Programmi di sviluppo rurale: erogati 2,5 miliardi di euro di contributi all’agricoltura nel 2013
“Il lavoro svolto nelle ultime settimane con le Regioni sui fondi comunitari di sviluppo rurale è stato intenso e ha portato a risultati molto soddisfacenti. È stato recuperato gran parte del ritardo di spesa accumulato e ciò ha permesso di chiudere il 2013 con il minimo rischio di penalizzazioni finanziarie da parte della Commissione europea”.
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, ha commentato i dati della spesa dei Programmi di sviluppo rurale (Psr), divulgati dalla Rete rurale nazionale.
“Solo nel caso della Regione Basilicata – ha aggiunto il Ministro – non è stata raggiunta la quota minima di spesa stabilita dai regolamenti comunitari, e per questo potrebbe essere costretta a rinunciare a circa 6,8 milioni di euro di fondi europei. Il condizionale è d’obbligo, perché le Autorità regionali hanno chiesto alla Commissione europea una deroga alla regola del disimpegno, a causa dei recenti ripetuti eventi alluvionali eccezionali che hanno avuto inevitabili ripercussioni sulle aziende agricole e quindi sulla loro capacità di realizzazione degli interventi previsti dal relativo programma di sviluppo rurale”.
“In ogni caso – ha proseguito il Ministro –, il risultato raggiunto è di grande rilievo, frutto della stretta cooperazione tra Ministero, Agea, Regioni e Organismi pagatori, che conferma le capacità del mondo agricolo di utilizzare al meglio le risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea in un settore strategico per l’economia del Paese, dimostrando dinamicità e propensione ad investire per incrementare la competitività delle imprese agricole italiane e delle aree rurali in generale”.
Nel corso del 2013 sono stati erogati contributi pari a 2,5 miliardi di euro, di cui circa 1,16 miliardi messi a disposizione dall’Unione europea.
In cima alla classifica della spesa si confermano le Regioni del Centro Nord, in particolare la Provincia autonoma di Bolzano (con l’89,2% della spesa realizzata), seguita dalla Provincia di Trento, dalla Lombardia e dalla Valle d’Aosta (con percentuali di spesa superiori al 70% delle rispettive disponibilità), mentre le rimanenti Regioni del Centro Nord raggiungono una percentuale prossima alla media della spesa fatta registrare dal gruppo “Competitività” (67,45%).
Per le Regioni del Sud (gruppo Obiettivo Convergenza), la percentuale media di spesa rimane purtroppo nettamente inferiore alla media nazionale.
In ogni caso, il dato di quest’anno è particolarmente significativo, perché ottenuto a carico di misure che hanno teso a privilegiare interventi molto importanti, volti al sostegno del ricambio generazionale, di pratiche agricole ecocompatibili e di investimenti in settori strategici, sia aziendali, effettuati dalle varie imprese agricole, sia infrastrutturali, come quelli realizzati nel settore della bonifica e dell’irrigazione o finalizzati alla diffusione della connettività a banda larga nelle aree rurali.
Da queste esperienze si dovrà ripartire per decidere il modello di politica agricola comune da attuare in Italia; gran parte delle scelte da fare dovranno essere infatti comunicate a Bruxelles entro il 31 luglio 2014.