“Donne in campo”, arriva il bonus: l’incentivo per le imprenditrici agricole. Come funziona e come richiederlo

“Donne e agricoltura alleanza strategica. Così sosteniamo un nuovo protagonismo femminile nel settore primario”. Qualche mese fa la Ministra Bellanova aveva anticipata la Misura “Donne in campo” voluta nella Legge di Bilancio 2020 per “sostenere concretamente il protagonismo femminile nel settore primario” da oggi la normativa è sul portale dell’ISMEA.
“Donne in campo” è un “bonus” approvato dal Governo che consente di integrare le opportunità a tutte le imprenditrici agricole che, dopo il lockdown, si sono trovate in gravi difficoltà economiche ma anche per tutte le donne che intendono investire per la prima volta nella terra.

Il bonus Donne in campo, grazie ad un fondo rotativo da 15 milioni (questa la dotazione finanziaria iniziale per il 2020), la possibilità per le imprenditrici agricole di richiedere mutui a tasso zero, fino a 300 mila euro.

Un modo concreto per sostenere ed incentivare la presenza delle donne in questo settore che, tra l’altro, resta uno dei comparti con la percentuale maggiore di occupazione femminile.
Per la Ministra Bellanova: “il lavoro fatto in questi mesi vede finalmente la luce. Donne in campo è non solo una misura ma un tassello importante di una strategia per valorizzare e rafforzare la presenza delle donne in agricoltura. Un obiettivo per me fondamentale, confermato dai dati che dicono come il settore primario sia tra i maggiormente attrattivi per le donne che vogliono fare impresa, e come questo lo abbia modificato sostanzialmente, ad esempio con l’agricoltura multifunzionale, sociale, quella delle fattorie didattiche e degli agriasilo. E’ dunque il dovuto riconoscimento al ruolo fondamentale che le donne svolgono da sempre nel settore agricolo e che oggi proprio in questa misura trova un sostegno adeguato: tutte le donne a prescindere dall’età anagrafica che investono nel settore agricolo inviando le domande al portale potranno avere mutui a tasso zero, del cui costo si farà carico lo Stato”

Chi può usufruire del mutuo e come richiederlo

Ai mutui a tasso zero, fino a 300mila euro da restituire in un minimo di 5 anni e un massimo di 15 (comprensivi del periodo di preammortamento), possono accedere:

• le donne con qualifica di imprenditore agricolo o coltivatore diretto
• società composte al femminile per più della metà dei soci e delle quote di partecipazione
I finanziamenti andranno a coprire fino al 95% delle spese ritenute ammissibili, ovvero quelle per:
• migliorare il rendimento dell’azienda e favorire una maggiore sostenibilità (attraverso la riduzione dei costi di produzione o la riconversione delle attività agricole).
• migliorare le condizioni agronomiche e ambientali
• migliorare igiene e benessere animale
• realizzare infrastrutture utili allo sviluppo, all’adeguamento e alla modernizzazione dell’azienda
Grazie al mutuo sarà anche possibile finanziare l’acquisto di terreni, ma solo per un 10% sul totale dell’investimento.
Possono richiedere il mutuo a tasso 0, non solo le donne che già lavorano nel settore agricolo ma anche le nuove imprenditrici. Un sostegno importante, dunque, per favorire la nascita di altre aziende al femminile.
Le richieste e l’erogazione del fondo per le imprenditrici e le aziende agricole che soddisfano i requisiti saranno gestite da Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare del Ministero delle Politiche Agricole.
Il bonus prevede la possibilità di accettare fideiussioni anche da parte di enti assicurativi e non solo bancari.
Attenzione. Le attività non possono essere avviate prima della presentazione della domanda e devono durare al massimo due anni dalla data di ammissione alle agevolazioni.
Per accedere alle agevolazioni previste dal DM è necessario presentare domanda attraverso il portale dedicato ai servizi ISMEA disponibile sul sito www.ismea.it.
La presentazione della domanda prevede i seguenti allegati:
1) Autocertificazioni relative all’impresa corredate da documento di riconoscimento in corso di validità dell’imprenditrice agricola;
2) Documentazione attestante la qualifica IAP o Coltivatrice Diretta e relativo certificato della posizione INPS;
3) Relazione notarile riguardante eventuali beni dati in garanzia, ovvero lettera di disponibilità alla concessione della garanzia fidejussoria;
4) Studio di fattibilità, il cui format è disponibile nella sezione dedicata, e relativa documentazione tecnica (preventivi e computi metrici delle opere da realizzare e/o macchinari da acquistare).