Rapporto tra banca e impresa, la conoscenza è la prima risorsa
L’utilizzo da parte degli istituti di credito di sofisticati sistemi di rating per l’erogazione del credito accentua il rapporto relazionale tra banca e impresa. Se è vero che i sistemi di rating bancari, testati e validati dalla Banca d’Italia, riescono statisticamente ad evidenziare la rischiosità dei soggetti esaminati, tuttavia non sempre riescono a cogliere e trasmettere le giuste informazioni su specifiche situazioni. Non si può non escludere di conoscere più a fondo l’imprenditore e l’impresa per scongiurare l’inceppo di meccanismi automatici di valutazione. A tal proposito deve essere più profondo e continuativo il rapporto di “conoscenza” da instaurarsi tra imprenditore e istituto di credito.
La banca deve tener conto della “conoscenza” dell’azienda, dell’imprenditore, del settore, e dei programmi di investimento per una valutazione reale della situazione aziendale evitando ingiuste penalizzazioni.
Per citare una famosa frase del premio Nobel Alexis Carrel “Poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore; molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità” molta osservazione e poco ragionamento, cioè poca fantasticheria a partire da pregiudizi, portano alla verità, mentre le fantasticherie portano solo errori e delusioni.
L’importanza strategica della “variabile conoscenza” nel rapporto banca – impresa non deve riguardare solo la concessione del credito, ma deve essere estesa trasversalmente ad altre sfere quale l’attualissima gestione del credito deteriorato. Soprattutto in casi di incaglio, far intervenire il fattore “conoscenza” può essere di aiuto ad evitare ulteriori patologie da credito.
Come in ogni rapporto, le informazioni devono essere in entrambi i sensi: la banca deve conoscere al meglio le aziende e l’ecosistema in cui agiscono e l’imprenditore deve capire le esigenze della banca e garantire un flusso di informazioni adeguato per realizzare i propri obiettivi aziendali in partnership con gli istituti di credito.
L’imprenditore ha infatti il compito e la responsabilità di organizzare i beni aziendali e l’attività delle persone, per raggiungere gli obiettivi assegnati all’impresa e quindi risulta decisivo implementare un sistema di controllo, gestione e monitoraggio, non solo dei costi, ma dell’intero ciclo produttivo (acquisti, produzione, vendite) che coinvolge proattivamente le diverse tipologie di stakeholder, interni ed esterni (fornitori, dipendenti, clienti, finanziatori) per far sì che partecipino non solo alla realizzazione e raggiungimento degli obiettivi, ma anche, se non soprattutto, alla condivisione e predisposizione di una strategia ben definita e chiara.
Si comprende bene quindi come in questo contesto l’analisi (cioè la conoscenza) delle fonti di finanziamento per lo svolgimento delle attività necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati risulta essere decisivo sia in termini di scelta di tipologia (esterno / interno) e sia di costi, avvalendosi di partner e professionisti esperti, come in SVS.Impresa srls, possono dare una reale conoscenza di strumenti, oltre alle relazioni e condizioni ambientali (socio politico economiche) necessarie a guidare non solo l’imprenditore, ma anche, e soprattutto, gli istituti bancari verso l’utilizzo di strumenti e forme tecniche più adeguate che realizzano un rapporto “win-win” banca – impresa.
Dott. Saverio Stellino – Amministratore Unico SVS.Impresa srls