Sicilia, Banca d’Italia: aumenta il valore aggiunto dell’agricoltura

Si è interrotto il crollo dell’economia siciliana dovuto alla crisi. Segnali di stabilizzazione del ciclo si erano avuto già nel 2014 e il 1025 ha confermato questa tendenza positiva nella quale il settore agrario ha avuto un ruolo ponderante. Lo dicono i dati della sede regionale di Banca di Italia che sono stati presentati a Palermo. Aumenta il valore aggiunto dell’agricoltura e aumentano gli occupati nel settore e l’export.

Il boom dell’agricoltura
Aumenta il valore aggiunto del settore primario al pil regionale. Nello scorso anno, secondo le stime di Prometeia riportate nello studio di Banca di Italia, questo è stato di 3,1 miliardi di euro: il 3,6% del totale regionale in crescita rispetto al 2,9%. Migliorano soprattutto il comparto vitivinicolo e olivicolo nell’ultimo anno (crescita del raccolto del 40% nell’ultimo anno) e cresce anche la produzione agrumicola. Le esportazioni del settore crescono del 5,9% in particolare nei confronti dei paesi dell’Unione europea. Secondo i dati dell’Inea, invece sono ancora diminuiti gli acquisti di macchinari agricoli (dato del 2014) acuendo il divario intermini di meccanizzazione del settore nell’Isola. Investimenti che potrebbero riprendere grazie alla nuova programmazione europea che destina 2,2 miliardi all’Isola. Cresce anche l’occupazione nel settore che registra nell’ultimo anno un dato del +12,6% a fronte di un aumento dell’occupazione del 2,3% a livello regionale.

L’export ha salvato il settore
Anche il settore, però, ha vissuto i suoi anni di crisi con il valore aggiunto che dal 2007 al 2013 è crollato del 10,9% (-1,4% a livello naizonale) e l’occupazione è scesa del 14,6% (6,9% in Italia). Gli effetti della recessione, però, sono stati attenutati dal buon andamento delle vendite all’estero: tra il 2007 e il 2015 le esportazioni sono aumentare del 43% (52,6 in Italia) superando il miliardo di euro. Dato che rappresenta quasi un terzo del valore dell’export siciliano, escluso il settore dell’oil. La domanda estera dei prodotti siciliani viene sopratutto da Germania e Francia che acquistano il 40% del totale. Al di fuori dell’Unione i paesi di sbocco sono Stati Uniti, Svizzera e Giappone.