Apicoltura tra crisi e sostegni, ma Coldiretti lancia l’allarme: “Azzerata la produzione di miele di agrumi”
“In alcune zone della Sicilia gli apicoltori non hanno raccolto neanche 100 grammi di miele di agrumi”. Lo rileva Coldiretti in relazione alla giornata delle api che oggi mostra chiaramente quanto incida la situazione climatica sulla produzione che in tutt’Italia in media segna un meno 30 per cento a causa un evento estremo al giorno tra siccità, bombe d’acqua, violente grandinate e gelo in piena primavera che ha distrutto le fioriture compromettendo pesantemente il lavoro delle api.
“Nell’Isola – aggiunge Coldiretti Sicilia – gli apicoltori, circa 2.200 tra autoconsumo e commercio sono costretti a spostare in continuazione le arnie e la carenza di miele di agrumi così come quello di sulla per gli agricoltori rappresenta una totale perdita di reddito”.
Come indicato dall’osservatorio nazionale del comparto anche nel 2020 la produzione di miele di cardo è stata quasi nulla con una resa media di 1 kg/alveare con caratteristiche non sempre rispondenti ai requisiti minimi per questo monoflora. “Le difficoltà delle api – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia — sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. Tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni secondo la Fao.
“Il danno economico e ambientale colpisce in una situazione in cui la svolta salutista degli italiani per effetto della pandemia Covid ha portato all’aumento lo scorso anno ad un aumento del 13% degli acquisti familiari di miele”, conclude Coldiretti Sicilia.
Il deputato Paolo Parentela (M5S) sostiene che “il settore apistico nazionale sta subendo un drammatico crollo della produzione di miele legato ai cambiamenti climatici e all’attacco di parassiti. Il contrasto alla moria delle api sul territorio italiano passa necessariamente dal sostegno agli apicoltori, per cui ci stiamo battendo da tempo. Numerosi sono stati i risultati raggiunti a tutela delle produzioni made in Italy: creazione dell’anagrafe apistica, introduzione dell’obbligo dell’indicazione del Paese di origine in etichettatura, lotta al coleottero Aethina Tumida, potenziamento dei controlli dell’Ispettorato Repressione Frodi (Icqrf) sul falso miele cinese, semplificazioni burocratiche per la vendita diretta, per il nomadismo e limitazioni e divieti all’utilizzo di fitofarmaci così da tutelare le api”.
“Agli interventi normativi, incluso il riavvio del Tavolo apistico al Mipaaf grazie all’impegno dell’ex Sottosegretario Giuseppe L’Abbate – prosegue – si sono aggiunti i sostegni economici come i 2 milioni di euro per progetti finalizzati a sostenere produzioni e allevamenti di particolare rilievo ambientale, economico, sociale e occupazionale. Il comparto apistico potrà contare anche su parte dei 10 milioni di euro messi a disposizione delle cosiddette filiere minori nell’ultima Legge di Bilancio nonché è stato tra i settori che hanno sempre beneficiato degli esoneri contributivi previdenziali e assistenziali per 10 mesi nel 2020 e ora nel 2021”.
“L’impegno del MoVimento 5 Stelle per la salvaguardia delle produzioni apistiche continua. Stiamo lavorando per l’abbassamento dell’Iva sulla pappa e gelatina reale e servizi di impollinazione, per estendere l’obbligo in etichetta dei paesi di origine anche dei mieli in miscela, l’estensione del credito d’imposta per investimenti innovativi (Transizione 4.0) per tutelare le arnie dai furti e dai parassiti nonché per prevedere un ecoschema dedicato agli impollinatori nel Piano Strategico Nazionale della nuova PAC, dove il settore apistico è l’unico a vedersi raddoppiate le risorse” conclude.