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Parassiti, coltivazioni e clima che cambia: un link pericoloso

Il riscaldamento globale porterà a una drammatica riduzione delle rese di frumento, riso e mais a causa dell’aumento delle popolazioni di insetti: per ogni grado Celsius di aumento delle temperature medie l’incremento delle perdite dovute ai parassiti varierebbe fra il 10 e il 25 per cento, a seconda della coltura e della regione di produzione.

In termini assoluti, un aumento di 2 °C, una volta raggiunto, si tradurrebbe per i tre cereali in una perdita rispettivamente di 59, 92, e 62 milioni di tonnellate all’anno. A prevederlo è uno studio di ricercatori diretti da Curtis A. Deutsch dell’Università di Washington a Seattle, che firmano un articolo su “Science”.

Secondo le analisi dei ricercatori, il crollo delle rese di frumento, riso e mais – che da soli forniscono il 42 per cento del consumo totale di calorie in tutto il mondo – sarebbe particolarmente marcato nei paesi delle regioni temperate, che ne sono anche i più importanti produttori.

Negli Stati Uniti, il maggiore produttore mondiale di mais, le perdite nei raccolti dovute agli insetti potrebbero aumentare del 40 per cento rispetto a quelle attuali.

Nei paesi europei le cose potrebbero andare anche peggio, con un aumento della perdita di frumento fra il 50 e il 100 per cento: qui i paesi più colpiti sarebbero Regno Unito, Danimarca, Svezia e Irlanda, ma anche grandi produttori come Russia e Ucraina vedrebbero aumenti di perdite nelle rese molto significativi. In Italia l’aumento delle perdite potrebbe oscillare attorno al 41 per cento.

Percentualmente più contenuto sarebbe il danno alle colture di riso nei suoi maggiori paesi produttori, Cina e India, dove da una perdita media attuale rispettivamente dell’11,3 e del 18 per cento del raccolto, si passerebbe al 14,7 e al 20 per cento.
Per spiegare la differente incidenza dell’aumento delle temperature nei diversi paesi, notano gli autori, bisogna considerare che la distruttività degli insetti dipende da due fenomeni. Da un lato c’è l’aumento delle temperature, che accelera il metabolismo degli insetti rendendoli più voraci; dall’altro c’è l’andamento demografico delle loro popolazioni.

Se la temperatura è ottimale, il loro numero cresce rapidamente, ma se il clima è troppo freddo o troppo caldo, la crescita è più lenta. “Le regioni temperate non si trovano attualmente alla temperatura ottimale, quindi se la temperatura aumenta, le popolazioni cresceranno più velocemente”, spiega Scott A. Merrill dell’Università del Vermont, coautore dello studio. “Ma gli insetti ai tropici sono già vicini alla loro temperatura ottimale, per cui le popolazioni cresceranno, ma più lentamente. È troppo caldo per loro.”

Questi risultati, concludono i ricercatori, impongono di prevedere significativi cambiamenti nelle pratiche di coltivazione, come l’introduzione di nuove rotazioni delle colture per mantenere la resa a fronte dell’aumento della pressione dei parassiti.

È peraltro probabile che negli ambienti agricoli a coltura intensiva, le misure di adattamento richiedano un maggiore uso di pesticidi, che però andrebbe a scapito della salute e dell’ambiente, con anche un elevato rischio di si sviluppo di resistenze ai pesticidi.

CREDIT: Le Scienze