Ricostruito il percorso dei Teutonici che collegava Agrigento a Palermo

di GIUSEPPE LA ROSA – Dopo anni di ricerche e studi Mario Liberto, storico, scrittore e giornalista, ricostruisce l’itinerario dei Teutonici che congiungeva la città di Agrigento con Palermo.

Un lavoro certosino presentato nello scenario dello Splendid Hotel di Mondello in occasione del convegno internazionale “L’Ordine Teutonico. Una Patria Spirituale. 830 anni al servizio di Cristo” alla presenza del Gran Maestro dell’Ordine Teutonico S.E. P. Frank Bayard.

Un simposio che ha visto relazionare Guglielmo de’ Giovanni Centelles, Marco Giammona, Carmelo Montagna, Marcello Pacifico, Antonio Sebastiano Ponzio, Tommaso Romano, Mons. Gaetano Tulipano e S.E. P. Arnold Othmar Wieland Gran Maestro emerito e lo stesso Mario Liberto, il tutto moderato e diretto dal Balivo di Sicilia Antonino Sala. All’incontro ha partecipato Massimo Midiri magnifico rettore dell’Università di Palermo.

L’ Ordine dei cavalieri Teutonici è unOrdine religioso-cavalleresco fondato alla fine del 12° sec. in Terrasanta. L’Ordo domus Sanctae Mariae Teutonicorum trasse origine dall’ospizio fondato (1190) a San Giovanni d’Acri da cittadini di Lubecca e di Brema, e fu poi trasformato in ordine cavalleresco sul modello dei Templari e dei Gerosolimitani, approvato nel 1199 da Innocenzo III. Si articolò in quattro categorie: cavalieri, preti, sergenti e confratelli. I combattenti erano i cavalieri, che indossavano un mantello bianco con croce nera, e i sergenti, con mantello scuro.

Il tracciato Teutonico

Il percorso da Palermo a Girgenti non era privo di pericoli. Nei secoli XII e XIII, prima Enrico, e poi suo figlio Federico, combattevano costantemente contro tribù saracene ribelli presenti nel territorio.

La creazione dell’Arcidiocesi di Monreale tra il 1174 ed il 1182 di 1.509 Km2 di territorio, che da Monreale si insinua all’interno fino alla provincia di Agrigento scaturì dal tentativo di dare al problema musulmano una soluzione definitiva. Un’area che Ferdinando Maurici indica come “Cantone Saraceno”, musulmani che erano arroccati su vari castelli come Iato, Calatrasi, Rifesi, Burgio, Cristia, Castronovo, Entella, Sutera, ecc.

Nel 1954, nel territorio di Corleone fu rinvenuto un milliarium che consente di stabilire l’unico punto sicuro dell’antica Agrigento-Palermo, denominata dagli studiosi via Aurelia dal nome del console Aurelio Cotta. Il percorso di questa strada resta incerto in quanto le stationesintermedie, Pitiniana, Comitiana, Petrina e Pirama, segnalate dall’Itinerarium Antonini, sono di non facile ubicazione. Ai viaggiatori che si spostavano tra Agrigento e Palermo lungo la via Aurelia, nel Medioevo si aggiunsero anche i pellegrini, guerrieri e commercianti.

L’attenzione dei Teutonici era riversata però su di un altro tratto di strada che da Agrigento proseguiva per Palermo sempre attraverso Castronovo di Sicilia, per un percorso più breve e pianeggiante, strada nella quale insistevanodelle strutture ospedaliere, ospizi e centri di difesa realizzati dal medesimo ordine.

Ad Agrigento i cavalieri Teutonici realizzarono un ospizio per i pellegrini del nord d’Europa che volevano andare in Terra Santa, transitando per la Magna via Francigena. Elio Di Bella al riguardo dice: “Quanto all’antico Ospedale Civico, denominato indifferentemente come ospedale di S. Maria Maddalena, di San Giovanni Battista e del SS. Crocifisso, le più antiche notizie che lo riguardano sono del tempo in cui l’ordine monastico-militare dei Cavalieri Teutonici arrivò in Sicilia”. A Girgenti, in via Atenea, c’era inoltre un ospedale per i pellegrini retto dai cavalieri teutonici, aperto ai più bisognosi. Oggi è ancora visibile un arco a ogiva medievale. Lo snodo principale si trovava a Castronovo di Sicilia, dove i Teutonici costruirono la Chiesa della Madonna dei Miracoli con l’annesso ospedale, la cui edificazione si fa risalire al XII secolo. Da questo centro si poteva proseguire per Palermo o portasi sulla costa tirrenica fino a raggiungere Messina. Il primo tratto per Palermo, superata Castronovo di Sicilia, era Filaga (Frazione di Prizzi), ancora oggi, sono facilmente rinvenibili alcuni fabbricati, che lo studioso locale Francesco Cannella indica come Ospedale dei Teutonici.

Sullo stesso tracciato troviamo il castello della Margana (Territorio di Prizzi in passato Vicari). Maniero strategico che serviva per meglio estrinsecare e rafforzare la presenza dei Teutonici, la cui costruzione risale al 1219 insieme ad una Chiesa dedicata alla SS. Trinità. Il Castello di Margana sorge su una rupe rocciosa isolata (470 metri), tanto da dominare il vasto feudo dei cavalieri Teutonici e tutti i vari percorsi viari che transitavano per il grande feudo.

Il tracciato proseguiva per il Casale di Meserelle Cefalà Diana – Villafrati), concesso con il diploma del 1206 dell’Imperatore Federico ai Teutonici nel quale costruirono un ospedale e la chiesa intitolata a di S. Lorenzo. Analoga donazione avvenne peril Casale di Risalammi (Misilmeri), concesso con proprio decreto nel 1194 dall’imperatore Enrico VI di Svevia ai cavalieri Teutonici, dopo averlo tolto insieme al medesimo feudo ai Cistercensi, beni che furono amministrati tramite il gran maestro precettore, quindi, l’ultima tappa era la Magione di Palermo.

La Magna viam Francigenam Castrinovi

Mario Liberto citando due antichi documenti, il primo di Rocco Pirri e l’altro un Diploma Greco del 1094 (Storia dei Musulmani), nonché un lavoro svolto dal Prof. Giuseppe Arlotta, evidenzia l’esistenza della Magna viam Francigenam Castrinovi e del suo itinerario.

Il tracciato della Magna viam Francigenam Castrinovi, dal centro abitato della cittadina sicana puntava a nord-est e intersecava le due arterie che conducono a Messina per le montagne, e l’altra passando per le marine.

La “magnam viam Francigenam Castrinovi” “si snoda a oriente e, costeggiando il fiume Torto e la linea ferroviaria (Termini-Caltanissetta-Enna), raggiunge prima la stazione di Màrcatobianco, poi quella di Valledolmo e successivamente incrocia l’odierna SS. 121. Da qui all’altra statale – la S.S. 120 – la strada è identificata con la sigla S.P. 8, la quale segue il percorso per contrada Ciarmaritaro e Fontana Murata luoghi risalenti al periodo Bizantino), Magazzinazzo, Valledolmo (m. 769), Portella Campanaro (m 903), Portella Mangiante (m 871), masseria Mandragiumenta (m. 806), e perviene al quadrivio di Brignòli, per la vicinanza con la masseria omonima.

Dal quadrivium, la S.P. 8 curvando a destra, in direzione nord-est, raggiunge l’odierna SS. 120 (attraversava le al bivio detto di Valledolmo (m 685), territorio di Caltavuturo, ad un km dal centro abitato. Da questo punto, il pellegrino, attraverso Caltavuturo, Collesano e Gratteri, poteva raggiungere la Messina-Palermo per le marine a Cefalù, mentre, in alternativa, poteva proseguire sulla Palermo-Messina per le montagne, verso Polizzi, Petralia, Gangi, Nicosia, Troina, Randazzo, Taormina, Messina”.1

Castronovo di Sicilia rappresentava il centro operativo dei Teutonici

L’operosità dei Cavalieri Teutonici in Sicilia fu straordinaria. Si prodigarono in nome della fede a fondare in molte località ospedali, ospizi, chiese e diversi centri di difesa. Acquistarono a fini caritatevoli per lo svolgimento dei loro culti beni in Geraci, Polizzi, Corleone, Sciacca, e sino in Messina, Paterno, Avola e Noto, in ciascuno dei quali luoghi avevano una Chiesa, sede di un Precettore.2

Uno dei siti su cui posero la loro attenzione fu Castronovo di Sicilia, dove costruirono la Chiesa della Madonna dei Miracoli con l’annesso ospizio/ospedale, la cui edificazione si fa risalire al XII secolo. I documenti ed atti amministrativi, dal 1280 al 1491, pubblicati dal Mongitore e dal Mortillaro, provano la fondazione dell’ospizio dei Teutonici in Castronuovo coeva al loro arrivo in Sicilia.3 Dai Teutonici di Castronovo di Sicilia dipendevano diversi tenimenti: S. Andrea (territorio di Castronovo S.), il castello della Margana (Prizzi), il feudo della Gurfa (Alia) e altre abitazioni e fondi agricoli presenti a Cammarata, Prizzi, Filaga, Vicari, ecc. I tre tenimenti sopra menzionati avevano una superficie di 5124 ettari di estensione.4 Pare che con i proventi dei Baliati di Puglia e Sicilia, Federico II finanziò la crociata contro i popoli pagani del nord nella Prussia e si costruì il grande castello di Marienburg nell’odierna Polonia. Si giustifica così anche la loro presenza a Castronovo di Sicilia, oltre all’assistenza delle anime, controllavano il percorso della Via Francigena, provvedendo anche a ricristianizzare il territorio dalla massiccia presenza bizantina e musulmana, e nel contempo, curare gli interessi della Magione di Palermo sul vasto territorio sicano.

Grazie a Liberto, oggi, si aprono nuovi scenari che hanno dato vita ad alcune iniziative come la proposta di un convegno internazionale da realizzare a Castronovo di Sicilia con la presenza del Gran Maestro dell’Ordine Teutonico S.E. P. Frank Bayard, con la messa in opera del camminamento del nuovo percorso dei Teutonici, iniziative che verranno intraprese nella prossima primavera.

Prof. Giuseppe La Rosa, Ispettore Ministeriale

1 Giuseppe Arlotta, VieFrancigene,hospitalia etoponimicarolingi nellaSiciliamedievale

2 Luigi Tirrito, op. cit., p. 143

3 Vedi Pergamena ai n. 347 e 537. Mortillaro I. c.

4 Luigi Tirrito, Sulla città e sulla Comarca di Castronuovo di Sicilia di Sicilia, Leopardi, Palermo, 1983.