Agroalimentare, in Sicilia cresce di oltre il 14%

Nel primo trimestre del 2023 export in aumento tendenziale dell’11%, un dato migliore rispetto alla media nazionale (+7,1%). Nel primo trimestre del 2023 l’export dei distretti industriali del Mezzogiorno ha registrato un aumento tendenziale dell’11%, un dato migliore rispetto alla media dei distretti italiani (+7,1%); 21 distretti dei 28 monitorati hanno registrato una crescita nel periodo esaminato. Tra le regioni del Mezzogiorno in cui si monitorano distretti industriali (Campania, Puglia, Abruzzo, Sicilia, Sardegna e Basilicata), solo la Puglia ha registrato esportazioni in calo rispetto al primo trimestre 2022 (-3,4%).

Monitor distretti industriali del Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo

A comunicarlo è monitor distretti industriali del Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo. In particolare tra le filiere distrettuali del Mezzogiorno meglio posizionate spicca l’agro-alimentare: +197 milioni di euro, che corrispondono a un aumento del 14,2%. Nel Mezzogiorno si contano ben 15 distretti appartenenti a questo macrosettore, di cui 13 hanno chiuso il primo trimestre 2023 con livelli di export superiori allo stesso periodo del 2022, con la sola esclusione dell’Ortofrutta barese (-53,2%, -83 milioni di euro) a causa del forte calo delle vendite in Algeria e Tunisia, e dei vini e liquori della Sicilia occidentale (-5,7%). Spicca il Lattiero-caseario sardo (+61,2%), che ha incrementato notevolmente l’export (+16 milioni di euro), grazie al balzo delle vendite negli Stati Uniti che assorbono il 75% delle esportazioni del distretto e che crescono dell’86% nel trimestre; si segnala l’ottima performance anche in Cina e Giappone e il boom di vendite in Nuova Zelanda. Crescita a doppia cifra anche per le esportazioni di Pomodoro di Pachino (+49,3%), Ortofrutta e conserve del foggiano (+46,6%), Pasta di Fara (+38,4%), Mozzarella di bufala campana (+31,9%), Caffè e confetterie del napoletano (+30,1%), Olio e pasta del barese (+27,7%), Conserve di Nocera (+25,5%), Alimentare napoletano (+18,9%), Alimentare di Avellino (+15,7%), Vini di Montepulciano d’Abruzzo (+9,3%), Ortofrutta di Catania (+8,6%) e Agricoltura della Piana del Sele (+2,4%).
In Sicilia bene agroalimentare e Ict

Le filiere siciliane monitorate rientrano nell’Ict e nell’ortofrutta

Le filiere siciliane monitorate rientrano nell’Ict e nell’ortofrutta. Ed entrambi i settori a livello complessivo registrano buoni risultati. Quella dell’agroalimentare, in particolare, è la meglio posizionata con un aumento del valore dell’export di +197 milioni di euro, che corrispondono a un aumento del 14,2%. Nel Mezzogiorno si contano ben 15 distretti appartenenti a questo macrosettore, di cui 13 hanno chiuso il primo trimestre 2023 con livelli di export superiori allo stesso periodo del 2022, con la sola esclusione dell’Ortofrutta barese (-53,2%, -83 milioni di euro) a causa del forte calo delle vendite in Algeria e Tunisia, e dei vini e liquori della Sicilia occidentale (-5,7%). Crescita a doppia cifra anche per le esportazioni di Pomodoro di Pachino (+49,3%) e ortofrutta di Catania (+8,6%). Le esportazioni sono in aumento anche per i distretti di una altra filiera monitorata e presente anche in Sicilia che è quella dell’Ict. Il polo di Catania registra un aumento di 30 milioni. Mentre cresce anche (ma solo per 1 milione di euro) il valore del’export del Polo farmaceutico di Catania (+1,7% in termini percentuali).

L’analisi per mercati di sbocco

L’analisi per mercati di sbocco mostra il maggiore peso delle esportazioni verso i mercati maturi (circa il 74%), dove l’export nel confronto col primo trimestre 2022 ha mostrato una buona crescita (+16,8%), mentre si è registrato un calo verso i nuovi mercati (-3,5%). I paesi in cui l’export dei distretti del Mezzogiorno ha registrato la crescita maggiore in valore sono il Regno Unito (+52 milioni di euro), la Germania (+48 milioni di euro), la Francia (+37 milioni di euro) e gli Stati Uniti (+36 milioni). Si rileva, invece, un calo delle vendite in Algeria (-82 milioni di euro), Tunisia (-18 milioni di euro) e Cina ( -11 milioni di euro).

Le esportazioni dei Poli tecnologici del Mezzogiorno

Le esportazioni dei Poli tecnologici del Mezzogiorno nel primo trimestre 2023 sono aumentate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente di 384 milioni di euro (pari a +33,1%); si tratta di un risultato nettamente superiore all’aumento rilevato a livello nazionale (+2%). La crescita però non riguarda tutti i poli. Le esportazioni sono aumentate di 418 milioni di euro per il Polo farmaceutico di Napoli (+79,5%), 30 milioni di euro per il Polo ICT di Catania (+14,3%), 23 milioni di euro per il Polo aerospaziale della Puglia (+33,3%), 8 milioni di euro per il Polo ICT dell’Aquila (+15,9%) e solo 1 milione di euro per il Polo farmaceutico di Catania (+1,7%). Un calo dell’export ha invece riguardato il Polo aerospaziale della Campania (-95 milioni di euro, pari a una riduzione del 36,9%).

“La banca continua a sostenere le imprese del territorio che investono per migliorare la propria competitività su nuovi mercati e per governare i processi di transizione ambientale e digitale – afferma Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo –.  Nel Mezzogiorno stiamo lavorando per favorire ulteriori insediamenti produttivi nelle Zes, alle quali abbiamo dedicato un plafond di 5 miliardi di euro e un desk di consulenza specialistica. Ci tengo inoltre a ricordare che il nostro Gruppo, ribadendo la vicinanza ai territori in cui opera e l’attenzione verso le necessità delle popolazioni, a seguito dei danni derivanti da siccità, incendi ed elevate temperature che nel mese scorso hanno colpito la Sicilia, ha predisposto delle misure a sostegno delle aziende agricole dell’isola danneggiate da tali eventi, prevedendo la possibilità di sospendere fino a 12 mesi la quota capitale dei mutui e di richiedere finanziamenti a condizioni agevolate”.

“Il nostro Gruppo sta garantendo tutti gli interventi necessari per accelerare la ripresa economica nel Mezzogiorno, sostenendo soprattutto l’industria turistica e gli investimenti nelle Zes – spiega Alberto Pedroli, Direttore Regionale Basilicata, Puglia e Molise di Intesa Sanpaolo –. Le imprese del territorio hanno dimostrato una straordinaria capacità di saper cogliere i mutamenti del mercato, anche in un contesto macroeconomico incerto, e di saper trasformare la propria strategia aziendale in ottica ESG. Questo approccio attento all’aspetto sostenibile del business è da tempo al centro delle azioni di sviluppo della banca, che da un lato promuove la consapevolezza tra i clienti, dall’altro supporta i progetti sensibili ai temi ambientali, sociali e di governance. Continuiamo a sostenere anche le filiere di prossimità, elemento chiave della nostra economia: nel perimetro della Direzione Regionale Basilicata, Puglia e Molise abbiamo già favorito oltre 35 accordi di filiera che coinvolgono circa 850 fornitori e mobilitano un giro d’affari di oltre 4,5 miliardi di euro”.
Fonte: Intesa Sanpaolo