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Allarme brucellosi in Sicilia, Corrao (M5S): “Occorre vedere chiaro su mancate vaccinazioni”

“La brucellosi bovina ed ovicaprina in Sicilia è un fenomeno gravissimo che silenziosamente ha provocato un danno di oltre 2 miliardi di euro per le aziende e forti rischi per la salute dei consumatori. Ma c’è anche chi ci sta ricavando immensi profitti, come le aziende che commercializzano e trasformano la carne infetta, perché la comprano a due soldi, non hanno l’obbligo di segnalare che è infetta e la immettono irresponsabilmente nella nostra catena alimentare facendola consumare anche dai bambini”. A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che ha ricevuto risposta dalla Commissione Europea sullo stato delle vaccinazioni per la brucellosi in Sicilia. “Nonostante i milioni di euro di Fondi UE spesi – spiega Corrao – la Sicilia rimane la regione italiana più colpita con quasi il 3% di aziende infette da brucellosi bovina e ovicaprina nel 2017, e il 75% delle aziende della provincia di Messina risulta ‘non indenne’. Quello che è assurdo è che il piano di eradicazione attuale, che sarebbe assolutamente necessario, non prevede vaccinazioni ed è assolutamente inadeguato, soprattutto per le aziende allo stato brado, che in alcuni casi, come la movimentazione in condizioni di maltempo in presenza anche di un solo capo infetto, rischiano l’abbattimento di tutto il bestiame a proprie spese. Una follia. Per questo ho accolto le segnalazioni dell’Unione Allevatori Sicilia che chiede di vaccinare le “rimonte” (massimo 10 mesi di età) nelle province ad alta prevalenza di brucellosi con il vaccino_RB-51, ma le autorità siciliane e il Ministero non hanno autorizzato questa procedura, scaricando la responsabilità all’UE”.

“Per questo motivo – spiega l’europarlamentare – attraverso un’interrogazione, ho chiesto alla Commissione di intervenire a chiarire questo scandalo che sta devastando gli allevatori siciliani. La Commissione ci ha fatto sapere che a seguito di ispezioni ‘vista la mancanza di progressi nell’eradicazione, sono state inoltre imposte sanzioni pecuniarie alla Sicilia’. Nel 2011, per esempio, il programma di eradicazione in Sicilia è stato dichiarato dalla Commissione non ammissibile per la mancata esecuzione di una campagna di vaccinazione. La Commissione ha inoltre ridotto i pagamenti di 7 milioni di EUR dal 2005 al 2012. Ma non è finita – sottolinea Corrao. La Commissione dichiara che la vaccinazione contro la brucellosi ‘è ammessa dall’attuale legislazione dell’UE ma non è obbligatoria. Spetta alle autorità nazionali e regionali competenti decidere se autorizzare la vaccinazione in Sicilia’. Dunque occorre immediatamente che la Regione e il Ministero si facciano carico di autorizzare questa misura assolutamente necessaria. Infine la Commissione ammonisce che ‘nel caso in cui le misure attuate non portino a un progresso chiaro in tale direzione, il sostegno finanziario potrà essere riesaminato’. Non solo l’autorizzazione della vaccinazione spetta alle autorità regionali e nazionali, ma se presto non avremo risultati l’Europa taglierà i fondi. Allora mi sembra opportuno chiedersi: ci sono forse interessi economici dietro l’assenza di vaccinazioni? E come sono stati utilizzati i fondi europei per l’eradicazione?

Mi sto muovendo per farmi promotore presso la Regione insieme ai colleghi M5S all’Ars Elena Pagana e Antonio De Luca e il Ministero di questa battaglia sacrosanta per proteggere uno dei cuori pulsanti della nostra economia regionale attraverso il primo tavolo permanente con tutti gli operatori del settore che verrà presto organizzato in Sicilia, al quale invito tutti a partecipare – conclude Corrao – per dare risposte agli allevatori.