Prezzi delle materie prime alle stelle (mais +66,7%), zootecnia a rischio: allarme dei produttori
“Con i prezzi delle materie prime agricole alle stelle è diventato economicamente insostenibile per gli allevatori alimentare gli animali mettendo così a serio rischio una filiera fondamentale dell’agroalimentare italiano”. Lo dichiara Marcello Veronesi, presidente di ASSALZOO – Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici. “Ci uniamo alle richieste sia di Agrinsieme e Coldiretti al Ministero delle Politiche Agricole per la convocazione di un tavolo sull’emergenza latte, sia di Assocarni e Uniceb perché si apra subito un confronto con la GDO per sostenere le produzioni nazionali”, prosegue Veronesi. “Che un litro di latte fresco italiano valga al supermercato meno di un caffè è inaccettabile”.
Secondo le ultime stime della FAO, aprile è stato l’undicesimo mese consecutivo di aumento dell’Indice dei prezzi dei prodotti alimentari. Dopo una breve flessione in marzo, sono tornate a salire le quotazioni dei cereali (+1,2%), che si assestano su un valore del 26% in più rispetto ad aprile 2020. In particolare, per il mais i prezzi si portano a un livello più alto del 66,7% rispetto a un anno fa. Anche per la soia, principale fonte proteica per l’alimentazione animale, secondo i dati Crefis, i prezzi del prodotto nazionale segnano un aumento di circa il 50% da inizio anno. “C’è il rischio – aggiunge il presidente di ASSALZOO – che il forte aumento delle quotazioni delle materie prime crei un cortocircuito per la zootecnia italiana che vede i costi di produzione superare nettamente i prezzi di vendita di carni, latte, uova e pesce”.
“Il settore è stato già colpito duramente dalle conseguenze della pandemia che ha ridotto i consumi e gli scambi commerciali, aumentando l’incertezza sul mercato e sulle abitudini dei consumatori. Nei mesi scorsi i mangimisti hanno cercato di non scaricare il rincaro delle materie prime sugli allevatori ma, a fronte della consolidata tendenza rialzista, questa posizione diventa ormai impraticabile, con inevitabili conseguenze lungo tutta la filiera”.
Infine “serve rilanciare i consumi interni di prodotti italiani, eliminare tutte le barriere che impediscono ai nostri prodotti di presentarsi sui mercati internazionali a più forte crescita, garantire la sostenibilità finanziaria della zootecnia nel suo complesso e un piano di potenziamento delle produzioni nazionali. È a rischio la sopravvivenza stessa della zootecnia italiana”, conclude Veronesi.