Ecco cosa prevede la legge sul Born in Sicily
Tutelare le risorse genetiche autoctone di interesse agrario, forestale e zootecnico del territorio regionale, relativamente a specie, razze, varietà, popolazioni, cultivar, ecotipi e cloni per i quali esistano interessi dal punto di vista economico, scientifico, ambientale, culturale, specialmente, anche se non esclusivamente, se a rischio di erosione genetica. È questo l’obiettivo della legge 18 novembre 2013, n. 19 “Tutela e valorizzazione delle risorse genetiche ‘Born in Sicily’ per l’agricoltura e l’alimentazione”, pubblicata venerdì nella Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana.
Un primo paletto che mette la legge è quello relativo agli Ogm: “Fini della presente legge non possono essere considerate in alcun modo le risorse genetiche che derivano, direttamente o indirettamente, da attività di modificazione del corredo cromosomico attraverso tecniche di ingegneria genetica e, in generale, di biologia molecolare”.
La Regione attraverso questa legge “riconosce il patrimonio di conoscenze, innovazioni e pratiche delle comunità locali rilevanti per la conservazione e la valorizzazione delle diversità biologiche presenti nel territorio, ne promuove una più vasta applicazione anche con il consenso dei detentori di tale patrimonio”.
In particolare, si avvieranno studi e censimento della biodiversità animale e vegetale di razze e varietà locali di interesse agrario. Si favoriranno iniziative, pubbliche o private, tendenti a preservare e ricostituire le risorse genetiche, a diffonderne la conoscenza, il rispetto, l’uso e a valorizzarne i prodotti. Iniziative saranno avviate direttamente dalla Regione.
Verranno avviate le procedure per l’iscrizione delle risorse regionali nei sistemi di certificazione nazionale e verrà potenziato il sistema vivaistico regionale cominciando dalla conservazione delle fonti primarie. In questo contesto sarà favorita ogni forma di aggregazione tra i produttori anche attraverso agevolazioni e vantaggi nell’accesso a formule di sostegno alla produzione e alla promozione, ma anche la collaborazione con enti locali, amministrazioni comunali, organismi territoriali.
Nei prossimi giorni verrà istituito il Repertorio volontario regionale e nominata la Commissione tecnico-scientifica.
Il primo, suddiviso in sezione animale e vegetale, prevede l’iscrizione di razze, varietà, popolazioni, ecotipi e
cloni di interesse regionale. Enti e istituzioni scientifiche, enti pubblici, associazioni, organizzazioni private e singoli cittadini potranno fare proposte di iscrizione delle specie, delle razze e delle varietà al Repertorio.
La Commissione tecnico-scientifica avrà il compito di esprimere parere sull’iscrizione e la cancellazione delle varietà locali nel Repertorio volontario regionale, esprimere parere sulle linee di intervento della Regione, determinare i criteri per l’individuazione degli Agricoltori custodi. La commissione sarà composta da esperti della Regione e del mondo scientifico e accademico e da rappresentanti del mondo agricolo.
Per quanto riguarda la conservazione è prevista sia “in situ” (cioè direttamente nei terreni coltivati) che “ex situ” (cioè in altri luoghi) e viene istituita la Rete di conservazione e salvaguardia delle risorse genetiche autoctone. La Rete si collega ed interagisce con la rete nazionale ed in particolare con il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (C.R.A.) quale soggetto di coordinamento a livello nazionale fra il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAF) e le regioni. Gli enti pubblici che hanno avuto accesso a finanziamenti mirati alla costituzione di Centri pubblici di conservazione della biodiversità attraverso misure relative alla programmazione comunitaria per gli anni 2000/2006, 2007/2013 e successivi hanno l’obbligo di aderire alla Rete.
Viene individuata la figura dell’Agricoltore custode che provvede alla conservazione in azienda, in situ, on farm e/o ex situ, delle risorse genetiche iscritte nel Repertorio volontario regionale.
Fanno parte di diritto dell’elenco degli Agricoltori custodi gli agricoltori che hanno avuto accesso alla Misura 214/2 azione B del Piano di sviluppo rurale Sicilia 2007/2013 e che, pertanto, mantengono campi di conservazione dell’agrobiodiversità di interesse agrario.
Tutti saranno impegnati nelle attività di riproduzione e moltiplicazione di materiale genetico attenendosi alle normative in materia fitosanitaria e di qualità del materiale da propagazione.
In seguito verranno emanati i regolamenti attuativi della legge che specificheranno meglio le varie modalità di applicazione della norma.