazioni che ci hanno spinto alla mobilitazione – continua Busi – queste tasse sono una condanna a morte per la nostra realtà, ma anche per tutte quelle PMI che alimentano la produttività del territorio siciliano, come Tomarchio; Polara; S. Maria, Fontalba; Cavagrande. Mi sento di parlare a nome di tutte le aziende che, come noi, dovranno fare i conti con la rimodulazione degli assetti produttivi e con i tagli delle risorse occupazionali. Abbiamo avuto in incontro con il ministro e con tutte le forze politiche, abbiamo ospitato nella nostra sede il sottosegretario Buffagni, chiarendo che con questi numeri non teniamo il mercato: purtroppo saremo costretti a depotenziare i nostri stabilimenti catanesi, spostando gran parte delle produzioni nei nostri impianti di Tirana, in Albania. Questo processo punitivo e iniquo penalizza solo un comparto – conclude l’Ad di Sibeg – e non finiremo mai di ripetere che, a nostro avviso, questo provvedimento è discriminatorio, non crea un percorso sostenibile per le aziende e affronta problemi inesistenti (le nostre bevande full sugar e a basso contenuto calorico non sono un problema per la salute, in un Paese dove peraltro il consumo pro-capite delle bibite è il più basso in Europa). Le minacce da affrontare saranno tante – dalla penalizzazione delle arance nostrane, ai blocchi di investimenti Coca-Cola, con conseguente sospensione di assunzioni, di cui tanto si è parlato in questi giorni – abbiamo urlato e non siamo stati ascoltati. Un Governo che rimane in silenzio mentre le imprese gridano “allarme”, ha fallito nell’obiettivo di generare valore economico ma soprattutto sociale».