Il ministro Catania a Lampedusa incontra gli operatori della pesca

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, ha oggi incontrato a Lampedusa una delegazione di operatori del settore della pesca presso il Municipio dell’isola assieme al Sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, all’assessore alla Pesca di Lampedusa, Vincenzo Billeci, al professor Stefano Cataudella, presidente della Commissione generale della Pesca del Mediterraneo (CGPM), al Direttore generale della pesca della Regione Sicilia, Antonio Lo Presti, al Contrammiraglio Vincenzo Melone, e al Direttore generale della Pesca del Mipaaf Francesco Saverio Abate. I temi al centro dell’incontro hanno riguardato le principali problematiche che i pescatori di Lampedusa incontrano nella loro attività a causa dell’insularità e delle particolari condizioni in cui deve operare una marineria posta al centro del Mediterraneo, ma a grande distanza dalla stragrande maggioranza dei suoi mercati di sbocco. Durante l’incontro, l’associazione armatori di Lampedusa ha ringraziato il Ministro per aver risolto una situazione complessa che rendeva difficile un’attività di pesca per le 13 unità da pesca della marineria dell’isola, le quali svolgevano la loro attività con delle autorizzazioni temporanea senza una definizione permanente della loro posizione.

Inoltre, il Ministro ha discusso con loro della riforma della Pcp e del problema delle opportunità e problematiche legate al fermo biologico, oltre al problema della scarsità delle risorse e della concorrenza non sempre leale condotta da unità di pesca di alcuni Paesi confinanti.

Il Ministro ha infine visitato, a Punta Sottile, un impianto di acquacoltura operativo dal 1996 che produce oltre 10 milioni di avannotti, di spigole, di orate da avviare poi all’allevamento e che, grazie a una collaborazione tra la direzione generale della pesca del Mipaaf, la Regione Sicilia, il professor Cataudella e le Università di Palermo e dell’Iamc-Cnr di Mazara del Vallo, è riuscito a produrre per la prima volta circa 100 mila ricciole di 80 giorni da avviare alla produzione, già in parte trasferite in gabbie di allevamento in Sicilia. Il risultato è particolarmente importante perché finora questi livelli di quantità e qualità non erano mai stati raggiunti e questo fa ben sperare per la fattibilità economica di questo allevamento.