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Pomodoro e derivati, verso l’origine obbligatoria in etichetta

Origine obbligatoria anche per i prodotti derivati dal pomodoro. E’ quanto annuncia il ministro Maurizio Martina che afferma di essere al lavoro col collega Calenda “per estendere anche ai prodotti derivati dal pomodoro l’etichettatura obbligatoria dell’origine delle materie prime, come fatto con latte, pasta e riso. Un impegno che confermiamo oggi davanti a un’operazione importante per la filiera con l’unione dei marchi Pomi e De Rica. L’esperienza del Consorzio Casalasco del pomodoro può rendere ancora più forte e riconoscibile nel mondo questa produzione di qualità. Andiamo avanti nel lavoro di tutela delle filiere made in Italy e di valorizzazione del lavoro dei nostri produttori agricoli”.

“L’importante lavoro per arrivare al più presto all’etichetta di origine su tutti i derivati del pomodoro va esteso a tutti i vegetali trasformati, dai succhi alle confettura come chiede l’84% degli italiani che hanno partecipato alla consultazione pubblica indetta dallo stesso Ministero delle Politiche Agricole”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare positivamente l’annuncio del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina di voler estendere anche ai prodotti derivati dal pomodoro l’etichettatura obbligatoria dell’origine delle materie prime, come fatto con latte, pasta e riso.

Ad oggi l’obbligo di etichettatura di origine è in vigore in Italia solo per le passate ma non per pelati, polpe, sughi e soprattutto concentrati che l’Italia ha importato dalla Cina nel 2016 per un totale di 91 milioni di chili che riportato al fresco significa attorno il 20% della produzione nazionale. Un fiume di pomodoro che viene poi spacciato nel mondo come italiano per la mancanza di un sistema di etichettatura di origine obbligatorio.

“Ma il problema – prosegue Moncalvo – riguarda tutta l’ortofrutta trasformata, dai fagioli all’arancia che spesso arrivano da Paesi lontani per essere lavorati in Italia e diventare magicamente Made in Italy senza alcuna indicazione per il consumatore. Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per l’ortofrutta fresca ma non per i succhi, le conserve o le marmellate per il miele ma non per il riso, per il pesce ma non per il grano nella pasta, l’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie anche con una profonda revisione delle norme sul codice doganale”.