Vini italiani in crescita in Cina: nel 2015 l’export italiano ha raggiunto i 90 milioni di euro (+18%)

Con Vinitaly la promozione del vino italiano torna a Chengdu. Sono state presentate ieri, nella città cinese, le aziende che dal 20 al 23 marzo partecipano con 39 stand, 582 etichette e 131 brand all’International Wine and Spirits Show, fuorisalone del China Food and Drink Fair di Chengdu, il più importante vitivinicolo in Cina dove sono attesi più di 300mila operatori del settore. La presentazione è avvenuta nel corso dell’evento “Italian Wine & the Chinese Market. How to unlock more opportunities”, organizzato da Vinitaly International in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Pechino e il Consolato italiano a Chongqing.

«L’Italia è leader mondiale nella produzione ed esportazione del vino ma in Cina possiamo fare di più». Così l’Ambasciatore Ettore Sequi nel videomessaggio inviato per manifestare il pieno sostegno delle Istituzioni alle aziende del italiane a Chengdu. «Il mercato cinese offre ancora delle opportunità inesplorate – ha continuato Sequi –, invito quindi tutti gli operatori del settore ad unirsi per affrontare le sfide che esso pone. Come dimostrato in altri campi, le dimensioni medio-piccole delle imprese non costituiscono sempre un limite. Se ben organizzate, le nostre aziende possono affermarsi anche su un mercato dalle dimensioni continentali come quello cinese».

Nell’occasione è stata illustrata anche la 50ma edizione di Vinitaly, in programma a Verona dal 10 al 13 aprile 2016 (www.vinitaly.it) e che prevede la visita di esponenti delle istituzioni italiane e di qualificati imprenditori cinesi.

«Il 50° Vinitaly – ha sottolineato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafieresarà l’edizione record, con più di 4.100 espositori e una superficie espositiva di oltre 100 mila metri quadrati netti, alla quale per la prima volta prenderanno parte aziende vinicole cinesi. È interessante che il settore produttivo in Cina cresca e Vinitaly possa essere anche casa loro.  Vinitaly 2016 sarà inoltre un’edizione speciale perché inaugurata, per la prima volta nella sua storia, dal Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e avrà l’onore della visita del nostro premier, Matteo Renzi, che incontrerà nei giorni della fiera Jack Ma, fondatore di Alibaba. Un insieme di iniziative che rinsalderanno i già ottimi rapporti con la Cina, un grande paese nel quale siamo presenti da più di vent’anni e nel quale continueremo a portare la conoscenza e la cultura dei nostri vitigni e territori».

L’export di vino italiano in Cina, seppur in crescita, non ha espresso ancora tutte le sue potenzialità, come ha ricordato l’Ambasciatore Sequi. Secondo i dati ISTAT, nel 2015 l’Italia ha esportato vino in Cina per un controvalore di circa 90 milioni di euro, con una crescita pari al 18% rispetto all’anno precedente. Dal punto di vista quantitativo, nel 2015 l’Italia ha esportato in Cina circa 27 milioni di litri di vino con una crescita del 5,5%. I prezzi medi hanno registrato un aumento da 2,96 a circa 3,30 euro/litro. Tuttavia, l’attuale posizionamento del vino italiano in Cina (soprattutto per quote di mercato occupate) non è ancora adeguato al ruolo che l’Italia ricopre nel panorama enologico mondiale quale primo paese produttore e secondo maggior esportatore. L’Ambasciatore ha concluso ricordando che l’Ambasciata e i Consolati italiani in Cina – così come gli uffici Agenzia ICE – sono a fianco delle nostre aziende nella battaglia per l’affermazione e la diffusione del vino italiano sul mercato cinese: «È un impegno a vantaggio del nostro business ma anche della nostra cultura e della nostra identità».

Nel 2015 l’Italia è tornata ad essere il primo produttore mondiale di vino, raccogliendo uva per circa 49 milioni di ettolitri di vino con un aumento del 13% rispetto all’anno precedente (la Francia si è fermata a circa 46 milioni e la Spagna a circa 36 milioni). In Italia si produce pertanto oltre un quarto (28%) del vino europeo, e circa un quinto della produzione mondiale (18%). Il valore dell’export italiano di vino ha registrato un incremento del 6% nel 2015, superando la cifra storica di 5,4 miliardi di euro. Quello del vino è un settore produttivo di primaria importanza e dà lavoro a circa 1,25 milioni di persone.