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Castelporziano: una smart forest

castelporziano_i000000Il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (CRA) – con la sua Unità di Ricerca per il Monitoraggio e la Pianificazione Forestale di Trento – in collaborazione con la società di spin-off del CRA “EFFETRESEIZERO” Srl (specializzata in geomatica e informatica forestale) ha messo a punto uno strumento informatizzato “geografico” innovativo, per descrivere e quantificare minuziosamente

il patrimonio boschivo della Tenuta Presidenziale di Castelporziano al 2014. Si tratta di una base informativa permanente, essenziale sia per la redazione periodica dei Piani di Gestione Forestale della Tenuta sia per la registrazione costante degli eventi che possono caratterizzare l’evoluzione della Foresta. Questo risultato è il frutto di due progetti combinati: Elite – per la ricerca di base e applicata – e Siftec -per l’informatizzazione finanziati dall’Accademia Nazionale delle Scienze (“dei XL”) d’intesa col Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica.
La Tenuta Presidenziale di Castelporziano è un vero e proprio gioiello naturalistico sul litorale laziale, a soli 25 km dal centro di Roma. E’ l’ultimo lembo “incontaminato” di quelle vaste foreste che un tempo si estendevano lungo tutta la costa laziale, con numerosi ecosistemi: dalla spiaggia ancora integra a dune recenti con piante pioniere e colonizzatrici, a dune antiche stabilizzate fino ad aree a macchia mediterranea bassa ed alta, con le tipiche specie sempreverdi ed aromatiche. Naturalmente, poi, vi è la grande foresta vera e propria, con i boschi di Leccio (500 ha), le pinete monumentali di pino domestico (circa 1000 ha), i boschi misti di querce caducifoglie (2400 ha), quelli di quercia sughera ed altre aree forestali a piantagione, nonché i pascoli per gli allevamenti del bestiame domestico e aree a coltivazioni estensive di cereali. Il bosco occupa oltre il 75% della Tenuta, per una superficie netta pari a quella totale boschiva di 7-8 comuni italiani medi.
Grazie ad innovative tecniche di Laser Scanner Aereo (ALS-LiDAR), applicate per la prima volta all’ambiente mediterraneo, è stato possibile identificare, delimitare e descrivere informaticamente ciascuna delle 800 Unità forestali nelle quali è stata suddivisa la Tenuta, con un elevato livello di dettaglio e in 3 dimensioni, compresa quella dell’altezza degli alberi, decisiva nel fornire informazioni su volumi legnosi e biomasse presenti nella foresta. Basta un click di mouse, insomma, per vedere le immagini fotografiche riprese al suolo e soprattutto la sua visualizzazione in 3D. Ma non è tutto: grazie alla informatizzazione dell’archivio di immagini dal dopoguerra ad oggi, non solo si può vedere il bosco com’è adesso, ma anche com’era in passato a step decennali. Si potrebbe quindi parlare di Castelporziano come di una sorta di “smart-forest in 4d”. In tale contesto tecnologico l’utente può anche assumere una “percezione immersiva” del bosco, come se ci “camminasse dentro”:. In caso di nuove riprese LiDAR, basterà riapplicare i modelli matematici messi a punto nello studio per avere in automatico la nuova valutazione delle biomasse. Va sottolineato che la tecnologia è completamente open-source, cioè liberamente utilizzabile senza costi per l’utenza.
In termini di dati, il sistema ha evidenziato che la Tenuta, nella sua parte a bosco (circa 5000 ha) ospita un volume legnoso di più di 1.000.000 di m3 che corrispondono a circa 2.000.000 di tonnellate. Inoltre, la quantità di CO2 (anidride carbonica) che gli alberi della foresta di Castelporziano hanno sottratto, NEL TEMPO, all’atmosfera, per costruire la biomassa attuale, è stata di almeno 1.600.000 t, pari alle emissioni ANNUE di circa 1.300.000 di autoveicoli.
Un piano di gestione della foresta che tenga conto dei dati forniti e continuamente aggiornati dal sistema è l’obiettivo per la naturale prosecuzione del progetto.
Giuseppe Morello

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