Le proposte del Distretto Lattiero Caseario siciliano all’assessore Reale
Riceviamo e pubblichiamo.
In riferimento a quanto emerso nel corso dell’incontro avuto in Assessorato, lo scorso 6 maggio, fra la S.V. e la delegazione di questo Distretto, al fine di poter individuare gli interventi sollecitati a favore della filiera Lattiero Casearia e del settore zootecnico in particolare, come concordato, lo scrivente, nel suo ruolo di “cabina di regia”, facendo seguito a tutte le precedenti iniziative, già comunicate e quindi a conoscenza di codesto Assessorato, rappresenta quanto segue.
L’attività zootecnica, soprattutto in Sicilia, è purtroppo in una condizione di grande difficoltà. I produttori di latte (sia vaccino che ovino) sono, ormai da tempo, in crisi. Il prezzo corrisposto agli allevatori non è remunerativo per gli effetti incontrollabili e difficilmente governabili della elevata incidenza dei costi di produzione, della crescente pressione fiscale e contributiva e della persistente mancanza di “liquidità”, determinata dai sistemi e dai tempi con cui vengono effettuati i pagamenti dei prodotti ceduti ai caseifici ed agli industriali e dalle limitatissime e sempre più complicate possibilità di accesso al credito, per l’ormai consolidato comportamento degli Istituti di Credito.
La crisi viene poi resa ancor più insostenibile dalla forte e sempre più devastante concorrenza del latte, dei semilavorati, dei latticini e dei formaggi importati senza alcuna garanzia circa la loro chiara provenienza e la loro effettiva
qualità e per la mancanza o la inadeguatezza dei controlli che, ove effettuati, vengono quasi sempre eseguiti in termini burocratici, approssimativi e, comunque, non come dovuto.
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In Sicilia, nonostante le straordinarie potenzialità imprenditoriali, produttive e qualitative, la zootecnia da latte, settore portante per l’economia regionale, anche per le limitazioni imposte negli anni dal “regime delle quote” per il latte bovino, copre solo poco più del 20% dei consumi lattiero caseari dell’Isola, ed è quanto mai indispensabile oltre che urgente intervenire con strategie, scelte, iniziative e provvedimenti mirati, per rispondere concretamente alle esigenze, tanto pressanti quanto giustificate, dei produttori e delle loro cooperative, per scongiurare l’ulteriore chiusura di altre aziende in difficoltà, ritenuta inevitabile se non vengono adottati provvedimenti per creare condizioni tali da determinare una concreta inversione di tendenza, anche in vista della ormai imminente totale liberalizzazione della produzione, partendo dal giusto riconoscimento del ruolo degli allevatori di presidio sul territorio e dalla difesa, valorizzazione e promozione delle ottime produzioni tipiche e di qualità locali ed ottenute esclusivamente con latte siciliano.
In tale direzione, oltre a puntare alle misure individuate e proposte dal Distretto e contenute nei documenti da tempo sottoposti al tavolo tecnico convocato dall’Assessorato per la “programmazione 2014/2020” e per la predisposizione del “Piano Zootecnico Regionale”, si chiede di avviare quanto necessario
– per la convocazione delle parti per la fissazione del prezzo regionale del latte in Sicilia (sia bovino che ovino) al fine di disciplinare, in maniera ottimale e trasparente, i rapporti fra gli allevatori, i caseifici e le industrie;
– per la predisposizione e sottoscrizione dei “Patti di Filiera” per dare pratica ed utile applicazione alla L.R. 19/13 sul “Born in Sicily”.
Il tutto tenendo conto di quanto segue, frutto dei vari confronti avuti sul territorio in materia.
ACCORDO REGIONALE SUL PREZZO DEL LATTE VACCINO .
A seguito di specifici incontri tenuti presso l’Ispettorato Agrario di Ragusa, in data 25 marzo ‘14, è stata formulata una “proposta della Produzione” da affidare, oltre che all’Assessore, ai Rappresentanti Regionali delle Organizzazioni Professionali Agricole e della Cooperazione per l’avvio della trattativa con le Organizzazioni degli Industriali per giungere ad un
“Accordo Regionale per la determinazione del prezzo del latte vaccino in Sicilia”. Trattativa per la quale, a suo tempo, è stata registrata la disponibilità dell’Assessorato a convocare le parti interessate e a svolgere il proprio essenziale e, sicuramente, determinante, ruolo di mediazione istituzionale.
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Tale proposta fa riferimento (almeno come metodo) all’accordo siglato in Lombardia per il periodo dall’1/02 al 30/06/14, e, per quanto concerne l’aspetto normativo,all’ultimo accordo siglato in Sicilia in vigore fino al 31/03/08.
Ed inoltre, tenuto conto della particolare situazione locale e delle difficoltà affrontate in Sicilia (per la dislocazione delle aziende sul territorio e per i marcati oneri sostenuti dagli allevatori e dalle loro cooperative, per la raccolta ed il trasporto del latte) più volte evidenziate dal mondo della produzione, è stata sottolineata la necessità di considerare “posto stalla” il prezzo applicato in Lombardia (44,5 centesimi/litro, più parametri qualitativi ed iva) e di puntare ad avere somme aggiuntive, attraverso l’intervento della Regione, per far fronte ai maggiori oneri (quantificati mediamente in 5 centesimi al litro) sostenuti nell’Isola per la raccolta, il controllo e la gestione (sul piano normativo) oltre che per il trasferimento del prodotto presso le industrie ed i caseifici.
Il tutto da definire unitamente alle questioni legate alla effettuazione dei pagamenti del latte consegnato, senza escludere la esigenza di puntare ad un intervento pubblico regionale, attraverso la introduzione di specifiche norme da approvare in deroga ai vincoli comunitari (così come già fatto per altri settori) e la ottimale valorizzazione delle misure previste con la programmazione 2014/2020, in fase di definizione, con particolare riferimento alle disposizioni in materia di Benessere Animale (come è stato già fatto in Sardegna) .
ACCORDO REGIONALE SUL PREZZO DEL LATTE OVINO.
La crisi, come è ben noto, purtroppo non risparmia anche i produttori di latte ovino che, oltre a scontare gli effetti negativi già evidenziati in premessa e le conseguenze della polverizzazione aziendale, delle carenze strutturali ed infrastrutturali, degli oneri sostenuti per la raccolta, della mancanza di idonei centri di raccolta, pagano a carissimo prezzo la situazione di monopolio che ne caratterizza e ne condiziona la commercializzazione.
Difronte al continuo aumento dei costi di produzione, il prezzo alla produzione praticato in Sicilia è, ormai da tempo, inferiore di circa 20 centesimi al litro rispetto alla media nazionale. Una realtà che induce i produttori ad esportare il latte anche in Grecia dove, nonostante la crisi viene pagato fino a 90-95 centesimi al litro. Da considerare che nel territorio nazionale il prezzo medio è alquanto alto anche se esiste una certa oscillazione tra i diversi acquirenti: a dimostrazione che c’è un mercato libero e non come in Sicilia, dove il prezzo del latte ovino è sempre lo stesso e non varia da anni prescindendo dalle dinamiche del mercato. Per non dire che nell’anno in corso, fra l’altro, in Italia molti produttori di latte bovino ricevono per ogni litro prezzi solo di poco inferiori a quelli praticati in Sicilia per il latte ovino, nonostante questo abbia una resa casearia doppia.
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Il comparto, perdurando le attuali condizioni di mercato, in Sicilia, sarà interessato da un processo di profonda trasformazione, con un inevitabile ridimensionamento del numero degli allevamenti. E’ per questo che, data la rilevanza delle molteplici funzioni assolte dall’attività zootecnica ovina, è indispensabile pensare, così come avviene in altre regioni, a provvidenze a favore del rispetto delle condizioni di benessere degli animali.
La situazione impone iniziative mirate a mettere ordine nel settore e soprattutto a dare certezze ed incoraggianti prospettive agli allevatori che, fra l’altro, chiedono da tempo sufficienti garanzie anche sul piano sanitario.
Per tutto ciò si rende indispensabile, anche per il latte ovino, la convocazione delle parti per il raggiungimento, con la mediazione e l’intervento della Regione, di un accordo regionale o comunque di ottenere la disponibilità dei Caseifici che trasformano il latte ovino, ad applicare un prezzo più adeguato alle reali esigenze degli allevatori.
PATTO DI FILIERA PER IL SETTORE LATTIERO-CASEARIO
Il Distretto ha favorito, condiviso ed assecondato il percorso avviato dall’Assessorato ed ha sollecitato, offrendo la propria collaborazione, l’avvio delle procedure per la concretizzazione degli obbiettivi tesi alla massima valorizzazione delle produzioni tipiche, di qualità e con marchio comunitario (Pecorino Siciliano dop, Ragusano Dop, Piecentino Ennese dop e Vastedda del Belice dop) siciliane, ed il contrasto di ogni procedimento produttivo non supportato da una chiara etichettatura ed una efficace tracciabilità a garanzia dei produttori, dei trasformatori che agiscono in trasparenza, e sopratutto dei consumatori. In questa direzione è stato condivisa la sottoscrizione del “Patto di Filiera”, per responsabilizzare ed impegnare i vari soggetti, al rispetto delle norme approvate dalla Regione per l’affermazione del “Born in Sicly”.
Il tutto attraverso
– la previsione di clausole per la esclusione dagli aiuti comunitari dei soggetti che non sottoscriveranno o non rispetteranno il Patto di Filiera;
– la partecipazione esclusiva dei soggetti che sottoscriveranno e rispetteranno il Patto di Filiera ai bandi per la fornitura di alimenti lattiero-caseari alle strutture pubbliche (mense scolastiche, ricoveri, ospedali, caserme, carceri, mense pubbliche, ecc.);
– la introduzione di specifici disciplinari per regolamentare ed uniformare l’attività produttiva e di trasformazione del latte prodotto nell’isola e per l’ottenimento di prodotti veramente Siciliani, garantiti circa il loro
legame col territorio e la loro affidabilità qualitativa ed organolettica nell’interesse dei consumatori (individuabili sotto la denominazione di “Prodotto Siciliano senza latte o semilavorati lattiero caseari di provenienza extra regionale”)
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– lo svolgimento di controlli finalizzati alla corretta etichettatura di ogni prodotto circa l’effettiva origine del latte utilizzato per l’ottenimento dei latticini e dei formaggi immessi nel mercato e nella Grande Distribuzione o comunque commercializzati;
– la intensificazione di attività promozionali per il latte fresco e a favore delle produzioni ottenute esclusivamente con latte prodotto in Sicilia, attraverso il diretto coinvolgimento dei trasformatori, degli esercenti attività commerciali, dei consumatori e delle loro Associazioni e la sensibilizzazione di tutti i cittadini, anche attraverso la individuazione di gamme di prodotti di “fascia protetta” con l’applicazione, per fini sociali, di prezzi particolari;
– il coinvolgimento degli esercenti attività commerciali e della GDO per la realizzazione, con l’intervento della Regione, di scaffali specifici e facilmente individuabili, per la presentazione e la vendita di latte, latticini e formaggi ottenuti esclusivamente con latte siciliano.
OBBIETTIVO LATTE QUALITA’
Senza sottovalutare il lavoro fin qui fatto dagli allevatori che hanno potuto disporre della necessaria assistenza, per la massima qualificazione del latte prodotto in Sicilia, appare indispensabile operare per garantire forme di consulenza, di assistenza e di guida agli allevatori, tese a favorire la sanità negli allevamenti ed i requisiti di massima qualità delle produzioni lattiero casearie siciliane. In tal senso rimane insostituibile il ruolo, dell’Associazione Regionale Allevatori, del Corfilac e del “Centro Latte” di Cammarata che, a differenza delle varie realtà istituzionali, sono più direttamente presenti negli allevamenti e fra gli allevatori.
Su tali proposte il Distretto si rende disponibile per ogni utile confronto e soprattutto per ogni forma di collaborazione ritenuta utile per la difesa e l’effettivo rilancio del settore zootecnico siciliano e di tutta la filiera lattiero casearia dell’isola.
Distinti saluti.
IL PRESIDENTE
(Enzo Cavallo)