Norme

Ddl M5S all’Ars: divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce

“Divieto di allevamento, cattura e uccisione degli animali da pelliccia; divieto di utilizzare gli animali per la produzione o il confezionamento di capi d’abbigliamento e articoli di pelletteria ottenuti dalle pelli o dalle pellicce degli animali”. Così il Movimento cinque stelle in Sicilia presenta un testo di legge rivoluzionario che pensa ai diritti ed al benessere di tutti gli animali. Ma non è tutto, il Ddl prevede, per la prima volta, il divieto di importare e commercializzare prodotti derivati da pelli animali, in tutto il territorio siciliano. “Nessun animale di prima o seconda categoria, – afferma il deputato Cinquestelle all’Ars Salvo Siragusa, primo firmatario del testo – ad oggi, vige una normativa nazionale che protegge solo cani e gatti; noi vogliamo proteggere tutte le specie”.

Il testo, nato anche grazie ai preziosi contributi forniti delle associazioni in difesa dei diritti degli animali, ha già ottenuto il plauso da parte di una delle più importanti as-sociazioni animaliste in Italia, la Lav. “Siamo entusiasti per la vostra iniziativa legisla-tiva ed auspichiamo che possa presto essere condivisa dal Parlamento Siciliano”, così afferma in una nota il responsabile pellicce Lav Simone Pavesi. Sempre dall’associazione anti vivisezione si impegnano ad offrire tutto il supporto necessario al fine di dare quanta più visibilità alla proposta di legge.

Ben l’85% degli italiani condanna l’uccisione di animali per la produzione di pellicce, percentuale ufficializzata nel rapporto Italia Eurispes 2013. “Precisiamo che la pel-liccia non ha alcuna utilità, – continua Siragusa – non è un prodotto funzionale a scaldare e riparare dal freddo, tanto è vero che oggigiorno è prevalentemente commercializzata sotto forma di guarnizioni a decorazione di capi di abbigliamento e accessori di ogni genere, dalle borse alle calzature”.

Diversi Paesi hanno già vietato l’allevamento di animali per la produzione di pellicce; già dal 2000, la Gran Bretagna; e poi l’Olanda, l’Austria, la Danimarca, l’Irlanda del nord, la Scozia, la Croazia e la Bosnia. Alcuni di questi paesi hanno definito bandi a partire dai prossimi anni. “Non capiamo perché, proprio in Italia, dove il business è praticamente irrilevante, si vada in controtendenza continuando a spingere l’attività. La Regione siciliana, – conclude il parlamentare del Movimento 5 stelle – avendo competenza esclusiva in materia, non può più fare finta di nulla; deve impegnarsi a disporre tali divieti nel proprio territorio dotandosi di una normativa impor-tante che faccia da traino a tutte le altre regioni italiane”.