Il passavolante nella tradizione e cultura di Vicari

Il “Festival della mandorla e del passavolante” di Vicari si conferma come uno degli appuntamenti enogastronomici più interessanti della torrida estate siciliana 2022.

La piccola comunità vicarese, all’ombra del suo meraviglioso castello, ha esposto il gioiello gastronomico orgoglio dell’intera comunità: il passavolante.

Si tratta di una leccornia a base di mandorle, uovo e zucchero, desiderio di palati sopraffini e raffinati.

Al suadente dolce l’amministrazione comunale, che dopo la pandemia si riprende la paternità della sagra, ha allestito una suntuosa festa che ha lasciato contenti tutti i visitatori che per la tre giorni hanno passeggiato sul memorabile ‘ncapu u ferru.

Passavolante di Vicari: tipicità ritrovata

Per il sindaco Antonino Miceli il: “Festival della mandorla e del passovolante” ha l’obiettivo di promuovere questa tipicità vanto della popolazione locale, serve inoltre a mantenere e tenere vive le tradizioni, cercando un compromesso tra passato e futuro e creare nuove opportunità economiche e turistiche. La cosa che più mi sento di sottolineare è lo spirito di collaborazione che ha prevalso sull’intera comunità, tutti hanno fatto del loro meglio per contribuire a rendere speciali i giorni della festa. Il Festival, inoltre, ci ricorda le nostre origini contadine e nell’era della digitalizzazione, parlare, e difendere e divulgare le nostre radici, lo hanno reso attuale e attrattivo momento di riscatto e di rilancio della comunità vicarese”.

Ogni paese d’Italia si contraddistingue per la produzione di un prodotto tipico. Identificazioni che potrebbe spingere i più fieri a inserire il proprio prodotto tipico nel gonfalone comunale. Prodotti custoditi gelosamente da ogni comunità, che come austeri vessilli, dominano uomini e cose, e rappresentano pietre miliari di un’enogastronomia che non ha origine e confini. Il passavolante ha queste prerogative, unisce, come emblema, l’identità locale, ma anche divide sui segreti della sua preparazione. Il passavolante, comunque sia, racchiude in sé aspetti culturali (storia, tradizione, folklore), religiosi (feste, riti sacri), sociali (mangiare sano e genuino, salvaguardia dei beni naturali), ma anche quelli economici (occupazione, sviluppo).

L’ origine del passavolante di Vicari

Difficile stabilire l’origine di questa leccornia. Infatti per passavolante si intende una macchina militare che nei secoli 15°e 16° veniva adoperata per scagliare pietre; con lo stesso nome veniva chiamata la colubrina di grande gittata, ed anche un cannone di legno montato su bastimenti mercantili per batterie simulate. Passovolante erano anche intesi i soldati che nei secoli 16°-17° non svolgevano un servizio militare effettivo e continuo ma solo saltuario, erano chiamati così anche gli individui di passaggio, giramondo.

Per Sara Favarò, scrittrice e poetessa locale, recentemente nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, riconoscimento conferitole dal Presidente della Repubblica a cui è stata conferita, nella stessa manifestazione, la cittadinanza benemerita, i passavolanti sono dolci a base di mandorle, zucchero e uova “che in controluce devono permette di vedere la parte opposta”. “La suadente prelibatezza nel corso degli sposalizi veniva fatto passare tra i commensali dentro un canestro, velocemente e ad altezza d’uomo, per limitare, data l’oneroso costo, il suo consumo.

La scrittrice sostiene inoltre che questo dolce veniva preparato nel Settecento presso il famoso convento di Vicari intestato a San Francesco e che i monaci lo idearono per la folla, in occasione del matrimonio della figlia del barone della cittadina.

Vicari: Terra della Mandorla

La piccola cittadina, estrema propaggine dei Monti Sicani, è terra d’elezione della mandorla, prodotto che da sempre le ha dato lustro, così come dice Francesco Bruscato, “grazie ai suoi diciotto ecotipi locali (Kuti, Favarò, Tessitura o Fellamasa, Muddisa, Regina, ecc.), ecotipi che avevano uno stretto rapporto con la popolazione locale, infatti, assumevano il nome della famiglia che li custodiva e produceva”. Altri, invece, prendevano il soprannome del loro aspetto, esempio ‘a rigina, o anche il nome della contrada. Le condizioni pedoclimatiche vicaresi non saranno sfuggite alle attenzioni di quei saggi di campagna originari delle terre elleniche, di cui Vicari costituisce una testimonianza, che qualche secolo addietro piantarono questa pianta frutto che ricorda la fecondità, la passione e l’amore.

Il passavolante di Vicari: tra passato e futuro

Il convegno, tenutosi nell’ auditorium del castello, quartiere medievale vicarese, ha visto la presenza di un centinaio circa tra appassionati del prelibato passavolante e produttori di mandorle. Dopo il saluto del sindaco Antonino Miceli e degli assessori Ciro Costa hanno relazionato: Francesco Bruscato, il prof. Tiziano Caruso, la prof.ssa Rita Cedrini, il Dr. Ignazio Vassallo e il Dr. Gaetano Siracusa.

Le relazioni hanno evidenziato la necessità, data la limitata superficie investita a mandorla, a intensificare la trasformazione della mandorla in prodotti tipici locali come il Passavolante, la Pantofola, la Scattata, prodotti che nel tempo hanno conquistato la nomea di leccornie di eccellenza, e di alta qualità. Indispensabile, inoltre, creare un’associazione di produttori e di trasformatori che operano nel territorio.

Inoltre, la valorizzare del passavolante deve passare attraverso la salvaguardia del mandorlo di Vicari, pertanto, bisogna utilizzare la Misura 214/2A del P.S.R. Sicilia 2007/2013 – Reg. Cee 1698/05 “Sostegno alla conservazione delle risorse genetiche in agricoltura” Azione A “Preservazione della Biodiversità” con l’obiettivo di realizzare un campo pubblico di conservazione e recupero varietale, in area demaniale, che serva a fornire le marze a tutti gli agricoltori vicaresi e del circondario che ne facciano richiesta; inoltre, per salvaguardare l’identità della mandorla bisogna realizzare un museo pomologico delle varietà locali e delle attrezzature che da sempre hanno consentito la coltivazione: da quelli della lavorazione, a quelle di potatura, innesto, raccolta, sgusciamento, ecc. Tutti concordano di non perdere l’antica tradizione produttiva dei passavolanti imponendo un disciplinare di produzione attraverso un marchio (Slow Food, De,C.O. o Qualità Sicura: “Passavolante Vicarese” di cui gli operatori potranno fregiarsi e nel contempo valorizzarne la commercializzazione.

La tre giorni è stata arricchita da spettacoli, intrattenimenti, informazioni, cultura, e enogastronomia mirati alla promozione e valorizzazione del territorio vicarese e dell’area del San Leonardo.