Marcatobianco si candida come laboratorio del Distretto Laniero Siciliano

“Programma di valorizzazione della lana di alta qualità”. E’ stato questo il tema dell’incontro che si è tenuto presso palazzo Giandalia di Castronovo di Sicilia. L’appuntamento rientra nell’attività di animazione territoriale relativa al PSR Sicilia 2014-2022 – Sottomisura 16. 1. Un progetto che mira a raggiunge un importante risultato: la riutilizzazione della lana, un prodotto di scarto che ambisce a diventare risorsa.

Un percorso che vede una dicotomia, la prima legata all’utilizzo della produzione della lana per l’utilizzazione dei suoi derivati, infatti, sottoposta a trattamento termico e chimico in agricoltura può essere utilizzata come biochar, manche come ammendante per agricoltura sostenibile, prove che vengono condotte nel vivaio del dott. Bruno Marino e nelle serre del dott. Francesco Scaglione, entrambi, imprenditori castronovesi.

L’altro filone riguarda l’utilizzo della lana finalizzata a riscoprire una forma di artigianato tradizionale, che trova nell’antica manualità la produzione di vere e proprie opere d’arte.

Marcatobianco si candida a diventare il laboratorio del Distretto Laniero Siciliano. La presenza di Ninni Fussone, coadiuvata da Filippa Tripi e altre donne locali, nella frazione di Castronovo ha dato vita ad un laboratorio per la lavorazione della lana, dalla fase della cardatura alla realizzazione di capi e oggettistica davvero singolari.

“L’Amministrazione sostiene – dice Vito Sinatra, sindaco di Castronovo – la costituzione di un laboratorio dell’arte antica della tessitura della lana, presso il nostro Borgo Marcatobianco. Un laboratorio che funge da luogo di formazione e di divulgazione, grazie alla disponibilità di qualificato personale, che offre la propria professionalità per la rinascita di una “produzione identitaria” che attraversa varie culture ed esperienze nazionali e transnazionali. Anche così si fa economia green e sviluppo”.

E’ nato anche un piccolo museo della lana dove vengono conservati antichi telai, attrezzature per la lavorazione della lana, oggetti, ecc. Il piccolo borgo incomincia a ingranare la giusta strada per innescare un processo di sviluppo integrato: cultura silvo-pastorale, museo della lana, degustazioni guidate, ecc. insomma, Marcatobianco ha una luminosa prospettiva, dipende dalla popolazione locale decidere sulle sorti del proprio futuro.

Fitto il parterre degli ospiti che si alterneranno al microfono dopo i saluti del sindaco di Castronovo di Sicilia Vito Sinatra e dell’assessore all’agricoltura Valentina Guarino sono intervenuti: Sebastiano Tosto della Rete Ovinicoltori Siciliani, Simone Sangiorgi (Innovation Broker), Bruno Marino Vivai Platani, Francesco Scaglione Agricola Sant’Agata s.s., Francesco Bruscato per l’Assessorato regionale dell’ agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, Filippa Tripi imprenditrice agricola, Ninni Fussone, formatrice, Tiziana Nicotra formatrice della tessitura della lana, Giovanna Seminatore, insegnate istituto scuola arte e mestieri, Ignazio Maiorana, giornalista. L’incontro è stato coordinato dal direttore di Sicilia Agricoltura Mario Liberto.

Il Distretto produttivo Laniero Siciliano, con sede a Cammarata (AG) nel cuore dei Monti Sicani, nasce con la volontà di dare supporto alle aziende del comparto zootecnico che operano nell’allevamento degli ovini. La Sicilia, con poco più di 700.000 capi, è la seconda regione d’Italia per numero di capi allevati, di conseguenza a seguito di tosatura produce grandissime quantità di lana. Ad oggi alla redditività delle imprese del comparto contribuisce la commercializzazione del latte e derivati e la commercializzazione della carne; gli alti costi delle materie prime e i bassi prezzi di vendite dei prodotti comprime le aziende in una forbice sempre più stretta. A questo scenario si aggiunge, spesso sottovalutandolo, il costo di gestione della lana, che in risposta alla necessità fisiologica per il benessere dei soggetti allevati, incide negativamente sulla profittabilità del business delle aziende che allevano capi ovini.

Il progetto del Distretto Laniero Siciliano, promosso dalla Rete ovinicoltori siciliani e dalla start up innovativa Date srl, ha riscosso sin da subito tra gli operatori del settore, grande entusiasmo e partecipazione; un progetto lungimirante che mira a valorizzare la lana non solo in ambito tessile ma trasversalmente anche in tutti gli altri settori produttivi che ne consentiranno l’utilizzo, con possibile interessante ritorno economico siciliano e nazionale, come dimostra la partecipazione di soggetti imprenditoriali leader a livello nazionale ed europeo.

Il Distretto è pronto a trasformare questa importante materia prima da costo aziendale a ricavo ed è proprio questo cambio di prospettiva che pone i partner del Distretto Laniero Siciliano pronti a cogliere le opportunità che la transizione ecologica e l’economia circolare offriranno. Per il legale rappresentante del Distretto produttivo Laniero Siciliano Sebastiano Tosto “Si tratta di una importante scommessa che consentirà di dare nuova vita ad un prodotto che per troppi anni ha costituito un peso per gli allevatori di ovini, siamo solo all’inizio ma la qualità del progetto presentato e delle imprese partner ci fa ben sperare. Consentitemi anche di ringraziare il team di tecnici, per il loro prezioso contribuito alla redazione del progetto, le imprese partecipanti, i docenti universitari, le amministrazioni comunali, l’amministrazione ed il Governo Regionale che ci hanno permesso di mettere in campo questo importantissimo strumento per la soluzione di questo problema che affligge il mondo zootecnico regionale”.