Cotonello o Bambagella dell’olivo: ecco cos’è
In questo periodo primaverile molti olivicoltori lamentano la presenza di bianche secrezioni cerose, molto simili al cotone.
Si tratta del Cotonello o Bambagella dell’olivo Euphyllura olivina (Costa), una specie tipicamente mediterranea, che vive sull’olivo e sull’olivastro. Conosciuta meglio come Cotonello perché gli stadi giovanili emettono bianche secrezioni cerose, molto simili al cotone.
Morfologia
L’adulto è un piccolo Psilloideo lungo 2,5-3 mm circa, di aspetto tozzo, di colore bruno verdastro pallido tendente al giallo, dalla forma convessa e con le ali ripiegate a tetto sul dorso. La femmina può deporre nel corso della sua vita fino a 1.000 uova ed ha una longevità di circa tre mesi.
L’uovo è di colore bianco giallastro e di forma ellittica, molto piccolo, peduncolato grazie al quale si fissa sul vegetale, è appuntito sull’altro lato, schiude in 8-12 giorni. Il colore è biancastro alla punta, diventa man mano giallo arancio.
Gli stadi giovanili sono cinque, caratterizzati dalle loro dimensioni (neanidi e ninfe), le neanidi sono attere (prive di ali) e le ninfe hanno abbozzi alari; tutti gli stadi sono protetti da una massa cerosa biancastra secreta dagli stessi. Lo sviluppo ninfale si compie in un periodo variabile da 24 a 35 giorni.
Etologia dell’insetto
Nei nostri ambienti può compiere fino a 4-5 generazioni, ma solo le prime due sono dannose. Il Cotonello supera la stagione invernale allo stato di adulto in occasionali ricoveri (fessure e fori nel tronco), riprendendo la sua attività riproduttriva all’inizio della primavera (marzo), con la deposizione delle uova sui nuovi getti della parte esterna della chioma, nella parte interna delle foglioline appena abbozzate, sulle gemme ascellari ecc.; da esse, dopo 10-15 giorni, nascono le neanidi di 1a età che vivono in gruppo e si ricoprono da abbondante e candida cera che producono loro stessi. Si nutrono prelevando la linfa e secernono un’abbondante melata, sulla quale si sviluppa la Fumaggine. Dopo circa un mese raggiungono lo stadio di adulto e danno origine alla seconda generazione che vivrà sui grappoli fiorali in maggio-giugno, che è considerata a ragione la più dannosa, perché si svolge sui fiori e sui frutticini appena allegati. In autunno, dopo il riposo estivo si sviluppa una terza e, in particolari condizione climatiche, anche una quarta generazione (settembre- ottobre), considerate non dannose per l’olivo, dato che si ha una forte riduzione naturale del fitofago con le alte temperature dell’estate e all’azione dei numerosi predatori e parassitoidi presenti negli oliveti.
Danni
I danni di solito sono trascurabili e consistono in una devitalizzazione dei getti (la generazione), nell’aborto e colatura dei fiori e cascola dei frutticini (2a generazione). Essi sono sempre localizzati su pochi rametti nella parte esterna della chioma e su un numero limitato di piante dell’oliveto. Le neanidi per potersi sviluppare attaccano le foglie e i bottoni fiorali e pungendoli si nutrono della linfa, emettendo melata che favorisce l’insediamento della Fumaggine.
Gli individui della seconda generazione sono i più pericolosi, poiché sottraggono la linfa necessaria allo sviluppo dei giovani frutticini. Le colonie che superano i 7 o 8 individui adulti per ramoscello sono da considerare pericolose per la produzione. La Fumaggine che si sviluppa sulla melata aggrava la situazione.
Controllo fitosanitario
Generalmente, le infestazioni di questo parassita sono ostacolate dalle potature di sfoltimento ed arieggiamento della chioma e dalle alte temperature, quindi nella stragrande maggioranza dei casi non è consigliabile intervenire.
Questo insetto è tenuto sotto controllo il più delle volte dai nemici naturali quali l’Imenottero endofago Encyrtus eupbyllurae Silv., le larve di Sirfidi come Syrphus auricollis Meig., degli Emitteri tra cui XAnthocoris nemoralis (E.), Orius spp. e vari Crisopidi, fra tutti, quello maggiormente riscontrato nella zona è il predatore Cbrysoperla carnea. Nel caso in cui si verificassero delle forti infestazioni a carico delle infiorescenze e successivamente delle drupe allegate, che coinvolgono anche numerose piante, si può ricorrere, in via eccezionale, al trattamento fitosanitario, utilizzando in post-allegagione olio minerale leggero o il principio attivo fosmet e nel biologico olio di paraffina.