Quercia contro eucalitto: la natura vuole vincere
di ANTONIO PALADINO – Arriva il giorno in cui la natura chiede prepotentemente indietro i propri spazi. Ad Enna una grande sorpresa: il querceto naturale lotta per riprendere il proprio territorio contro l’eucalitteto impiantato artificialmente dall’uomo a fini industriali. In una tipica calda giornata ci si ritrova all’interno dell’Isola con l’obiettivo di capire cosa sta succedendo in un territorio torrido dove le contraddizioni la fanno da padrone quasi a declamare “Si…Siamo in Sicilia!”.
Ai tipici panorami mozzafiato, le colline bionde per la vegetazione residuale delle coltivazioni, quella terra chiara arsa dal sole che quando ci passi sopra rilascia profumi eterei che ti fanno impazzire, si intervallano quei rimboschimenti che sanno di una storia vecchia.
Nel secolo scorso si pensò di introdurre l’australiano eucalitto per rimboschire l’interno della Sicilia con l’intento di sfruttarne le doti di rapido accrescimento e, quindi, la possibilità di produrre notevoli quantità di legname da industria per la produzione di carta, migliorare i suoli in aree degradate e prosciugare aree paludose grazie alla sua forte sete di acqua. Il tutto avrebbe dovuto portare ad una Sicilia industriale grazie a impianti capaci di assicurare molti posti di lavoro. Ma non tutti i sogni sono pronti a soddisfare le attese. Il sogno industriale crollò e, di colpo, ci si ritrovò con soprassuoli privi di biodiversità per la fortissima copertura artificiale che non permetteva la crescita e lo sviluppo di piante diverse e per la formazione una lettiera inospitale. Il forte antagonismo idrico dello “straniero” negava definitivamente qualsiasi possibilità di ricostituzione di eventuali coperture naturali.
L’eucalitteto ha manifestato più volte, inoltre, un’altra particolare caratteristica e cioè quella che, in caso d’incendio, è capace di autoalimentare pericolosamente la rapida propagazione degli eventi pirologici. Infatti, in impianti di talune specie di eucalitto e in presenza del forte vento che accompagna spesso gli incendi, le piante avvolte dal fuoco rilasciano parti di corteccia in plance elicoidali ardenti che, se trasportate in alto dalle colonne ascensionali generate dalle fiamme, possono innescare degli incendi secondari in aree di caduta anche distanti dal punto di origine.
Ma oggi accade qualcosa che fa ben sperare.
Nel territorio demaniale forestale di Enna, grazie all’incontro con Angelo Carbone, Dottore in Scienze Agrarie a capo del Servizio Territoriale di Enna del Dipartimento dello Sviluppo Territoriale della Regione Siciliana, accompagnato da una squadra affiatatissima di Personale capace di lottare per un territorio demaniale nel quale la prevenzione degli incendi è al primo posto con opere protettive di tutto rispetto, ci si imbatte in una grande sorpresa. Nei rimboschimenti di cui abbiamo parlato ed in particolare nei pressi di Aidone, la prorompente natura ci porge una mano con un’umiltà e una bellezza che colpisce al cuore. Con commozione osserviamo che, sotto le ormai filanti piante di eucalitto, cresce un folto e inaspettato sottobosco di querce. Piccole plantule di elevato valore naturale si sono sviluppate senza l’intervento dell’uomo. Accarezzandole si prova una gioia immensa e fanno comprendere il grande insegnamento della natura e le giuste indicazioni per il futuro.
Questa è la Sicilia e la Enna forestale ce la può fare…se vuole!