Disco verde Ue alla semina di altri 200 mila ettari in Italia per produrre mais e grano

Non si è fatta attendere la risposta dell’Ue riguardo la semina in Italia di altri 200mila ettari di terreno per una produzione aggiuntiva di circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e di grano tenero per la panificazione, alimenti necessari per ridurre la dipendenza dall’estero dopo l’impennata dei prezzi delle materie prime agricole.

Una richiesta che il ministro Stefano Patuanelli, insieme a diversi suoi colleghi, aveva fatto pervenire all’Ue, al fine di fronteggiare la limitata importazione di prodotti dall’ Ucraina e dai Paesi dell’est, che prevedeva la messa a coltivazione di quattro milioni di ettari nella Ue per ridurre la dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli e dei fattori produttivi, che sta mettendo in difficoltà la capacità di approvvigionamento in Italia e nell’Unione Europea.

Questa disponibilità di terreno agricolo, in Italia, secondo Coldiretti, può aumentare di almeno cinque volte con la messa a coltura di un milione di ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua.

Insomma, la guerra sta facendo ripensare a una nuova strategia agricola europea che mette in crisi quanto era stata sinora programmato. La nuova superficie coltivabile rientra in un piano anti-crisi per l’agricoltura approvato dalla Commissione europea. Inoltre è stato previsto un aiuto di mezzo miliardo di euro per il sostegno dei produttori agricoli più colpiti dalle conseguenze della guerra in Ucraina: per l’Italia si tratterà di 48,116 milioni. Più anticipi di pagamenti diretti e misure di sviluppo rurale relative alla superficie e agli animali, agli agricoltori a partire dal 16 ottobre 2022.