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Agricoltura, l’abbandono delle campagne e l’allarme Cia Sicilia Orientale

L’allarme arriva da quell’angolo di Sicilia tanto suggestivo, incastonato tra i Peloritani, i Nebrodi e le Madonie che si affaccia sul mar Tirreno. Un territorio fertile compreso tra i comuni di Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Capo d’Orlando, ricco di storia e di un patrimonio ambientale che tuttavia rischia di cedere all’incuria e al declino idro-geologico, orfano dei vecchi custodi della terra, gli agricoltori.

“La Regione siciliana investa sui giovani in agricoltura, servono strumenti e risorse per trasformare i vecchi terreni dei nonni in attività agricole 4.0 innovative ed ecosostenibili”, dichiara presidente di Cia Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro, che ha raccolto il grido di allarme dei produttori della zona.

“Il vasto comprensorio della provincia di Messina è tra i più colpiti dell’isola per abbandono delle attività agricole – aggiunge il presidente di Cia Barcellona, Enzo Livoti – gli anziani vanno in pensione e i giovani non ci credono più, e chi ci crede, non ha spesso né risorse né un reddito, con difficolta enormi ad accedere al credito bancario”.

“Le recenti e drammatiche notizie di cronaca delle alluvioni che hanno colpito indistintamente tutta la nostra regione dovrebbero far riflettere in tanti – sottolineano Di Silvestro e Livoti– “Certo, sono eventi straordinari (che stanno diventando sempre più ordinari, però) sulle cui conseguenze pesa la responsabilità della politica che per quarant’anni ha lasciato in abbandono i territori, con la manutenzione all’osso di fiumi, torrenti, colline, affidata quasi esclusivamente alle iniziative dei contadini che oggi hanno abbandonato la terra per età o per mancata redditività”.

“E’ tutta la Sicilia uno scrigno da tutelare e valorizzare, così come lo sono i giovani – aggiunge Di Silvestro – E’ inaccettabile che i nostri figli siano costretti a fare la valigia mentre sono tanti gli stranieri ormai che nella nostra regione trovano l’America, portano i capitali, trasformano le vecchie masserie in agriturismo, boutique country hotel, fanno bio- agriturismo e produzioni innovative”. “Eppure la Regione siciliana ha gli strumenti finanziari per poter fare fronte a progetti nuovi e innovativi, nel rispetto della compatibilità ambientale, come prevede l’Agenda 2030 e la strategia Farm to Fork, che è al centro del Green Deal europeo, indirizzata a rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente, perseguendo la riduzione dell’impatto ambientale e climatico della produzione primaria, garantendo al contempo un equo ritorno economico per gli agricoltori e i produttori”. “Basti pensare alle misure del PSR Sicilia 2014-2020, e a quel volano di sviluppo rappresentato dai fondi del PNRR che prevede interventi immediati e diffusi per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese”.

“Incentivare la ricerca diventa fondamentale – commenta Livoti – anche per adeguare l’agricoltura, con portainnesti e produzioni nuovi, capaci di resistere anche al cambiamento climatico in atto in Sicilia”.

“Il problema dunque, non sono le risorse, ma una strategia e una volontà politica – sottolinea Di Silvestro – Per questo torniamo a chiedere ascolto alla politica, pronti a sederci attorno un tavolo tecnico, concreto e fatto di persone competenti tanti a livello politico quanto a livello amministrativo”. “A livello locale abbiamo raccolto la disponibilità dell’amministrazione di Barcellona a farsi portavoce delle istanze dei produttori e creare una cabina di regia – ha ricordato il presidente Enzo Livoti – ma è chiaro che serve fare rete sul serio, e non a parole”

Se l’Unione Europea crede ancora che il Sud possa seguire un percorso di ripresa e crescita – ha concluso Di Silvestro – non la pensa allo stesso modo evidentemente la politica perché la bocciatura dei progetti presentati dalla regione Siciliana, così come i tagli all’ultima PAC ancora bruciano e sono la conferma di come l’inefficienza e la incompetenza siano alla base dei nostri mali, non imputabili ad altro o ad altri”.