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Le proteine dell’annata 2017 salveranno il prezzo del grano?

“Annata ricca massaru cuntentu” diceva il titolo di una commedia dialettale dell’indimenticabile Nino Martoglio, un detto che potrebbe riferirsi alla produzione del grano dell’annata 2016, passata alla storia per le rese produttive straordinariamente elevate.

Per il 2017 le produzioni si sono rilevate altalenanti condizionate dalle precipitazioni invernali e primaverili con la conseguenza di non avere potuto effettuare le dovute concimazioni. Ragione per cui, le produzioni variano da territorio a territorio, con punte massime e minime, che sono al disotto della media.

Nonostante questo andamento produttivo, il 2017, viceversa, sarà ricordato per una produzione di grano di livello qualitativo superiore.

Dall’analisi dei primi dati delle trebbiature effettuate dal progetto Rete qualità cereali (coordinato dal Crea di Roma) si rivela che le produzioni hanno pesi specifici elevati (nella media sicuramente oltre 80-81 di peso ettolitrico), proteine abbondantemente oltre il 13%, se non il 14% o addirittura il 15%, e assenza quasi totale di difetti della granella (bianconatura sotto al 10%, volpature e chicchi fusariati sotto il 5%)”.

Questo andamento qualitativo comporta una situazione favorevole per i mercati del grano, ad esempio, si assiste già ad un aumento del prezzo rispetto alla produzione dell’anno precedente.

Comunque, è risaputo che sul prezzo del grano incidono molte variabili, come l’andamento del mercato a livello mondiale, le produzioni, condizioni meteo, ecc., insomma, tante incertezze difficile da potere prevedere, purtuttavia, per i singoli produttori è consigliabile controllare le proteine della propria partita di grano per sperare di potere lucrare qualche centesimo in più ed evitare svendere il prodotto.