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Olivicoltura, l’esempio tunisino come sprone per l’Italia

L’articolo recente pubblicata da Olio News, il giornale di olivicoltura e pensiero circolare, offre una panoramica dettagliata sull’andamento delle vendite e dei ricavi dell’olio d’oliva tunisino negli ultimi tre anni, con dati forniti dall’Ufficio nazionale dell’olio tunisino (Onh), che lasciano riflettere sul futuro dell’olivicoltura mediterranea.

Crescita dei ricavi nella stagione 2023-2024

Alla fine di giugno 2024, la stagione 2023-2024 ha registrato un incremento significativo nei ricavi dell’olio d’oliva tunisino, con un aumento del quasi 80%, raggiungendo 4,3 miliardi di dinari (circa 1,3 miliardi di euro). Questo notevole aumento è stato accompagnato dall’esportazione di quasi 165.205 tonnellate di olio d’oliva, di cui 20.392 tonnellate confezionate. I principali paesi importatori sono stati la Spagna e l’Italia, seguiti dagli Stati Uniti. Il prezzo medio di una tonnellata di olio d’oliva sfuso esportato è stato di circa 26.584 dinari (7,78 € al kg), mentre per l’olio d’oliva confezionato il prezzo ha raggiunto i 29.956 dinari (8,77 € al kg).

Analisi del biennio precedente

Durante la stagione 2022-2023, le esportazioni di olio d’oliva tunisino hanno totalizzato quasi 150.827 tonnellate di olio sfuso e 15.489 tonnellate di olio confezionato. In questa stagione si è registrato un aumento della quota di olio confezionato di quasi il 32%. L’olio d’oliva biologico ha rappresentato circa il 20% delle esportazioni totali, con l’Italia come principale paese destinatario, seguita dalla Spagna e dalla Francia.

Progetti futuri e sostenibilità

Un’altra notizia di rilievo è il progetto di espansione della coltivazione degli ulivi nel deserto tunisino, in particolare nell’area di Remada, come riportato da “Teatro Naturale”. Due grandi progetti olivicoli sono in fase di sviluppo su 1000 ettari nelle aree desertiche di Borj Bourguiba e Oued Zar. Questi progetti, cofinanziati con fondi sauditi, prevedono la creazione di uliveti per la produzione di olio biologico di alto valore aggiunto destinato principalmente all’esportazione. Per supportare questi progetti, saranno perforati 17 pozzi, quattro dei quali a breve termine, con una portata significativa per garantire le risorse idriche necessarie. A Remada, l’obiettivo è piantare circa 130.000 ulivi su una superficie complessiva di 100 ettari, con ulteriori trivellazioni di pozzi profondi previste.

Crescita dell’olio d’oliva in Tunisia: un modello per l’Italia?

La Tunisia emerge come un importante protagonista nel panorama olivicolo internazionale. La sua produzione in costante aumento, unita all’impegno per la qualità e l’adozione di moderne tecniche di coltivazione, la posiziona come un esempio da seguire per l’Italia, alle prese con sfide climatiche e criticità strutturali. La Tunisia ha pianificato un piano decennale per il settore olivicolo, con l’obiettivo di raggiungere una produzione di 1 milione di tonnellate di olio d’oliva entro il 2035; vengono impiegati nuovi sistemi di irrigazione per ottimizzare l’utilizzo dell’acqua, una risorsa preziosa soprattutto nelle aree desertiche; si punta sulla diversificazione varietale, introducendo nuove cultivar resistenti al clima e alle malattie; grande attenzione è posta alla qualificazione del prodotto, con la promozione di oli extravergine di oliva di alta qualità e l’ottenimento di certificazioni internazionali.

L’esempio tunisino come sprone per l’Italia

Mentre l’Italia, con condizioni climatiche più favorevoli rispetto alla Tunisia, soffre di un calo nella produzione di olio d’oliva, il modello tunisino rappresenta una sfida e un’opportunità. Nonostante condizioni climatiche simili a quelle tunisine, anche Israele vanta un’agricoltura all’avanguardia. La sua esperienza può essere una fonte di ispirazione per l’Italia. La crescita dell’olivicoltura tunisina rappresenta una sfida e un’opportunità per l’Italia. Adottando un approccio innovativo e proattivo, ispirandosi ai modelli di successo come la Tunisia e Israele, l’Italia può riaffermare la sua leadership nel settore agroalimentare e valorizzare al meglio il suo prezioso patrimonio olivicolo.