Agricoltura, Marzana (M5s): acceleriamo sui distretti del cibo per rendere più competitivi i territori

“Promuovere progetti per l’integrazione delle attività territoriali, garantendo la sicurezza alimentare, diminuendo l’impatto ambientale delle produzioni, riducendo lo spreco alimentare e salvaguardando il territorio e il paesaggio rurale. Sono questi gli obiettivi del Fondo per i ‘Distretti del Cibo’ che il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, ha voluto rifinanziare in Legge di Bilancio con ulteriori 120 milioni di euro. Si tratta di un importante strumento che può fungere da volano per interi territori, soprattutto per quelli rurali dove mancano sinergie nel tessuto produttivo e dove raggiungere la transizione ecologica può essere più complesso e dispendioso”. Lo dichiara la deputata Maria Marzana, esponente M5S in commissione Agricoltura.

“Secondo l’Osservatorio dell’Accademia dei Georgofili, oggi in Italia sono 106 i Distretti del Cibo riconosciuti – aggiunge – ed è un fenomeno in forte crescita perché ritenuto cruciale per il futuro dell’agroalimentare nazionale. Lo dimostra lo stanziamento di oltre 1,2 miliardi di euro nel fondo correlato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dedicato proprio a finanziamenti a sostegno dei Contratti di Filiera e di Distretto, il cui decreto attuativo ha raggiunto l’intesa in Conferenza Stato-Regioni ed è stato poi firmato, nei giorni scorsi, dal ministro Patuanelli”.

“Di questi fondi – prosegue – 300 milioni di euro saranno dedicati esclusivamente alla creazione di contratti di filiera e di distretto con metodo biologico, come previsto da una nostra modifica normativa in linea con le strategie comunitarie come la ‘Farm to Fork’. Dobbiamo far sì che le imprese di un determinato territorio facciano sistema, distribuendo in maniera più equa possibile la redditività nonché portando innovazione sia dal punto di vista tecnologico sia da quello ambientale rendendo sostenibili i diversi settori dell’agroalimentare, della pesca, forestale, floricoltura e florovivaismo” conclude.