Prizzi celebra la “gidata”: un’icona della tradizione gastronomica locale
di MARIA CASCIO – La gidata, prelibatezza gastronomica tipica di Prizzi, si conferma come un simbolo distintivo della cultura culinaria locale. A testimoniarlo è stata l’ampia partecipazione di pubblico e appassionati che hanno affollato l’Aula Magna dell’I.T.C.G. Prizzi durante la seconda sagra dedicata a questa “Altra Grazia di Dio”.
La gidata è un fagottino di pane che racchiude i sapori autentici della tradizione contadina. Il convegno, promosso dall’amministrazione comunale, ha visto la partecipazione di figure di spicco, tra cui la professoressa Antonella Comparetto, sindaca di Prizzi, Nunzio Amato, dirigente della Condotta Agraria di Corleone, Maria Pia Orlando, nutrizionista, Carlo Greco, vice sindaco di Marineo, Gaetano Siragusa, responsabile dei Presidi Slow Food Sicilia Occidentale, Mario Liberto, giornalista e scrittore, e Giuseppe Carbone, vice sindaco di Prizzi. L’incontro è stato moderato da Giuseppe Castelli, docente e dirigente responsabile dell’I.I.S.S. Prizzi.
La sindaca Comparetto ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa: “L’amministrazione comunale, promuovendo la gidata con questa sagra, intende valorizzare i prodotti tipici a rischio di oblio. È fondamentale trasmettere questa conoscenza alle nuove generazioni.” Oltre alla gidata, sono stati messi in evidenza altri due piatti tipici: la pignolata, legata alla festa di San Giuseppe, e il buccellato, simbolo del Natale.
Mario Liberto ha magistralmente narrato l’origine e l’evoluzione della gidata, evidenziando la sua radice medievale. Secondo Liberto, “la gidata rappresenta un piatto identitario, in cui l’intera comunità si riconosce. È un momento di condivisione, sia nella preparazione che nel consumo, e un’occasione di festa, perfetta anche per lo street food.”
Questo fagottino è preparato con una miscela di acqua, sale, lievito e olio extravergine di oliva. La farcia, nota come chinu o conza, include bietole selvatiche, cipolla, acciuga, lardo di maiale per renderlo soffice, aglio, pepe nero, patate, formaggio pecorino grattugiato, sale e olio extravergine. Nel tempo, la ricetta si è arricchita con salsiccia di maiale senza budello e pomodoro siccagno, varianti che alcuni considerano innovative. La mescolanza della farcia assicura che tutti possano gustare ogni componente.
Il piatto viene preparato da ottobre ad aprile, periodo in cui le bietole sono fresche e aromatiche, e si conserva per alcuni giorni dopo la preparazione.
Al termine del convegno, è seguita una degustazione di prodotti tipici locali: gidati, pignolati e cucciddati, accompagnata dal suono di tamburi e fisarmonica. Molto apprezzato il balletto delle giovanissime ballerine prizzesi.
Nonostante si trattasse del secondo evento di valorizzazione di questa prelibatezza, la partecipazione attenta e numerosa ha confermato il suo successo. È emersa l’esigenza, dopo il riconoscimento di Prodotto Agroalimentare Territoriale da parte del Ministero, di istituire la Denominazione Comunale di Origine (De.C.O.) per rafforzare l’appartenenza e preparare la commercializzazione di questo prodotto agroalimentare prizzese.