Cia Sicilia Orientale: “Che fine ha fatto il piano delle infrastrutture sull’Isola?”
“Non è pensabile che il Governo regionale assista passivamente al dibattito nazionale Tav sì o Tav no, mentre il Sud lentamente muore, aspettando un piano per le Infrastrutture, vitale per la sopravvivenza di migliaia di aziende e produttori che ogni giorno lottano per imporre le proprie merci nei mercati nazionali e internazionali, alle prese con i costi di gestione e di trasporto, della concorrenza, della manodopera ormai diventati insopportabili”. Lo dichiarano il presidente della Cia Orientale Giuseppe Di Silvestro e il direttore Graziano Scardino, i quali attraverso una lettera aperta sollecitano il presidente della Regione, l’assessore al ramo, i deputati dell’Ars ad affrontare la questione “infrastrutture” in tutte le sedi istituzionali.
“Condividiamo le ansie dei produttori del Nord e l’opportunità di completare un’opera che è già costata milioni di euro –commentano Di Silvestro e Scardino– ma esiste un pezzo d’Italia che continua a restare al palo, che subisce decenni di miopia politica, di sterili annunci che non vivono il tempo di una legislatura. Ed esiste la regione più grande d’Italia, la Sicilia, dove per percorrere 100 chilometri e raggiungere due capoluoghi di provincia ci si impiega non meno di 2 ore e si rischia anche la vita”.
“Che fine ha fatto il piano delle infrastrutture in Sicilia? – si chiedono i massimi rappresentanti della Cia Sicilia Orientale – che fine ha fatto il progetto della Catania–Ragusa, e dove sono finiti i finanziamenti della Catania-Gela? Quanto dovremo aspettare ancora per il completamento della Caltanissetta-Agrigento? E quanti morti dovremmo contare ancora sulla Catania-Palermo? O quanti anniversari di frane e alluvioni celebrare per percorrere la Catania-Messina su una doppia carreggiata? Quanto potrà resistere, ancora, una categoria stremata da un gap strutturale che si ritrova a dover fare acrobatiche gimcane sia tra pastoie burocratiche sia tra cantieri aperti, interruzioni e corsie alternate?”.
“Chiediamo al presidente Musumeci di fare sentire la propria voce a livello nazionale, di porre all’attenzione delle altre forze di maggioranza di questo Paese, un Sud che non ha bisogno di assistenza ma necessita di azioni politiche che siano risposte concrete e che creino pari opportunità; all’assessore al ramo, poi, chiediamo di mettere mani al Piano delle infrastrutture e di convocare un tavolo tecnico con le forze datoriali e sociali di questa Regione in cui si faccia il monitoraggio di tutte le incompiute siciliane; e ai 70 deputati all’Ars di svolgere il mandato per il quale sono stati votati e, cioè, fare da pungolo all’esecutivo ed essere interpreti sul piano legislativo delle istanze dei cittadini, delle piccole e medie imprese, delle fasce deboli, con una visione ampia e lungimirante dello sviluppo economico di questa regione”.