Economia e Lavoro

Grano duro: le conseguenze della crisi in Ucraina sul prezzo


La crisi dell’Ucraina potrà avere ripercussioni anche sul prezzo del grano duro siciliano? Gli esperti dicono che è ancora presto per dirlo e che bisognerà aspettare almeno fino alla fine del mese per comprendere meglio gli scenari dei prezzi e che ripercussioni potranno avere nelle tavole degli italiani ed anche sui campi.

Fatto sta, comunque, che il prezzo del grano dell’Ucraina (uno dei maggiori produttori mondiali) è iniziato a salire dall’inizio della crisi ed ha toccato i massimi da inizio anno. Il primo giorno dell’invasione russa in Crimea i prezzi dei future sulle partite di grano e mais sono schizzati in alto rispettivamente del 5,9% e del 3,7% (dati del Chicago board of Trade).

Tornando in Sicilia, invece, l’ultimo bollettino della Camera di Commercio di Catania indicava un prezzo di 22,8 euro al quintale per il grano duro siciliano (quotazione dello scorso 4 marzo) in salita rispetto alla settimana precedente quando il prezzo era fissato a 22,75 euro/quintale e il massimo da inizio anno.

Secondo le cifre fornite dalla Coldiretti in Ucraina nel 2013 sono stati raccolte 63 milioni di tonnellate di cereali, il 36,3% in più rispetto all’anno precedente. In particolare, la terra ucraina ha prodotto 22,27 milioni di tonnellate di grano (+41,3%), 7,56 di orzo (+9%) e 30,9 di granoturco (+47,4%). Sono invece scese le quantità raccolte di miglio (102.000 tonnellate, -35,2%), avena (467.200 tonnellate, -25,8%), grano saraceno (179.000 tonnellate, -25%), riso (145.100 tonnellate, -9,2%) e segale (637.700 tonnellate, -5,8%). Inoltre, sono diminuite le barbabietole da zucchero (10,75 milioni di tonnellate, -41,7%) e sono aumentati i semi di girasole (11,04 milioni di tonnellate).

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