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Dimetoato addio, non si potrà usare contro la mosca dell’olivo

Dal prossimo 30 giugno il dimetoato per la difesa degli olivi dalla mosca olearia non potrà più essere utilizzato. La temibilissima mosca dell’olivo (Bactrocera oleae) diffusa in tutti gli areali in cui si coltiva l’olivo e assomiglia a una piccola mosca domestica. Può compiere fino a otto generazioni in un anno, in funzione delle condizioni climatiche e soprattutto della permanenza delle olive sulla pianta. Gli adulti depongono le uova all’interno della drupa in crescita, le uova si schiudono in estate e in autunno dando origine alle larve che si nutrono della polpa delle olive. Lo stadio larvale si conclude con l’impupamento, in genere all’interno delle olive in estate, e nel terreno durante l’inverno, per dare origine agli adulti nell’anno successivo. Il danno è provocato dalle femmine che, pungendo le olive con l’ovodepositore, provocano una macchia a contorni netti di colore violaceo. Successivamente la larva scava una galleria tortuosa e superficiale provocando danni sia alla produzione, con la cascola precoce dei frutti, sia alla qualità dell’olio aumentandone l’acidità e alterandone sapore e odore (Girolami, 1979).

Senza dimetoato in molti si chiedono cosa fare per passare ad un sistema curativo appropriato

Il dimetoato utilizzato contro la mosca oltre alla sua efficacia ha costo basso, inoltre essendo idrosolubile non lascia tracce nell’olio di oliva, in quanto la molecola viene separata ed eliminata dal prodotto attraverso le acque di vegetazione. L’impiego del dimetoato il 31 gennaio 2020 è scaduto infatti il termine per la vendita di agrofarmaci contenenti questa sostanza attiva e le scorte dovranno essere utilizzate entro e non oltre il 30 giugno 2020, prima dell’inizio del periodo di maggiore intensità di impiego. Si è saputo che il Servizio fitosanitario nazionale abbia chiesto l’autorizzare per ulteriori 120 giorni del dimetoato contro la mosca dell’olivo.
Autorizzazione che dovrebbe arrivare dal ministero della Salute, comunque sia dal prossimo anno questo formulato dovrebbe uscire di scena.
L’esclusione del prodotto è motivata dal fatto che la Commissione europea sottolinea “non è stato possibile escludere il rischio di esposizione per consumatori, operatori, lavoratori, astanti e residenti a causa della loro esposizione a residui di dimetoato, del quale non è stato possibile escludere il potenziale genotossico, e al suo principale metabolita ometoato che, secondo le conclusioni della maggioranza degli esperti della valutazione inter pares, è un agente mutageno in vivo”.
Secondo l’esecutivo Ue “l’autorità ha inoltre concluso che, per tutti gli impieghi rappresentativi valutati, sussiste un rischio elevato per mammiferi e artropodi non bersaglio per quanto riguarda il dimetoato e per le api mellifere per quanto concerne il dimetoato e l’ometoato. L’autorità ha inoltre concluso che la specifica tecnica, attuale o rivista, non è corredata della valutazione (eco)tossicologica”.

Cosa fare per combattere la temibilissima mosca?

Le scelte sono orientate o per un contrasto di tipo biologico o come mezzo chimico. Innanzitutto la lotta deve iniziare con il monitoraggio fin dalla primavera, in modo da intercettare la popolazione svernante e avere una idea della pressione che questo insetto avrà sulla coltura nei mesi successivi, attraverso l’uso di trappole cromotropiche o a feromoni. Indicativamente se la mosca non supera il 10% di infestazione non è consigliabile iniziare la lotta. Devono essere raccolte almeno cento drupe per appezzamento omogeneo e deve essere controllata la presenza di uova, nonché la presenza di larve di prima e seconda età. Stadi successivi (larva di terza età, pupe e fori di uscita) indicano che l’infestazione è sfuggita al controllo e parte del danno è già stato fatto.

Tra i sistemi consigliati:

1. Trappole Attract&Kill. Consiste in trappole che attirano la mosca dell’olivo grazie ad attrattivi cromotropici, alimentari o sessuali (feromoni).
2. Utilizzo di prodotti a base di spinosad (insetticida di origine biologica) e contenenti una esca attrattiva per la mosca dell’olivo. Il prodotto deve essere applicato in quantità ridotte (5 lt/ha) su metà degli alberi dell’impianto attraverso una pompa a spalla (per piccoli oliveti) o attrezzature dedicate. L’irrorazione deve avvenire a gocce grosse (non nebulizzate) e a ‘macchia di leopardo’. Quando l’insetto, attirato dall’esca, si nutre del prodotto muore in poco tempo a causa dell’ingestione dell’insetticida.
3. Polveri di roccia. Caolino, zeoliti e bentoniti possono essere impiegati per imbrattare gli olivi e renderli meno attrattivi da parte delle femmine di B. oleae. Questi prodotti, registrati come corroboranti e non come fitofarmaci, mascherando il colore verde delle drupe, ma anche la texture e l’odore, scoraggiano la femmina dalla deposizione dell’uovo, favorendone l’allontanamento.
4. Prodotti rameici. “L’impiego di prodotti rameici, come la poltiglia bordolese, scoraggia la femmina dall’ovodeporre in quanto imbratta le drupe”, sottolinea Gargani. “Studi condotti dall’Università di Firenze (Bigiotti et al., 2019) hanno dimostrato che si verifica una interferenza sull’endosimbiosi che intercorre tra l’insetto e una particolare specie di batterio (Candidatus Erwinia dacicola) che vive nella mosca e viene trasferito nell’uovo. Tale batterio se eliminato dal prodotto rameico renderebbe difficile lo sviluppo della larva”.
(I prodotti rameici devono essere utilizzati in ogni caso tenendo in considerazione i limiti annuali di rame utilizzabili in campo ed in caso di produzione biologica possono essere impiegati solo se esiste una dimostrata carenza di questo microelemento).
5. Fungo Beauveria bassiana. “B. bassiana è un fungo entomopatogeno che agisce per contatto contro diversi fitofagi. Nel caso della mosca sembra avere però più che altro una azione di repellenza”, sottolinea Gargani. “Le spore del fungo, una volta distribuite sulla superficie del frutto, svolgono un’azione di repellenza all’ovideposizione e quindi preventiva”. Su questo prodotto esistono ad oggi poche ricerche con prove di campo, ma sono attualmente in corso prove sperimentali dedicate.

Lotta chimica senza dimetoato. Le strategie di lotta possono essere due:

La lotta larvicida, facendo attenzione ai limiti riportati in etichetta e tenendo contro della residualità che è ancora da scoprire.

Principio attivo

Prodotto commerciale

Azione

Acetamiprid

Epik SL

Sistemico (Larvicida)

Fosmet

Suprafos EC

Citotropico (Larvicida)

La lotta adulticida preventiva, che ha lo scopo di abbattere la percentuale più alta di adulti e di impedire l’accoppiamento.

Principio attivo

Prodotto commerciale

Azione

Deltametrina

Decis Evo

Adulticida

Spinosad

Spintor Fly

Contatto e ingestione

 

Caolino

Prodotto non Fitosanitario

 

Ad influenzare la popolazione di B. oleae sono poi i fattori ambientali. Come si nota nel grafico che riportiamo di seguito dopo il picco primaverile la pressione dell’insetto si fa più consistente in luglio-agosto e spesso soprattutto in settembre-ottobre, quando le temperature scendono e aumenta la frequenza delle piogge.