Zootecnia, Cia Sicilia: blocchi della movimentazione degli animali e incertezze sulla disponibilità dei pascoli demaniali rischiano di dare il colpo di grazia all’economia delle zone interne della Sicilia

Le nuove gravissime restrizioni commerciali che derivano dai provvedimenti sanitari per la profilassi della blue tongue (lingua blu) e cioè il blocco della movimentazione degli animali non solo verso il continente, ma anche tra le diverse province della Sicilia, danno una ennesima batosta alle già dissestate economie delle imprese zootecniche dell’Isola. Il provvedimento, infatti, restringe gli orizzonti commerciali delle aziende, chiudendole in pratica nelle loro stalle per via dell’assenza di un idoneo sistema di macelli.

“Più volte la CIA siciliana ha denunciato la scarsa attenzione del governo regionale verso il comparto zootecnico e ha chiesto incontri istituzionali e tavoli tecnici sia all’Assessorato Agricoltura che a quello della Salute, riscontrando soltanto l’eco distorto di un muro di gomma, dimostrando come ci si appresti, ancora una volta, ad affrontare in maniera superficiale e cinica la vita e l’economia di centinaia di aziende zootecniche e con esse quella di altrettante famiglie di allevatori”, rileva il vicepresidente della Cia, Mario Bosco.

Alla vigilia delle festività natalizie, tradizionalmente coincidenti con una positiva fibrillazione dei mercati zootecnici, provvedimenti di questo tipo, che si limitano a trasferire pedissequamente le istruzioni nazionali senza un’analisi critica condivisa con le rappresentanze delle categorie economiche interessate, possono apparire finalizzati a configurare una strategia mercantile, di matrice ignota, che voglia relegare l’ economia zootecnica siciliana negli angusti spazi del proprio territorio provinciale, utilizzando come pretesto aspetti sanitari coi quali ogni azienda, pur con tutte le difficoltà, convive da decenni.

Altro aspetto controverso, che preoccupa molte aziende zootecniche che contano sulla disponibilità dei pascoli ricadenti nei terreni demaniali, è l’incertezza sull’applicazione del decreto n.135 che l’assessore regionale all’Agricoltura ha firmato lo scorso agosto in cui si rivedono sia i canoni che i periodi di disponibilità. La non applicazione delle disposizioni ha, infatti, fatto perdere a molte aziende zootecniche l’opportunità di ottenere il premio per la misura 214 del Psr (agricoltura e zootecnia biologica).